Come riconoscere la chetosi nei bambini

1/5 – Introduzione

Il corpo del bambino ha bisogno di una quantità di glucosio tre volte superiore rispetto a quella di un adulto e le sue riserve sono generalmente basse. Ed è proprio in queste circostanze che i chetoni entrano in azione; questi ultimi funzionano in assenza di zucchero e forniscono un supplemento di glucosio al corpo.
La chetosi, dunque, nota anche come acetone, è un processo biologico legato all’alimentazione. In poche parole la chetosi è una temporanea disfunzione metabolica.
Si verifica principalmente nei bambini fino ai 10 anni quando l’organismo, finiti gli zuccheri da bruciare nel sangue, inizia a bruciare i grassi. La chetosi non è una vera e propria patologia, bensì un sintomo importante di una disfunzione dell’organismo. Questo meccanismo di difesa è riconosciuto dal caratteristico odore presente sul respiro e nelle urine del piccolo. Per misurare la presenza di chetoni, vengono utilizzati speciali nastri urinari a questo scopo, che sono impregnati di gocce di urina e indicano attraverso la colorazione la presenza o meno di essi.
Vediamo in questa guida quali sono le cause più comuni, i sintomi e qualche consiglio sui rimedi. Riconoscere i sintomi della chetosi può aiutare a prevenire problemi più seri.

2/5 – Le cause

Le motivazioni di questo disturbo possono essere molteplici.
La più comune è associata allo stato febbrile e al relativo cambio di abitudini alimentari.
La causa può anche essere un’alimentazione errata: il digiuno oppure una dieta troppo ricca di grassi possono provocare rapidamente una chetosi, tanto nei bambini quanto negli adulti.La chetosi può essere ricondotta a un basso contenuto di proteine, carboidrati, grassi saturi o frutta. Ecco perché è importante rispettare le quantità necessarie di consumo di ciascun gruppo alimentare nella dieta dei bambini.
Altra motivazione comune può essere un’intensa ed eccessiva attività sportiva oppure uno sforzo fisico prolungato al quale il corpo non è in grado di rispondere con gli zuccheri disponibili. L’organismo inizia così a bruciare i grassi per trovare energia sufficiente.
Tra le cause patologiche vi sono il diabete, l’alcolismo, le malattie del pancreas oppure del fegato.
La chetosi è, di per sé, un metodo utilizzato per dimagrire perché aggredisce direttamente i grassi.
Tuttavia uno stato prolungato (superiore ai 10-20 giorni) può portare grossi problemi, terminato il grasso l’organismo inizierebbe ad attaccare il muscolo.
Prestate quindi molta attenzione se decidete di seguire diete chetogeniche.

3/5 – I sintomi

Possiamo facilmente riconoscere i segni di questo disagio, l’alito infatti assume subito il tipico odore di “frutta molto matura” oppure di “solvente per unghie”, mentre la lingua è spesso ricoperta di una patina biancastra e la persona accusa un senso di malessere generale.
Un bambino con chetosi di solito presenta faringite, lieve diarrea e persino infezioni nell’intestino che causano mal di stomaco, mal di testa, perdita di appetito, sonnolenza e, quindi, presenza di occhiaie e secchezza delle fauci.
La chetosi è spesso associata a questi sintomi: nausea, dolori addominali, mal di testa, respiri profondi e frequenti, sonnolenza, disidratazione, vertigini e aritmia cardiaca (nei casi più gravi).
In farmacia sono disponibili facili test che si possono fare a casa in pochi minuti. Sarà sufficiente fare qualche goccia di pipì su uno stick sul quale sono presenti dei reagenti per verificare la presenza di chetosi. Qualora si riscontri per un lungo periodo è sempre consigliabile rivolgersi al proprio pediatra.

4/5 – I rimedi

Per rimediare a questo malessere è indispensabile assumere frequentemente (ed in piccole dosi) zuccheri.
Ad esempio somministrando a piccoli sorsi: acqua zuccherata, succhi di frutta o bevande zuccherate.
Cosi facendo l’organismo reintegrerà le scorte di energia, ricominciando così a bruciare gli zuccheri anziché i grassi.
In caso di vomito provocato dall’acetone, assumere un cucchiaino di zucchero seguito da sorsi di acqua fresca. Eliminare dalla dieta tutti gli alimenti ricchi di grassi (quali ad esempio: insaccati, formaggi, latte intero, cioccolato, fritture e burro) privilegiando invece cibi ricchi di carboidrati: pasta, riso, cereali e pane.
Nel caso la situazione non migliori rapidamente o comunque in caso di dubbi, consultare il pediatra.

5/5 Consigli

  • Non lasciate mai soli i vostri bambini e in caso di dubbi chiamare subito il pediatra

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