Dieta, geni e DNA: come funziona la dieta genetica

Intervista al Dott. Keith Grimaldi, Direttore scientifico del progetto europeo Eurogene che ci parla di dieta, geni e test del DNA

A cura Silvia Casini

Intervista al Dott. Keith Grimaldi, Direttore scientifico del progetto europeo Eurogene e Direttore scientifico di Sorgente Genetica, che ci parla di dieta, geni e test del DNA.

Dott. Grimaldi, in internet troviamo decine di diete dai nomi più strani e in libreria abbondano manuali per dimagrire velocemente e senza fatica. Queste diete funzionano davvero o sono solo abili manovre di marketing?
 

Sì, ci sono centinaia di diete là fuori! Alcuni le considerano delle mode passeggere, delle trovate commerciali senza nessuna base scientifica, e dicono che per dimagrire basta “mangiare meno e fare più attività fisica, la cosa migliore è una dieta bilanciata” – ma questo atteggiamento non è di grande aiuto. La “dieta bilanciata ipocalorica” è difficile da seguire e con molte persone non funziona. La questione in fondo è molto semplice: non siamo tutti uguali, di conseguenza non esiste nessuna dieta magica che funziona per tutti

Molti esperti ritengono che per rimettersi in forma sia sufficiente seguire un’alimentazione bilanciata e fare tanta attività fisica. Lei non è d’accordo. Perché?
 

Una caloria è una caloria per tutti, ma ci sono altri aspetti da considerare. Sappiamo che molte variazioni genetiche possono influenzare il modo in cui assorbiamo e metabolizziamo il cibo, e queste varianti giocano un ruolo importante nel determinare quale regime dietetico funzionerà meglio per noi. La variabilità genetica influisce anche sul modo in cui rispondiamo all’attività fisica: per ottenere gli stessi risultati, alcune persone hanno bisogno di allenarsi più duramente rispetto alle altre.
 

Lei ha studiato per molti anni il rapporto tra i nostri geni e l’alimentazione: cosa possiamo aspettarci realisticamente da una dieta basata sul DNA?
 

Dobbiamo stare attenti ed essere chiari su cosa si intende per “dieta genetica”. Sì, ci sono studi che supportano l’uso della genetica nella nutrizione personalizzata, però non esistono diete del DNA miracolose che garantiscono la perdita di peso al 100%. Alcune aziende vendono test che secondo loro sarebbero in grado di dire al paziente se per esempio deve seguire la dieta Atkins o la dieta a zona, ma non esistono prove scientifiche che consentono di fare classificazioni del genere. Quello che sappiamo – e le evidenze scientifiche sono moltissime – è che alcuni geni possono influenzare il modo in cui assorbiamo e metabolizziamo i grassi e i carboidrati e come il nostro corpo risponde all’esercizio fisico.
 

Per esempio, quando mangiamo abbiamo bisogno di portare i nutrienti dall’intestino al sangue. Esiste una proteina che trasporta i grassi nel sangue e, a causa di variazioni genetiche, la sua efficienza può cambiare da persona a persona. Se l’efficienza è alta, quella persona otterrà più calorie dalla stessa quantità di grassi rispetto a chi ha un trasportatore che lavora più lentamente. Un discorso analogo vale per i carboidrati raffinati e per la risposta all’esercizio fisico.
 
È dunque possibile suddividere la popolazione in diverse categorie a seconda della sensibilità ai grassi o ai carboidrati, e assegnare una dieta specifica a ogni categoria?
 

Sì. Con le conoscenze in nostro possesso, possiamo iniziare a usare l’informazione genetica per classificare le persone in base alla loro sensibilità per i carboidrati raffinati e per i grassi saturi, e a seconda della loro risposta all’attività fisica. Questo può fornire informazioni estremamente utili per personalizzare qualsiasi dieta dimagrante che una persona stia seguendo. L’idea del test Dieta+ di Sorgente Genetica è di partire da una dieta base (secondo la letteratura scientifica la migliore è la dieta mediterranea).
 

 

Partendo da qui, analizziamo 9 variazioni genetiche che ci servono per stimare la sensibilità individuale ai carboidrati raffinati e ai grassi saturi, e la risposta all’esercizio fisico. Sulla base dei risultati, aggiustiamo la dieta di partenza ad esempio riducendo i carboidrati o i grassi, o introducendo degli esercizi più efficaci. Quello che facciamo consiste quindi nel determinare le quantità di macronutrienti più adatte al profilo genetico individuale – è una strategia che ha una logica, ed è molto efficace.

Per ulteriori approfondimenti e informazioni:
www.sorgentegenetica.it

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