‘Ossa fragili’, al via campagna di prevenzione #Failaprimamossa

Al via la campagna per la prevenzione della fragilità ossea di cui è testimonial l'attrice e regista Laura Morante

Campagna prevenzione fragilità ossea

"Fai la prima mossa, cura le tue ossa". Sotto questo slogan parte la grande campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione della fragilità ossea, lanciata a Milano, da 10 società scientifiche insieme a Federfarma, Anmar Onlus e Senior Italia Federanziani, con il supporto di Abiogen Pharma e Italfarmaco.

Obiettivo dell'iniziativa – che ha come testimonial l’attrice e regista Laura Morante – è favorire la prevenzione dell’osteoporosi, che oggi in Italia riguarda quattro milioni di persone, con il concreto rischio che possano aumentare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.

Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza di salute destinata a crescere nei prossimi anni quando i 'baby boomers', i nati negli anni ’50, raggiungeranno i 70 anni, età con un rischio elevato di avere una frattura da fragilità e con un netto incremento dei costi per il sistema sanitario

Ha spiegato Stefano Gonnelli, professore ordinario di Medicina Interna all’Università di Siena e membro del Coordinamento Scientifico dell’iniziativa. "È proprio la prima frattura da fragilità l’elemento di svolta che trasforma l’osteoporosi da condizione di rischio a malattia severa – ha sottolineato Gonnelli – perché dopo c’è il rischio di avere altre fratture da fragilità che possono portare al peggioramento dello stato di salute della persona e ad una progressiva perdita di autonomia e qualità di vita".

Le fratture da osteoporosi rappresentano la maggiore complicazione della patologia, perché limitano la deambulazione, causano dolore cronico e perdita di indipendenza al paziente, ma anche per l’aumento di mortalità ad esse associato. In Italia solo nel 2017 sono state 560mila le nuove fratture da fragilità, con un costo per il sistema sanitario di 9,4 miliardi di euro; e in assenza di strategie preventive si prevede che aumentino del 22,6% nel 2030 portando la spesa sanitaria a 11,9 miliardi.

Testimonial della campagna “fai la prima mossa, cura le tue ossa” è l’attrice e regista Laura Morante, che ha ricordato: "L’osteoporosi non è ineluttabile, come a volte si crede, ma con una sana prevenzione si possono evitare le conseguenze più nefaste di questa malattia”.

L’attrice è protagonista di un spot di sensibilizzazione che da marzo sarà trasmesso sulle principali reti nazionali. "Come tutte le malattie reumatiche l’osteoporosi è molto impattante sulla vita quotidiana – ha sottolineato Silvia Tonolo, presidente Anmar (Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus) – un nostro studio ha rilevato che nel 2012 sono andate perse 24 milioni di giornate lavorative, dato che indica anche qual è il costo sociale della malattia. Con questa campagna – afferma – vogliamo informare soprattutto quei pazienti che non sanno di avere la malattia perché magari non parlano con il proprio medico o perché cercano informazioni in blog dove ci sono notizie approssimative e a volte non attendibili”.

L’informazione mirata dunque è uno degli obiettivi indispensabili per contrastare il dilagare della malattia e poterla prevenire, conoscendone i fattori di rischio.

Il problema è che l’osteoporosi è spesso considerata, anche in ambito scientifico, una ineluttabile conseguenza dell’invecchiamento, ma questo non è vero. E' la frattura da fragilità l’evento che certifica la malattia, è la conseguenza del depauperamento del tessuto scheletrico e non deve essere considerato un fatto inevitabile in tutti gli anziani

Afferma Salvatore Minisola, professore Ordinario di Medicina Interna all’Università La Sapienza di Roma, commentando la scarsa informazione sulle cause della fragilità ossea. "La prevenzione della malattia si può iniziare già da giovani, ma deve essere attuata obbligatoriamente quando arriva la prima frattura da fragilità – precisa Minisola, che è anche membro del Coordinamento scientifico dell’iniziativa – occorre ricordare che il raggiungimento del picco di massa ossea può essere influenzato da una adeguata alimentazione a base di calcio, vitamina D e proteine, e da un'adeguata attività fisica".

Secondo le linee guida dell’Oms, tra le attività che portano beneficio alle ossa c’è la danza, ma anche jogging, golf, yoga e in generale tutti gli esercizi fisici a carico gravitazionale, cioè in posizione eretta, che impongono il carico del peso del corpo.

"Dopo i 50 anni bisogna fare un’adeguata anamnesi – conclude l'esperto – che permetterà di cogliere alcuni importanti fattori di rischio come la familiarità, la magrezza, il fumo e l’assunzione di farmaci quali il cortisone. E solo nei casi in cui c’è il rischio elevato di frattura il medico prescriverà farmaci specifici"

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