

1/5 – Introduzione
Essere egocentrici significa pensare solo a se stessi, senza curarsi di quello che pensano o sentono gli altri. Ma nel caso dei bambini, l’egocentrismo è improntato semplicemente nel fatto che si trovano in uno stadio evolutivo in cui non hanno ancora sviluppato il pensiero empatico. Di solito, intorno ai 18-24 mesi i bambini iniziano a sviluppare forme più o meno accentuate di egocentrismo che li porta a pensare di essere al centro di tutto e che tutto gli appartenga. È una fase molto delicata che i genitori devono cercare di gestire al meglio per evitare che diventi un atteggiamento più accentuato negli anni a venire.
L’egocentrismo, dunque, fa parte dello sviluppo dei più piccoli ed è salutare che lo superino, inoltre è necessario che attraversino questo stadio e che i genitori non debbano dargli più importanza di quello che realmente merita; pertanto, dovrebbero solo armarsi di tanta pazienza e affetto. Vediamo quindi in questa breve ma semplicissima guida come gestire questo atteggiamento nei bambini.
2/5 – Insegnargli a condividere le cose
La prima cosa da fare per gestire l’egocentrismo del nostro bambino è quello di fargli capire che non tutto gli appartiene, come invece tendono a pensare i bambini a questa età, e che è necessario condividere gli oggetti con gli altri. Già in casa il genitore può abituare il bambino alla condivisione chiedendogli, per esempio, di utilizzare un suo gioco o un suo oggetto dando a lui, di contro, un proprio oggetto. La presenza di un fratello o di una sorella può accentuare l’espressione del proprio egocentrismo nel bambino all’inizio, in quanto costituisce un vero e proprio trauma, ma nel tempo aiuta questo processo di consapevolezza nel bambino, ma è bene armarsi di tanta pazienza perché non mancheranno litigi e manifestazioni di rabbia da parte del piccolo e gestirli a volte mette a dura prova i nostri nervi.
3/5 – Promuovere il contatto con i coetanei
Per lavorare sulla condivisione, comunque, è importantissimo il contatto con i coetanei frequentando, ad esempio l’asilo. Lì il nostro bambino sarà, per forza di cose, costretto a condividere giochi ed oggetti ed a capire che gli altri bambini hanno il suo stesso diritto di usare quegli oggetti. Il bambino verrà guidato dagli insegnanti in questo importante processo anche tramite giochi di ruolo adatti che fanno capire al bambino che non può sempre essere al centro dell’attenzione e che deve lasciare il posto ai coetanei in determinati momenti. Anche in questo contesto non mancheranno litigi o crisi di pianto, che andranno gestiti con calma e con pazienza. Si tratta di un processo difficile e lungo, ma necessario affinché il nostro bambino possa integrarsi al meglio con i coetanei e con la società in genere.
4/5 – Trovare delle alternative ai loro desideri
Se quindi il bambino pretende di avere un determinato oggetto, non dobbiamo negarglielo con nervosismo e scatti d’ira, bensì intratteniamolo con un’altra alternativa che riteniamo più appropriata. In ogni caso, dobbiamo agire con calma, affetto e delicatezza e controllare il nostro atteggiamento, senza urlare ed evitando modi bruschi. Se il bambino insiste col volere una determinata cosa, ripetiamo di nuovo le stesse frasi senza alterazioni per non scatenare la sua ira. Un genitore, infatti, deve in ogni caso essere un buon esempio di calma e serenità per un figlio.
5/5 Consigli
- Evitare di innervosirsi
Alcuni link che potrebbero esserti utili
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