Sindrome delle gambe senza riposo: la parola allo specialista

  • 10 07 2016

La sindrome delle gambe senza riposo colpisce una popolazione che varia dal 5% al 10%, con una netta prevalenza femminile, disturbandone il sonno. Per conoscerla meglio abbiamo intervistato un esperto

La sensazione di non riuscire a tenere le gambe ferme una volta sedute sulla poltrona o coricate nel letto, interessa dal 5 al 10% della popolazione: ma quali sono cause, sintomi e rimedi di questo disturbo, comunemente conosciuto come sindrome delle gambe senza riposo?

Risponde il Professore Fabio Cirignotta, Direttore U.O. del Policlinico S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna.

A parte disturbare il sonno, può avere ulteriori conseguenze?

La sindrome delle gambe senza riposo può provocare depressione, peggiora la qualità della vita e secondo alcuni recenti studi, impedendo il normale “rilassamento” vegetativo durante il sonno, può essere all’origine di una ipertensione.

La gravità del disturbo può variare: c’è chi ne soffre occasionalmente o per brevi periodi, e in questi casi le conseguenze sono modeste e non è necessario un trattamento specifico, e chi ne soffre tutte le notti o quasi, e per questi è necessaria una terapia farmacologica.

Come si fa a capire che si soffre di sindrome di gambe senza riposo?

La diagnosi è basata sulla valutazione clinica del paziente, e spesso si avvale di indagini strumentali (come la polisonnografia). Come spesso accade, può essere guidata dai sintomi specifici del paziente o essere riscontrata durante indagini per altra causa.

Quali sono le cause?

Nella maggioranza dei casi è “idiopatica”, cioè non riconducibile ad una causa effettiva.

Sembra che la causa della malattia sia da ricercare nell’alterazione del metabolismo di un neurotrasmettitore, la dopamina, dovuta a una mancanza di ferro.

A volte la sindrome invece è secondaria a determinate condizioni o patologie, quali la gravidanza, l’insufficienza renale, il diabete, l’artrite reumatoide o la Malattia di Parkinson. In alcuni casi è presente una familiarità.

Riproduzione riservata