Ikebana: l’arte della composizione floreale giapponese

Avete sentito parlare dell’Ikebana e volete saperne qualcosa di più? Ecco qualche informazione per scoprirla e per realizzare una composizione in perfetto stile giapponese

Minimale, raffinata, carica di significato e decisamente affascinante: è l’Ikebana, ossia l’antica arte della decorazione floreale giapponese.

Ormai conosciuta e amata anche in Occidente – anche grazie alla diffusione, negli ultimi anni, di molte scuole e corsi dedicati – rimane per molti ancora un mistero.

Ecco quindi tutto quello che devi sapere per avvicinarti a questa antica e bellissima arte.

Cos’è l’ikebana

Il significato letterale della parola Ikebana è “disposizione artistica di materiale vegetale vivente”, anche se viene più spesso tradotta con l’espressione “via dei fiori”, con cui era indicata anticamente.

L’Ikebana è una vera e propria disciplina artistica e ha origini remote. Nacque in Cina e in India intorno al VI secolo d. C., per poi successivamente diffondersi e trovare terreno più fertile in Giappone trasformandosi in breve tempo in una vera e propria manifestazione artistica.

Inizialmente riservata ai ceti più abbienti – ovvero ai soli nobili e monaci buddisti – è poi progressivamente diventata un’arte alla portata di tutti, non solo in Giappone (dove si contano almeno 300 scuole di Ikebana), ma in tutto il mondo.

Non solo “floral design”

Considerare l’Ikebana una tecnica di floral design o di composizione floreale è un errore perché non considera l’aspetto filosofico-religioso che ne costituisce la base.

In Oriente quest’arte rappresenta a tutti gli effetti uno strumento di elevazione spirituale, legato al particolare rapporto che intercorre tra uomo e natura che porta a una conoscenza più completa di se stessi. In Occidente invece le composizioni floreali hanno solo un valore squisitamente decorativo, molto condizionato da fattori estetici.

La disposizione dei fiori nella composizione ikebana

Nell’arte dell’Ikebana esistono importanti regole da rispettare. Prima di tutto le composizioni devono seguire sempre un sistema ternario, a formare di norma un triangolo, secondo il quale lo stelo o gambo più alto, il più importante fra i tre, rappresenta il Cielo (Shin), il secondo, di altezza media, indica l’Uomo (Soe), e l’ultimo infine (Hikae) sta ad indicare la Terra.

È inoltre fondamentale che la composizione rappresenti una sorta di perfetto equilibrio tra il mondo naturale e l’uomo, oltre che l’armonia non solo tra gli elementi della composizione, ma anche con l’ambiente circostante e col variare delle stagioni.


Quali materiali utilizzare 

Tutti gli elementi utilizzati nella costruzione dell’Ikebana devono essere di natura organica, siano essi rami, foglie, erbe, o fiori.

I fiori preferiti sono quelli che crescono naturalmente nei giardini, in campagna, nel periodo in cui si crea la composizione.

Gli stili più famosi

Gli stili che nel corso degli anni si sono venuti a creare sono molteplici, e ogni scuola è caratterizzata da un gusto personale e identificativo.

Tra quelli più importanti e conosciuti c’è il Rikka, il più antico ed elaborato, caratterizzato da composizioni floreali enormi, seguito dal Nageire, uno stile più austero e semplice in cui si utilizzano contenitori alti e profondi, e dal Seika, che prevede la creazione di composizioni più semplici e facili da realizzare.

Ricordiamo poi lo stile Moribana, che letteralmente significa “fiori ammassati” e che prevede invece l’utilizzo di contenitori e vasi bassi, lo stile Chabana, cioè quello delle composizioni classiche adatte per la cerimonia del Tè, o lo Shoka, una semplificazione del Rikka  e si compone di tre elementi  principali disposti a triangolo scaleno e di pochi altri elementi ausiliari.  

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