stanza con persona ammalata

Assistenza domiciliare, cos’è e come richiederla

Quando una persona è costretta a letto, come aiutarla? Si può attivare l'assistenza domiciliare. Ma ci sono altri servizi che aiutano le famiglie

Cosa succede quando una persona ha subito un intervento chirurgico e deve seguire cure riabilitative per qualche mese? Se è costretta a letto e non può andare in ambulatorio per sottoporsi alle terapie, la soluzione è la fisioterapia.

Ma non tutti possono permettersela a domicilio. Per fortuna ci si può appoggiare alla Asl che attiva l’assistenza domiciliare.

Assistenza domiciliare: come funziona e chi può richiederla

Se una persona è impossibilitata a muoversi per un periodo  di tempo limitato, può chiedere alla Asl che  le venga fornito il servizio di Assistenza domiciliare programmata, come spiega Valeria Fava, viceresponsabile del Servizio tutela del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.

La domanda deve essere presentata dal vostro medico di base o da quello della struttura dove è ricoverata: entro 48 ore verrà fissata una visita a domicilio, durante la quale un’équipe di specialisti elaborerà con il medico un piano terapeutico, programma che comprende per esempio una serie di sedute di fisioterapia.

Se le condizioni lo richiedono, potranno essere incluse altre prestazioni sanitarie, come prelievi di sangue, visite specialistiche, iniezioni o flebo. I servizi sono gratuiti perché rientrano nei Livelli essenziali di assistenza, cioè nelle prestazioni garantite dal Sistema sanitario nazionale.

Assistenza domiciliare integrata: cos’è e come funziona

Anche chi soffre di disabilità o malattie invalidanti può richiedere cure a casa propria. Il servizio in questo caso prende il nome di Adi (Assistenza domiciliare integrata) ed è garantito senza limiti di tempo.

È sempre il medico di base che deve inoltrare la richiesta, certificando che il paziente ha gravi limitazioni alla mobilità. Se è necessaria anche una persona che si occupi dell’igiene personale o che prepari i pasti, bisogna invece rivolgersi allo Sportello dei servizi sociali del Comune. Quest’ultimo, però, è riservato solo alle fasce di popolazione a reddito più basso; alcuni Comuni lo estendono a una platea più larga di utenti, ma chiedono una compartecipazione della spesa da parte della famiglia.

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