Come affrontare gli insuccessi scolastici dei figli

1/11 – Introduzione

La fine dell’anno scolastico è ormai arrivata. Pagelle e voti: non si fa altro che pensare a questo. E forse ci pensano più i genitori che i ragazzi. E se la promozione è scontata per alcuni, tutto bene e grande felicità, ma come comportarsi di fronte a una bocciatura, a un brutto voto, o persino a un rimprovero da parte di un insegnante? Vediamo, dunque, qualche come consiglio per i genitori su come affrontare gli insuccessi scolastici dei figli.

2/11 Occorrente

  • calma
  • tempo
  • dedizione

3/11 – Moderare le emozioni

La cosa importante è non usare mai la parola “fallimento”. Sono ben altre e ben poche le cose in cui si fallisce davvero, gravissime e bruttissime, ma non certo un cattivo voto a scuola o una brutta pagella. Chi di noi non ha mai affrontato una situazione del genere? Bisognerà, quindi, trovare il giusto compromesso tra farne una tragedia e minimizzare il tutto. Se si minimizza, il ragazzo potrebbe pensare che al genitore non interessi niente di lui e del suo rendimento scolastico e non gli comporterebbe alcuno sprone a migliore per il futuro. Se ci si arrabbia eccessivamente, invece, si fa apparire la cosa più grave di quello che è in realtà. È un po’ come un’indigestione, bisogna avere il tempo di digerire bene e poi andare avanti ancora più forti. Sicuramente bisognerà cercare di trarre tutto ciò che di positivo c’è anche in un brutto voto o in un rimprovero da parte di un professore, come una lezione di vita e di grande umiltà.

4/11 – Dialogare per capire

Parlare al proprio figlio: ecco cos’è importante davvero, cercando insieme una soluzione. Anche parlare con l’insegnante potrebbe migliorare la situazione, chiedendogli se c’è modo di rimediare o recuperare. Il dialogo con l’insegnante, però, non deve essere un attacco verso quest’ultimo, che ha svolto solo il proprio dovere di educatore, ma un modo di ricucire delle incomprensioni per migliorare nel futuro. Di solito, i brutti voti o rimproveri sono meritati, quindi sarà altamente diseducativo, da parte dei genitori, incolpare l’insegnante delle mancanze dei propri figli.

5/11 – Correre ai ripari

Un genitore, dunque, dovrebbe limitarsi a capire l’insuccesso del figlio e proporgli, con grande delicatezza, il miglior rimedio da adottare. Forse è il suo metodo di studio che va rivisto e, se il genitore non ne ha il tempo o non è in grado, potrebbe essere utile chiedere un piccolo aiuto ad un altro insegnante o ad un giovane studente universitario che sia in grado di aiutare il proprio figlio al meglio. Acquisire un buon metodo di studio è spesso la soluzione ottimale agli insuccessi, specialmente se non è la volontà di studiare a mancare. I miglioramenti non tarderanno ad arrivare, l’autostima risalirà e il percorso di studi avrà modo di riprendere velocità nella giusta direzione.

6/11 – Dare l’esempio

Da non tralasciare, poi, l’esempio che i genitori stessi danno ai figli con quello che fanno ogni giorno. Magari un papà che un giorno non avesse voglia di andare al lavoro potrebbe spiegare al figlio che, benché gli pesi molto, dovrà farlo perché è quello il suo dovere. Infatti, non c’è esempio peggiore di un genitore che inizia qualcosa e poi non la porta a termine. La più importante lezione è insegnare a figli che un impegno preso va portato a termine con tenacia e costanza, e nel loro caso studiare è il principale compito.

7/11 – Motivare con la presenza

Un genitore dovrà, inoltre, aiutare il figlio a trovare sempre la motivazione giusta. Magari all’inizio di un nuovo ciclo di studi un ragazzo potrebbe sentirsi a disagio, quasi inadeguato, fino a credere di non potercela fare. Sarà compito del genitore ricordargli le sue aspirazioni e dargli forza. Un genitore potrà aiutare il figlio nei momenti di crisi scolastica anche studiando con lui, insegnandogli tecniche, strategie e persino trucchetti per studiare meglio e con meno fatica. D’altra parte, un pezzo di strada fatto in due, nella vita come a scuola, sembrerà più breve e meno pesante.

8/11 – Spostare gli obiettivi

Un ragazzo potrebbe vivere come un fallimento il non prendere, per esempio, la media del nove in tutte le materie, ma solo una sufficienza, confrontandosi con fratelli, cugini o amici più bravi. Bisognerà spiegare che l’obiettivo può anche essere cambiato, spostando la media del nove a quella del sette, senza per questo doversi sentire inferiori o meno intelligenti. Si tratta semplicemente di attitudini, e quella allo studio potrebbe non essere tra le sue migliori qualità, facendogli notare, invece, come sia bravo in determinate altre attività praticate.

9/11 – Collaborare con la scuola

La scuola e la famiglia, poi, debbono allearsi per consentire una crescita serena ed equilibrata ad un ragazzo che si prepara. Dunque, come già accennato, mai allearsi con il proprio figlio contro gli insegnanti: si scatenerebbe una guerra tra due fazioni e chi ne farà le spese sarà senza dubbio l’alunno. E non solo in termini di voti, ma perché non imparerà mai il rispetto per un insegnante e quello che la sua figura rappresenta. Sarà solo capace di ritorsioni, come purtroppo avviene oggi molto spesso, e non accetterà mai di buon grado un eventuale cattivo voto o un rimprovero. Invece, gli andrà spiegato che forse l’insegnante avrà avuto le sue ragioni nel rimproverarlo, perché magari non si è comportato adeguatamente in classe o con i compagni e che in futuro le cose miglioreranno se lui cambierà atteggiamento. Spiegare, infine, che un brutto voto o anche una bocciatura non saranno la fine del mondo, ma anzi potranno essere un incentivo a fare meglio per raggiungere la meta prefissata.

10/11 Guarda il video

11/11 Consigli

  • Avete mai pensato che magari i vostri figli non rendono in termini scolastici perchè sono troppo carichi di impegni? Valutate se le attività extra scolastiche non siano troppe o eccessivamente faticose. In questo caso potrebbe essere il caso di rivedere le priorità e scegliere attività facoltative più leggere.

Alcuni link che potrebbero esserti utili

Riproduzione riservata