Donne che lavorano sul treno

Ragazze, salite a bordo!

Una buona notizia: sono sempre di più le donne che lavorano per il Gruppo FS, ricoprendo anche ruoli tradizionalmente maschili. Come ci raccontano le protagoniste di queste due storie

Fabiana Varriale, la donna che sussurra alle porte

Fabiana Varriale, 25 anni, operatrice specializzata nella manutenzione

Il sorriso è il marchio di fabbrica di questa ragazza di Somma Vesuviana (Na), insieme alla curiosità e alla voglia di fare. Quella che, sin dalla scuola superiore, l’ha spinta ad avventurarsi in un territorio sconosciuto che oggi è diventato la sua casa.

Fabiana ci racconta così la sua giornata tipo: «Lavoro su due turni all’impianto di Torre del Greco: quello del mattino, che inizia prima delle 6 e finisce alle 13, e quello del pomeriggio, che dura fino alle 8 di sera. In pratica, quando il treno rientra dalla corsa verifico che sia tutto a posto, sia a livello elettrico sia meccanico. Periodicamente, poi, effettuo una revisione più completa, per esempio sganciando e controllando le porte e riverniciandole quando serve e poi uso dei simulatori speciali che permettono di effettuare una sorta di check-up. Le porte sono un vero e proprio strumento di sicurezza del treno: tutti le usiamo senza pensare troppo al ruolo che hanno, ma sono fondamentali»

Quando è scattata la passione per questo mondo?

«Sin da piccola mi attraevano tutte le attività manuali e alle superiori mi sono iscritta all’istituto per perito aeronautico. In classe eravamo pochissime ragazze e questo mi spingeva a fare ancora meglio per sfatare il pregiudizio che esistano scuole e professioni da maschi. Dopo il diploma, ho cercato un impiego perché desideravo l’indipendenza e quando ho saputo delle opportunità che c’erano in Trenitalia non ho perso tempo. Ormai lavoro qui da 5 anni e se penso che all’inizio non c’erano altre donne nella mia squadra…».

Com’è andata?

«Lo ammetto: i primi tempi non sono stati facili, anche perché sono arrivata in un momento di grande ricambio generazionale in cui i lavoratori senior con una mentalità più tradizionale erano ancora parecchi. Insomma, non erano molto abituati a collaborare, gomito a gomito, con l’altro sesso».

Come ha vinto queste resistenze?

«Ho mostrato umiltà e caparbietà, così ho convinto i più scettici a farmi da maestri. Tanti colleghi mi hanno svelato i loro segreti del mestiere, per esempio insegnandomi a usare al meglio gli attrezzi. In poco tempo, siamo diventati una grande famiglia. E adesso mi sento proprio nel mio mondo, si addice alla mia personalità. Infatti, spero di rimanere a lungo qui, tra vagoni e carrozze».

Che cosa consiglierebbe alle giovani donne che vorrebbero fare il suo mestiere?

«Non abbiate paura di cimentarvi in settori nuovi: con l’impegno e la curiosità potete essere all’altezza di qualsiasi sfida. E provate anche a saltare nel vuoto, a buttarvi in avventure insolite perché dalle strade più inaspettate scoprirete grandi passioni».

Anna Maria Fumarola, la donna che attraversa l’Italia

Anna Maria Fumarola, 50 anni, macchinista Trenitalia

Si, viaggiare… Se dovessimo scegliere una canzone per presentare Anna Maria, punteremmo sulla hit di Lucio Battisti. Perché questa donna di origini milanesi, oggi a Pescara, svolge questa professione “per lavorare viaggiando”.

Quindi è soddisfatta della sua decisione?

«Assolutamente. Sono in questa azienda dal 1996. Dopo il diploma artistico collezionavo lavoretti senza stabilità, così ho fatto domanda in Trenitalia affascinata da questi mezzi enormi che vanno su e giù per l’Italia. Sognavo di salirci per lavoro ed è diventato realtà. Ogni giorno cambio paesaggi, è come se vivessi sempre in luoghi diversi e devo dire che le albe meravigliose che mi godo percorrendo la tratta Adriatica, da Bologna a Lecce, sono impagabili».

Hai iniziato come macchinista?

«No, in realtà ho svolto diverse mansioni: alcune non esistono nemmeno più, come l’operatrice di circolazione, la figura che preparava la documentazione cartacea che accompagnava il percorso del treno. Poi dal 2003 ho cominciato a lavorare con i macchinisti e mi sono detta che avrei dovuto provarci anche io. Mi sono rimboccata le maniche e mi sono messa a studiare e, a dispetto dei tanti che credevano che non ce l’avrei fatta, ora festeggio 18 anni in questo ruolo».

Chi non aveva fiducia?

«Prima di tutto il mio ex e alcuni colleghi, che mi ripetevano come non fosse una mansione da donne. I miei genitori e le mie sorelle, invece, mi hanno spronata molto. Comunque, sono andata avanti a testa alta. La caparbietà e la competenza vincono su ogni pregiudizio».

Quale è stato il momento più bello?

«Quando ho ottenuto, appunto, il titolo di macchinista. Studiare e conseguire sempre nuove abilitazioni mi rende molto orgogliosa e infatti ora ho intrapreso il percorso per diventare istruttrice, così insegnerò alle nuove leve».

E il momento più difficile?

«Quando ho cominciato a operare da sola come macchinista. Io avevo esordito sui treni cargo, con il trasporto merci. Poi sono passata ai convogli con i passeggeri, ma ero sempre con un collega. Infine, quando sono entrate in azione le famose Frecce, ho iniziato a lavorare in solitaria. Ecco, in quei momenti ho sentito una responsabilità altissima. In ogni tratta trasporti centinaia di persone e, ovviamente, non è ammessa la minima distrazione. Certo, i protocolli sono rodati e noi macchinisti siamo sempre in contatto con istruttori e capotreni, ma i primi giorni ero davvero agitata. Poi la passione ha cancellato ogni tensione. Una volta mi è anche accaduto che il convoglio si fermasse per problemi tecnici sotto una galleria, ma ho risolto tutto in pochi minuti, seguendo l’iter previsto in questi casi e mantenendo il sangue freddo».

E come va con le colleghe donne?

«Purtroppo a Pescara non ci sono altre macchiniste, ma quando ho avuto a che fare con loro ho potuto sperimentare tanta sorellanza e solidarietà. I racconti di viaggio che ci scambiamo tra colleghe donne sono davvero spassosi perché con questo lavoro incontriamo davvero centinaia di persone meravigliose… Dovremmo girare un film!».

Sempre più donne sui treni

Fabiana e Anna Maria non sono le sole. Sono infatti sempre di più le donne che lavorano nelle stazioni e sui treni. Inoltre, «sono 20mila le assunzioni che il Gruppo FS prevede di fare nei prossimi 5-6 anni», ha detto l’amministratore delegato Luigi Ferraris.

Riproduzione riservata