Donna al lavoro

5 modi per usare in modo sano la competizione sul posto di lavoro

La competizione non è sempre un male: può essere sfruttata in modo sano per offrire nuovi stimoli e per migliorare la produttività di un team

C’è un modo per usare la competizione in modo sano sul posto di lavoro? Il dialogo e il confronto sono sempre positivi, soprattutto nel momento in cui abbiamo bisogno di crescere professionalmente. L’errore più comune che potremmo fare è quello di chiuderci in noi stesse e di pensare di non avere bisogno di nessuno. Ed è sbagliato.

La competizione non è sempre un male, ma non deve essere il centro di tutto. Allo stesso tempo, possiamo usarla a nostro favore: dare nuovi stimoli, essere più energiche e sul pezzo, senza avere paura degli errori. Permettiamo a noi di crescere, e anche agli altri, diventando un punto di riferimento: ti parliamo dei cinque modi con cui puoi rendere la competizione sul lavoro (molto) più sana.

Credi in te stessa e nelle capacità degli altri

Il meccanismo della competizione si attiva quando c’è effettivamente un “premio“, che può essere anche simbolico. Tutte noi a modo nostro cerchiamo l’attenzione, il riconoscimento. Il problema è che, facendo così, diventa una gara a chi è migliore: a chi ha più da dare, da offrire all’azienda. Ed è bello il pensiero di impegnarsi per crescere, ma può rivelarsi anche distruttivo.

Diciamoci la verità: l’entusiasmo non va frenato, perché permette di trovare la motivazione, il proprio posto all’interno dell’ambiente lavorativo. Il problema si pone nel momento in cui la competitività si sbilancia, perché non si fa lavoro di squadra, ma si pensa solo ed esclusivamente al benessere individuale. In questo caso la competizione diventa nociva (e può anche rovinare la cultura aziendale).

Metti a disposizione il tuo talento

Se sei brava a fare qualcosa, condividi. Non c’è nulla di peggio di impedire la crescita professionale delle colleghe e dei colleghi solo per vederli fallire. La verità è che chi è davvero – e tanto – competitivo vuole tutto, e non importa quale sia il prezzo da pagare (spesso, la solitudine). Se vuoi però utilizzare la competizione in modo sano, devi metterti a disposizione e devi essere pronta a dare una mano.

Ognuna di noi ha un talento, spesso nascosto. C’è chi è brava a comunicare, chi a organizzare, chi a creare. Dalla logica alla creatività, esiste una “bilancia” dentro di noi, l’ago che pende da una parte e dall’altra. Sai cosa può fare la competizione? Essere un tramite per creare un magnifico equilibrio sul posto di lavoro. Nessuna guerra, ma solo pensieri positivi per trovare nuovi metodi per emergere, senza rimanere bloccata sul lavoro.

Apriti al confronto

Devi rimanere focalizzata sull’obiettivo principale, che è aprirti al confronto, al dialogo. La competizione può essere anche motivante, e persino automotivante. Il che significa che ti spinge a dare la versione migliore di te sul posto di lavoro. Non devi però perdere di vista l’obiettivo, che è quello di concentrarti sugli aspetti da migliorare nel team e nella tua carriera.

Possono presentarsi molti ostacoli sul lavoro: il primo è indubbiamente quello di non saper chiedere aiuto quando necessario. Le persone fortemente competitive, che non sfruttano questa caratteristica nel migliore dei modi, possono infatti rischiare il burnout. Non bisogna esagerare, ma sapersi controllare e capire quando è il momento di spingere sull’acceleratore.

Sfrutta la competizione per far emergere i talenti

Hai presente quando abbiamo menzionato il premio? Non dev’essere per forza chissà cosa: a volte, basta molto poco per accendere la scintilla della competizione (sana). Dal momento in cui ognuna di noi ha un talento, dobbiamo farlo emergere. Se sei a capo di un progetto, gioca questa carta a tuo favore: considera anche chi vuole vincere a tutti i costi e cerca di placare gli animi.

Sul lavoro, dobbiamo essere produttive, impegnate, energiche. Che è totalmente il contrario del risentimento che si può creare nel momento in cui si sbaglia, si fa un errore o un piccolo inciampo. Perché una cattiva competizione insegna che non c’è margine di errore. Non è vero. Tutto deve essere svolto a ritmi sì sostenuti, ma umani. Non siamo robot.

Relazionati nel modo corretto

Non dimenticare mai la correttezza e la trasparenza. Sì, perché essere competitivi non significa in alcun modo essere scorretti. O, almeno, possono verificarsi dei problemi, ma evitarli è il nostro obiettivo principale. Sii sempre sincera e autentica, e scegli di relazionarti con gli altri seguendo il tuo istinto.

Quando c’è una competizione sana sul lavoro? Quando il lavoro viene riconosciuto e apprezzato, ma in modo reciproco e non individuale. Se ignori qualcuno, sbagli. Relazionati in modo tale da considerare il contributo di ciascuna persona del team. Elogia tutti in modo equo: non sbilanciarti, non spezzare gli equilibri. Altrimenti, sul lungo termine, si potrebbero creare delle antipatie e delle competizioni interne che rovineranno l’ambiente lavorativo.

Pertanto, sì, usa la competizione sul lavoro, ma ricorda che va dosata: con il tempo saprai ottenere il meglio dal tuo team, che non avrà punti deboli, ma una forza incredibile per emergere e aiutarsi a vicenda.

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