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Tiroide e fertilità: cosa c’è da sapere

Ipotiroidismo e ipertiroidismo possono influire sulla possibilità di avere un figlio, sia per le donne che per gli uomini. Qui ti spieghiamo cosa è importante sapere se si desidera una gravidanza

Sono circa 6 milioni gli italiani con problemi alla tiroide, la maggior parte dei quali sono donne e in poche sanno che un malfunzionamento di questa ghiandola può avere ricadute anche importanti sulla fertilità. A ricordarlo sono alcuni esperti in occasione della «Settimana mondiale della tiroide”, dal 22 al 28 maggio. Ipotiroidismo e ipertiroidismo, infatti, possono rappresentare un ostacolo a una gravidanza. Con le giuste terapie, però, non occorre rinunciare al sogno di un bebè. «Con una buona diagnosi e con un buon trattamento della patologia tiroidea, possiamo ottenere gravidanze senza rischi né per la madre né per il bambino», spiega Daniela Galliano, ginecologa e responsabile del Centro PMA di IVI Roma.

Tiroide e fertilità: perché sono collegate

«Il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea è essenziale, tra gli altri, per la fertilità e la gravidanza – chiarisce Galliano – In particolare, le donne in età riproduttiva soffrono spesso di alterazioni della ghiandola tiroidea che possono provocare una produzione eccessiva di ormone tiroideo (ipertiroidismo) o un difetto (ipotiroidismo)». Non è un caso, infatti, che ipertiroidismo o ipotiroidismo siano spesso associati a un ciclo mestruale non regolare. «Ciò causa maggiori difficoltà nel raggiungere una gravidanza spontaneamente. L’ipotiroidismo non trattato, per esempio, è associato a un più alto tasso di aborto spontaneo o basso peso alla nascita di questi bambini quando nascono. Abbiamo anche visto un’associazione tra ipotiroidismo e neurosviluppo fetale», aggiunge la dottoressa Galliano.

Avere un figlio si può

Nonostante problemi alla tiroide, avere un figlio si può, conferma la dottoressa Luisa Loiudice, specialista in medicina della riproduzione: «È importante premettere che molte donne con ipotiroidismo o ipertiroidismo riescono comunque a concepire e a portare avanti una gravidanza senza problemi, soprattutto se la loro condizione tiroidea viene adeguatamente monitorata e trattata. In entrambi i casi, le conseguenze possono essere cicli mestruali irregolari, che rendono più complicato individuare il momento dell’ovulazione, assenza di ovulazione, un rischio leggermente più alto di aborto spontaneo e di complicanze durante la gravidanza, (come ipertensione, ritardo nella crescita fetale, parto prematuro)».

Le terapie alla tiroide se si desidera un bebè: a chi rivolgersi

La diagnosi corretta, dunque, è fondamentale per individuare un percorso terapeutico specifico: «Il consiglio, prima di tutto, è di «consultare un endocrinologo per ricevere una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato. Spesso una terapia con farmaci aiuta a normalizzare i livelli di ormoni tiroidei, di conseguenza a ripristinare la fertilità e a concepire naturalmente», spiega Loiudice. Nel caso in cui i farmaci per la tiroide non dovessero essere efficaci ai fini di una gravidanza, esiste anche un’altra possibilità: «Nel caso in cui ci sia un ulteriore problema di fertilità o non si raggiunga una normalizzazione del ciclo ovulatorio, sarà possibile ottenere una gravidanza con trattamenti di riproduzione assistita come l’inseminazione artificiale», spiega ancora Galliano.

Endocrinologo: lo specialista della tiroide

«In molti casi, una collaborazione tra un endocrinologo e uno specialista in fertilità è la soluzione migliore, soprattutto per ottenere una valutazione completa della propria situazione – aggiunge l’esperta – L’endocrinologo può aiutare a ottimizzare la funzione tiroidea per migliorare le probabilità di concepimento e portare avanti una gravidanza sana, mentre l’esperto in medicina riproduttiva può offrire opzioni di trattamento specifiche per la fertilità, se necessario». Una volta raggiunta la gravidanza, la donna dovrebbe andare dal suo endocrinologo per regolare le dosi del suo trattamento della tiroide, che possono variare durante la gravidanza. Anche gli uomini, però, possono avere problemi di fertilità a causa di un funzionamento alterato della tiroide.

La tiroide e la fertilità maschile

«Proprio così: le disfunzioni della tiroide possono interessare anche gli uomini. Nel loro caso, gli ormoni tiroidei sono importanti per la produzione del liquido seminale. Livelli anormali di ormoni tiroidei possono influire sulla qualità e sulla quantità di sperma prodotto, oppure si può verificare una ridotta motilità degli spermatozoi, portando a una diminuzione della fertilità maschile» spiega l’esperta di IVI. Anche per chi desidera diventare papà, però, è possibile seguire terapie individuali: «Per alleviare i problemi di fertilità maschile, tecniche come la fecondazione in vitro con ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi) possono essere la soluzione, permettendo l’analisi dei migliori spermatozoi adatti per fecondare gli ovuli», conferma la ginecologa Galliano.

Attenzione ai campanelli d’allarme

Ma quali sono i possibili campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione, per capire se esiste un problema di fertilità legato alla tiroide? «Le disfunzioni della tiroide possono causare una varietà di sintomi. I più comuni sono: aumento o diminuzione improvvisa di peso, affaticamento e mancanza di energia, battiti cardiaci accelerati, sbalzi di umore, irritabilità, cambiamenti nell’aspetto di pelle e capelli, problemi digestivi, gonfiore al collo, irregolarità mestruali. Si tratta di sintomi che possono essere indicativi anche di altre condizioni mediche, quindi è sempre consigliabile consultare un medico per una diagnosi corretta», conclude Loiudice.

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