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Kakebo: il metodo giapponese per imparare a risparmiare

Cos'è il famoso Kakebo e come funziona. Che sia la volta buona per riuscire a risparmiare qualcosa?

Quando si tratta di riordinare, fare spazio, adottare uno stile di vita zen e autodisciplinarsi, la cultura giapponese giunge in nostro soccorso (Marie Kondo docet!). E così pare funzioni anche per il risparmio.

È diventato celebre in poco tempo, infatti, il metodo Kakebo ovvero l’arte del risparmio. Si tratta di un metodo comprovato che permette di organizzare al meglio il budget familiare, ordinando entrate e uscite, calcolando le spese secondo le differenti priorità. Ma non solo, il Kakebo chiede anche che siano fatte (e mantenute) solenni promesse di risparmio e di mantenimento di uno stile di vita intelligente. Ricorrere al Kakebo può essere un’ottima soluzione per le mamme e anche per le inguaribili mani bucate.

Cos’è il Kakebo

Il Kakebo è sostanzialmente il libro dei conti di casa, a cui ricorrono i giapponesi. Ma, se ci pensiamo, era anche il metodo più usato dai nostri nonni e bisnonni per far quadrare i conti a fine mese. La novità è che, in un mondo 2.0, il Kakebo è un’invenzione cartacea. Scrivere nero su bianco, infatti, è un ottimo modo per organizzare il budget personale e familiare, tenendo sotto controllo entrate e uscite.

Un modo molto più efficace, e tangibile, per autodisciplinarsi. Il Kakebo è una sorta di agenda, su cui segnare nel dettaglio tutte le spese, le entrate, le abitudini familiari, lo stile di vita e, soprattutto, le promesse di attenzione che porteranno, pare certamente, a un discreto risparmio di denaro. Insomma, il Kakebo è il libro delle promesse, dei buoni propositi e delle auto-lavate di capo.

Prima di vedere come si usa, ecco le nostre due proposte, disponibili online, per iniziare a mettere ordine tra i conti di casa.

Il Kabebo, edito da Vallardi, è la verisone più venduta su Amazon del manuale giapponese per la gestione dei soldi: garantisce un risparmio fino al 35%, aiutando a individuare sprechi e voci critiche su cui agire, e sviluppa così l’autodisciplina e la consapevolezza delle proprie abitudini. La sua grafica è divertente, il formato pratico e maneggevole e, all’inizio di ogni mese, fornisce consigli e spunti utili per tagliare le spese quotidiane.

kabebo vallardi

L’agenda dei conti di casa, edita da Demetra, fra le Amazon’s Best Choice, segue gli stessi principi. Permette di monitorare giorno per giorno la contabilità di casa dividendo le spese in 4 categorie principali: spese di prima necessità, optional, cultura e tempo libero, extra e imprevisti. Questo kakebo ha inoltre a disposizione 12 mesi senza nome, in modo da poterlo cominciare in qualsiasi mese dell’anno. Ogni mese è diviso in 5 settimane, anche queste sprovviste di numeri. È colorato e divertente da compilare: a fine mese fa un resoconto finale e una riflessione su possibili miglioramenti.

kabebo demetra

Come funziona

Una volta avuto tra le mani il Kakebo, come si usa? La pianificazione prevista è mensile, dunque a inizio mese si segnano le entrate-uscite di denaro previste ma anche le aspettative (quanto si desidererebbe risparmiare).

Ogni giorno, poi, si compilano le apposite caselle dedicate alle spese e alle entrate effettive. In questo modo, guardandosi indietro, si otterrà una visione complessiva della gestione del budget personale o familiare. Una visione d’insieme che difficilmente si potrebbe avere in altro modo (per esempio, spulciando gli estratti conto della banca).

Inoltre, alla fine di ogni settimana, si deve segnare il totale di entrate e uscite nell’apposita casellina. Tutto ciò può essere utile per “raddrizzare il tiro” qualora si stesse inconsapevolmente sforando il budget (comportamento piuttosto tipico, per esempio, di chi usa spesso la carta di credito).

Priorità

Le spese, nel Kakebo, non sono tutte uguali. Prima di tutto, troviamo le spese fisse che consistono in canone d’affitto o rata del mutuo, bollette varie (telefono, luce, gas, Internet, ecc…).

Le altre uscite si suddividono in quattro categorie: spese di sopravvivenza (cibo, trasporto, salute), optional (tempo libero), cultura (che, per alcuni, potrebbe tranquillamente rientrare nella categoria sopravvivenza) e, infine, spese extra (emergenze, acquisto di un elettrodomestico…).

In questo modo, il Kakebo costringe ad accendere un faro sulla gestione delle spese, riportando in alto a un’ipotetica classifica quelle che sono le effettive priorità.

Le riflessioni

Il metodo Kakebo obbliga anche ad alcune riflessioni importanti. Per esempio, richiede la compilazione e l’osservazione attenta di grafici e bilanci. Nonché il confronto, spesso spietato, con il mantenimento delle promesse. E non si tratta solo di promesse di tipo finanziario, bensì di veri e propri buoni propositi che coinvolgono lo stile di vita nel suo complesso (per esempio: mangiare più spesso a casa, sprecare meno cibo, smettere di fumare, muoversi con i mezzi di trasporto pubblici, fare più attenzione alla salute attraverso la prevenzione).

Il punto di forza del metodo Kakebo è proprio la capacità di unire l’aspetto pratico dei “conti” a quello più zen dell’autodisciplina e della riflessione. In tal senso, usare questo metodo è di grande aiuto sia a chi ha bisogno di gestire meglio il budget, sia a chi ha voglia di cambiamento e di mettersi alla prova.

Insomma, tra caselline e numeri, potrebbe anche celarsi la svolta esistenziale tanto attesa.

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