Come corteggiano le ragazze?

Il corteggiamento è ancora un'attività permessa solo ai maschi? Anche noi corteggiamo? E se si in che modo? Tra pregiudizi e stereotipi, ecco come e perchè dovremmo rivedere i nostri punti di vista
La sublime arte del corteggiamento: tra galateo e abilità innate, il corteggiamento sembra essere ancora troppo spesso esclusivo appannaggio degli uomini, nonostante una presunta e crescente emancipazione delle donne.

Abbiamo deciso di trattare quest’argomento prendendo spunto dalla community di Gp, dove si discuteva (anche in maniera accesa) proprio su tale questione: Come corteggiano le ragazze? O meglio, le ragazze corteggiano, o sono ancora convinte che fare il primo passo non sta bene ed è meglio aspettare il corteggiamento dell’uomo?

La questione si presta indubbiamente a parecchie considerazioni. Ma andiamo con ordine. La prima domanda che dobbiamo porci è la seguente.

Le Ragazze corteggiano?
Diciamoci la verità: quante di noi corteggiano nel vero senso della parola? Forse cerchiamo di farlo, ma a modo nostro, imprigionate in una serie di clichè e luoghi comuni impossibili da abbattere. Insomma, se le ragazze corteggiano, lo fanno in maniera diametralmente opposta rispetto all’uomo. Cerchiamo di sfruttare sotterfugi, sottintesi e stratagemmi, e troppe volte per noi il concetto di corteggiamento si riduce a rispondere o reagire in qualche modo alle attenzioni (quindi al corteggiamento) di un uomo. La nostra abilità quindi, in teoria è quella di attirare queste attenzioni.
 Di certo è più raro (anche se per fortuna i casi esistono) che una ragazza di propria iniziativa vada da un ragazzo, rompa il ghiaccio con una scusa, e gli faccia capire esplicitamente che è interessata cercando di attirare la sua simpatia, o addirittura chiedendogli un appuntamento.

Certo, succede per fortuna. Ma le ragazze che si comportano così vengono spesso considerate mosche bianche, troppo sfacciate, o addirittura mascoline. Il risultato? Spesso e volentieri in tal modo la “preda” fugge via a gambe levate.

Come corteggiamo noi ragazze?
Le strategie di conquista più diffuse tra noi ragazze comprendono per lo più metodi indiretti. Ecco cosa facciamo di solito:
-se attacchiamo bottone, lo facciamo in maniera assolutamente neutra, senza mostrare apertamente interesse:
-siamo avare di parole, ma in compenso lanciamo sguardi che in teoria dovrebbero dire molto (e spesso lo fanno)
-cerchiamo il contatto fisico, ma lo mascheriamo in maniera tale farlo sembrare casuale
sorridiamo tanto

-stiamo bene attente a studiare il suo comportamento (le più argute interpretano persino il linguaggio del corpo) per capire se anche lui è ben disposto verso di noi
– se lo invitiamo a uscire, ricorriamo a pretesti apparentemente innocentissimi e non pregiudicanti, come un caffè o uscite che coinvolgano amici comuni, almeno come pretesto
In definitiva spesso ci limitiamo a lanciare segnali, e il nostro scopo principale è far capire al ragazzo che ci interessa che vogliamo essere sedotte da lui. Insomma, tranne rari casi, il nostro sport preferito è passargli la palla, e lasciargli l’onere dell’azione decisiva. Se lui non è proprio tonto, e soprattutto se è interessato, saprà cosa fare.

Perchè ci comportiamo così?
Il nostro approccio al corteggiamento è così “passivo” probabilmente perchè banalmente ci siamo abituate, abbiamo appreso questi modelli, e magari non ci dispiacciono neanche. Siamo sinceri: non è poi così male sentirsi corteggiate, apprezzate e riempite di attenzioni, che possiamo decidere di accettare o meno. Insomma a noi piace essere corteggiate, mentre a quanto pare agli uomini piace corteggiare (non si riempiono tanto la bocca con l’atavico “piacere della conquista”?)
Ma la questione non è così semplice: se l’uomo ha la libertà (o forse il dovere?) di prendere l’iniziativa, perchè non dovremmo averla anche noi? Perchè dovremmo avere il terrore di sembrare sfacciate o poco femminili facendo noi il primo passo? Perchè rinunciare ad attirare l’attenzione di una persona che ci interessa e che altrimenti potrebbe non notarci?

Qualcuno azzarda l’ipotesi che questa “rinuncia” al corteggiamento da parte delle donne non sia altro che un retaggio dell’arretratezza tipicamente italiana (quindi anni di tronisti e corteggiatrici televisive non avvrebbero sortito alcun effetto). La controprova? Sembra che nell’Europa del nord le ragazze siano decisamente più “sveglie” di noi, nel proporsi agli uomini. E come se non bastasse non per questo vengono considerate facili o sfacciate, anzi il loro comportamento è considerato normale. Sarà la classica favola da turista italiano, o la pura verità? Ai posteri l’ardua sentenza.

La terza via: un’idea nuova di corteggiamento
Fatto sta che una ragazza particolarmente diretta viene spesso etichettata in modi non lusinghieri. Qualche esempio? Ragazza facile, una che corre dietro agli uomini perchè non la vuole nessuno, poco dignitosa, troppo aggressiva o sfacciata.
Al di là degli stereotipi negativi, comunque, qualcosa si sta muovendo. Tra i maschietti in effetti, non ci sono solo quelli che scappano via terrorizzati e a disagio: ce ne sono tantissimi che apprezzano parecchio l’iniziativa femminile, non ci trovano nulla di strano, e reagiscono piacevolmente sorpresi.

Da parte nostra, il segreto sta nel fare quel che ci sentiamo veramente. Non lanciarci a tutti i costi se non ci sentiamo sicure e se siamo affette da timidezza cronica. Non fare le finte suore quando avremmo voglia di essere più dirette. Essere capaci di trovare una ragionevole via di mezzo quando sentiamo che nessuno dei due estremi (passività-attacco diretto) ci convince. E ricordarci che il corteggiamento non deve essere un “attacco” unilaterale, ma forse dovremmo cominciare a vederlo come un dialogo, uno scambio reciproco tra due persone che potrebbero piacersi.

E voi che ne pensate? Siete delle “corteggiatrici” o non fate mai il primo passo? Sono ben accette anche le opinioni dei maschietti.

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