bambino ribelle

Come educare un bambino ribelle

Che fare quando il bambino è ribelle e si rifiuta di piegarsi alle regole? Non bisogna preoccuparsi, ecco una piccola guida

I bambini sono delle creature davvero meravigliose che danno gioia e serenità ai loro genitori e ad ogni famiglia. Talvolta però, alcuni di essi possono manifestare qualche piccolo problema comportamentale, normale durante il processo di crescita, che li porta ad essere definiti un po’ “ribelli”. Quando un bambino assume un atteggiamento del genere, la causa è quasi sempre da ricercarsi in una o più difficoltà a livello emotivo, che in qualche modo influiscono sul sereno decorrere della sua vita. In questa guida sarà spiegato come educare un bambino ribelle.

L’occorrente

  • Amore
  • Osservazione
  • Empatia
  • Dialogo

Atteggiamenti ribelli

Manifestare atteggiamenti di ribellione significa assumere dei comportamenti che vanno oltre l’educazione e le regole comuni, arrivando ad arrecare disturbo verso i singoli, la famiglia o tutta la comunità in cui si è inseriti (scuola, amici, ecc.). Per prima cosa, quando si nota nel bambino qualche atteggiamento di questo tipo, è necessario mettere a fuoco il contesto in cui vive quotidianamente. Questo può infatti essere una causa della sua ribellione. Se, ad esempio, un bambino viene cresciuto dai nonni o da una baby-sitter, può divenire capriccioso e pretendere, appunto con atteggiamenti ribelli, che gli sia concessa ogni cosa anche da parte dei genitori. In questi particolari casi è necessario avere ben presente che i bambini hanno bisogno di amore e di attenzioni, ma anche di fermezza. Talvolta, fargli capire che non possono avere tutto e dirgli qualche “NO”, risulta decisamente più salutare piuttosto che concedergli tutto.

Individuazione della causa

La ribellione può però essere scatenata anche da altre cause. Per poter intervenire in modo adeguato sui comportamenti del bambino, è quindi necessario individuare questa causa ed eliminarla. Un bambino ribelle esprime, sempre e comunque, un forte disagio interiore. I suoi atteggiamenti divengono quindi un modo per attirare l’attenzione su di sé e per punire qualcuno, spesso proprio i genitori. Questa sofferenza va molto spesso ricercata in genitori disattenti o poco presenti in casa o in una forte gelosia verso un fratellino più piccolo che ai suoi occhi sembra essere “preferito” e maggiormente amato dai familiari. In questi casi, stare un po’ più di tempo con il bambino, giocare e parlarci insieme (facendogli capire che gli si vuole un gran bene), può essere molto utile e risolvere il problema nel giro di poco tempo.

Empatia

Anche quando si parla di bambini adottati, sia in tenera età che già grandicelli, la causa di una possibile ribellione va ricercata nella loro sofferenza, magari per esperienze pregresse. In alcuni casi, gli atteggiamenti ribelli costituiscono un vero e proprio modo attraverso cui i bambini cercano di affermare loro stessi. Questo bisogno può nascere da un atteggiamento troppo repressivo da parte dei genitori o delle strutture preposte all’educazione del bambino. In generale, il dialogo, l’osservazione attenta e la comprensione, insieme ad una buona dose di empatia, possono risolvere il problema ed educare qualunque bambino. Nei casi più complessi potrebbe però essere utile rivolgersi ad un bravo psicologo che possiede tutti gli strumenti e le conoscenze più adatte per intervenire sull’equilibrio interiore del bambino.

Un consiglio finale

  • Nei casi più diffili, consultare uno psicologo
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