Odiate litigare? Ecco una guida per farlo meglio

Poche semplici regole per fare di un litigio un momento costruttivo e sereno. E per non fare male a se stessi, né agli altri

A cura di Sexyvia

Litigare fa bene. Ma solo se si seguono attentamente alcune istruzioni. A volte per moralismo, finto buonismo, bella faccia che siamo costretti a tenere, o per paura della nostra aggressività o di quella degli altri (“quella str…a, ehm… bravissima ragazza mia collega mi strapperà tanti capelli se le dico di non parlarmi più in quel modo davanti al capo?!?”), evitiamo il più possibile gli scontri con  persone che ci provocano irritazioni, fastidi, malesseri. Aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo… per evitare… finchè il vaso di Pandora si apre e tutti i venti dell’Olimpo si abbattono sul povero/a malcapitato/a.

Così rischiamo di mantenere a lungo dentro di noi una dose di rancore e di aggressività già molto dannosa perché trattenuta e di far diventare il litigio che ne segue un episodio distruttivo per la nostra salute mentale e fisica. Un litigio sbagliato, anche se avuto con una persona di cui alla fine ci importa poco, può provocare conseguenze negative, come incubi, ripensamenti, sensazioni di  disagio, anche per mesi interi.

Bisogna tirare fuori le incomprensioni appena si profilano all’orizzonte, i litigi sono necessari per buttare fuori tutto quel che di negativo teniamo dentro. Come rendere  però il litigio un momento non necessariamente disastroso e antipatico?

Il litigio in realtà può essere costruttivo e portare a momenti di confronto con l’altro/a e di crescita interiore. Certo, sempre che le persone con cui si tenta di litigare in modo salutare non siano intenzionate a farci un occhio nero e sempre che ci interessi essere costruttivi proprio con loro, anche se “litigare con calma”  serve più a noi stessi, in ogni caso.

 

Ecco le istruzioni.
Regola numero 0: non accusate. Esponete ciò che non va e aspettate prima una spiegazione. Se non riterrete plausibile la scusa propinata, allora passate alla fase di litigio vera e propria.
Regola numero 1: fate lezioni di yoga, concentrazione zen, fate meditare tutti i vostri Chakra insieme, fatequellochevipare, ma uscite da voi stessi. Guardate tutto con distacco. Come se la cosa non riguardasse voi. Come se vi steste osservando, come se foste spettatori di voi stessi. Il distacco aiuta a essere obiettivi e a vedere tutto in modo molto più sereno.
Regola numero 2: criticate un atto, un’azione che vi ha fatto star male. Non criticate l’altra persona, altrimenti la farete sentire svalutata e provocherete reazioni violente. Se parlate invece di quello che ha fatto o che fa, l’altra persona sarà più propensa ad ascoltarvi ed eventualmente a modificarsi.
Regola numero 3: se la lite sta diventando troppo burrascosa, uscite dalla stanza del delitto. Respirate lungo, bevete acqua, trascorrete 10 minuti immersi in un’aria diversa: la rabbia sbollirà e tutto apparirà più ragionevole e obiettivo.

 


Regola numero 4: non rivangate mai, per nessun motivo il passato. Aumenta il rancore e allontana una possibile soluzione. Parlare del passato significa avere dei nodi ancora irrisolti e buttare benzina sul fuoco. Si rimandino ad altri momenti le situazioni in sospeso. Il litigio sano è quello che parla del presente.
Regola numero 5: parlate lentamente e con tranquillità e disponibilità. Chiarite così i vostri pensieri mentre li esponete. Controllate battito del cuore e respiro, per fare una pausa se siete a rischio di scoppio.

I risultati?

Se è andato male:
– vi sentirete stanchissimi
– avrete un dolore in qualche parte del corpo
– terrete automaticamente il muso
– continuerete a rimuginare e a ripensare ai motivi del litigio
– eviterete la persona con cui avete litigato
Morale: ritentate, sarete più fortunati.

 

Se è andato bene:
– vi sentirete più leggeri, sollevati
– vi sentirete attivi
– avrete fame
– avrete consapevolezza di cose nuove sull’altra persona, ma anche su voi stessi
– avrete nuovamente voglia di passare del tempo con la persona con cui avete “litigato”
– la domanda sorge spontanea: ma l’altra persona avrà voglia di stare con voi?
Se il vostro interlocutore è partito con le vostre stesse intenzioni e la discussione ha prodotto davvero i risultati positivi, allora la risposta è sicuramente sì.

Altrimenti….correte ai ripari!!!


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