Coppia giovani casa trasloco scatoloni

Mutui, un sogno per gli under 35

Le banche non li danno e i giovani li chiedono meno. Così i prestiti erogati a chi vuole mettere su casa si sono dimezzati. Ma qualche speranza, in realtà, c’è

Michela ci scherza su: «Mio fratello di 34 anni sta per chiedere un mutuo e ha mobilitato tutti gli amici che lavorano in banca, è terrorizzato». Giovanna, 36 anni e un impiego a partita Iva, per avere il sospirato prestito ha presentato al suo bancario estratti conto e dichiarazioni dei redditi degli ultimi cinque anni, con tanto di file excel e grafico, doveva dimostrare di avere avuto entrate costanti nel tempo. A Barbara, un contratto a tempo che ha tutti i presupposti per diventare stabile, c’è voluta invece la garanzia del papà.

Storie come queste, di 30-40enni che vedono la casa come un miraggio, in Italia sono la norma, come ha denunciato recentemente l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri, citando i numero dell’osservatorio di MutuiOnline. Tra il 2006 e il 2020 la percentuale dei mutui erogati a persone sotto i 36 anni si è dimezzata, passando dal 44,8% al 22,6%, la richiesta è crollata dal 49,2% al 27,2%, nonostante i tassi di interesse ai minimi storici. I prestiti per la casa non sono mai stati così convenienti, ma i giovani li chiedono sempre meno e quando lo fanno le probabilità che la banca li conceda restano basse, come e più di ieri: esigono impiego, stipendio e garanzie. Che non ci sono.

«Su tutto pesa l’instabilità economica del Paese» spiega Roberto Anedda, vicepresidente di MutuiOnline. «I giovani hanno contratti sempre meno stabili e retribuzioni più basse. Poi, dalla grande crisi finanziaria del 2008, diverse direttive comunitarie impongono agli istituti di credito parametri sempre più rigidi». Si è passati dalla flessibilità che ieri, anche se solo in parte, permetteva alle banche di “dare fiducia” a un brillante precario a inizio carriera a un rating molto severo: più il punteggio è basso, più questo incide negativamente sul bilancio della banca, e sulla possibilità di fare circolare la liquidità (quindi effettuare altre operazioni e guadagnare). Avere tanti clienti con un rating basso significa avere in cassa più denaro vincolato, che non può essere utilizzato.

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Per tentare di arginare il problema e di dare un paracadute a chi non ha le spalle coperte da anni nel nostro Paese è stato istituito il Fondo garanzia prima casa, che dà la priorità di accesso a coppie e lavoratori atipici under 35. Per ogni domanda accolta, lo Stato si fa garante del 50% della somma da finanziare, impegnandosi a pagare in caso di insolvenza: per avviare la pratica basta compilare una domanda scaricata dal sito consap.it e presentarla al consulente della propria banca, dopo avere verificato che l’istituto aderisca all’iniziativa. Se la domanda viene ammessa, la banca non può pretendere altre fideiussioni sul prestito. Fino a oggi il Fondo ha permesso di finanziare più di 172.000 mutui su un totale di 194.000 domande.

«Certo, i “ma” non mancano. Sono in pochi a conoscere lo strumento e gli stessi istituti non sempre ne parlano ai clienti» spiega Anna Vizzari, esperta di credito e finanza di Altroconsumo. «Da una nostra inchiesta è emerso che tendono a proporlo a chi già avrebbe i requisiti per ottenere il prestito, usandolo come garanzia ulteriore su crediti già sicuri. I giovani sono solo il 60% di chi sfrutta l’opportunità. Conviene invece arrivare in istituto con la domanda già compilata». C’è poi la questione delle risorse, sempre più scarse e a singhiozzo. La dotazione iniziale è stata di 549,6 milioni di euro, altri 100 milioni sono arrivati solo nel 2019 e nell’ultima legge di bilancio, sono stati stanziati appena 10 milioni. La Consap fa sapere che basteranno per coprire richieste per tutto il 2020. Poi bisognerà aspettare un nuovo decreto.

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C’è poi un’altra iniziativa statale sul fronte casa. Una misura del 2016, che consente sgravi fiscali agli under 35 che scelgono il leasing abitativo. La formula prevede che sia la banca o la società a comprare l’immobile al posto del cliente, il quale si impegna a versare un anticipo del 15-20%, paga una rata mensile per gli anni pattuiti, infine riscatta l’immobile con una maxirata finale, che potrà a sua volta finanziare con un mutuo. Gli under 35 con redditi sotto i 55.000 euro possono detrarre dalle tasse il 19% su un massimo di 8.000 euro all’anno e di 20.000 per la maxirata.

«Può essere utile per “prenotare” una casa senza anticipare grosse somme, e pagando una piccola rata mensile. Sapendo però che l’appartamento non diventa di proprietà fino al riscatto, e tassi di interesse e condizioni vanno valutati volta per volta» spiega la Vizzari. «Al di là dei grandi gruppi come Bnl, Unicredit e Intesa, sono però in pochi a offrire questo prodotto e gli istituti tendono a farlo su immobili di loro proprietà. Per questo il leasing è poco diffuso». Secondo i dati Assilea, solo il 2,9% dei contratti di leasing immobiliare stipulati nel 2018 ha riguardato abitazioni, di questi la metà per una prima casa. «In tutto circa 6.500. Il rapporto con mutuo resta molto squilibrato: per ogni contratto di leasing si fanno 20 mutui prima casa».

L’impressione, da più parti, è che le politiche abitative siano uscite dall’agenda dei governi. «Fanno meglio le Regioni, specie quelle a statuto speciale come Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino» continua l’esperta. «In ordine sparso, stanziano fondi per erogare contributi a favore dei giovani o di categorie svantaggiate. Vale quindi la pena informarsi se ci sono incentivi sul proprio territorio, anche a livello comunale». Nel 2019, per esempio, lo hanno fatto Marche, Friuli Venezia Giulia, nel 2018 l’Umbria e la Toscana, anche se per il 2020, nessuno ha ancora annunciato nuovi bandi.

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COSA OFFRONO LE BANCHE?

Molti gruppi bancari propongono mutui per i più giovani, anche se la valutazione dei redditi e della situazione lavorativa resta però una conditio sine qua non per ottenere il prestito. Il mutuo per giovani coppie di Ubi Banca, per esempio, è dedicato alle coppie sotto i 40 anni che non hanno un contratto a tempo indeterminato, purché lavorino da almeno 18 mesi o abbiano lavorato almeno 18 mesi negli ultimi due anni. Agli under 35 anni, Intesa finanzia fino al 100% dell’importo, e Carige offre la possibilità di abbassare le rate per 36 mesi, pagando i soli interessi.

CRESCONO LE VENDITE DI CASE

Nel 2018 sono state acquistate circa 283.000 abitazioni con un mutuo. Il dato è in aumento, rispetto al 2017, dell’8,8%.
fonte: Agenzia delle entrate

A CHI VANNO I MUTUI

I finanziamenti per la casa richiesti da lavoratori atipici sono lo 0,6% del totale, quelli erogati lo 0,2%. I mutui concessi ai lavoratori a tempo indeterminato sono l’88,1% del totale, quelli ai lavoratori autonomi il 7,2%.
fonte: MutuiOnline

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