Di recente un team di ricerca appartenente all’Università di Oslo, in Norvegia, ha permesso di sperimentare in prima persona la visione di un neonato visualizzando sul monitor di un computer il campo visivo nei primi giorni dopo la nascita. Nonostante i dettagli delle figure siano sfocate, fin dai primi giorni di vita riusciamo a distinguere il sorriso o, viceversa un’espressione di rabbia o tristezza: a queste impressioni contribuiscono il tono di voce della mamma, la rigidezza o, viceversa, il calore di un abbraccio rilassato, ovvero gli stimoli che un genitore manifesta attraverso ogni parte del corpo.

Attribuire un senso alla parola

COSTRUIRE IL SENSO
«Se il colore bianco in italiano ha un certo significato, oggi sappiamo, per esempio, che gli eschimesi, nella loro lingua distinguono almeno 7 tonalitá di bianco: sfumature che il nostro occhio non è abituato a vedere, vivendo in un paesaggio completamente differente» chiarisce Irene Buttazzi. Lavorare sull’attribuzione del senso diventa importante, perché aiuta un bambino a giocare con le parole e trasformare l’alfabeto in un materiale plastico in grado di arricchire il suo vocabolario in maniera attiva. La questione non è imparare nuovi termini attraverso la memorizzazione, bensì diventare abili nel manipolare le parole e farle diventare nostre amiche, alleate. A cosa pensi quando dico… rosso? Quali emozioni ti suscita? Rosso è ‘colore’, ed anche ‘amore’, ‘passione’, ‘rabbia’. Sollecitare e stimolare la capacità di immaginazione dei piccoli con stimoli/input multisensoriali aiuta a sviluppare un approccio più consapevole verso la lingua.

Impariamo ad ascoltare i nostri bambini

RACCONTIAMOCI
Chiedimi com’è andata la giornata, chi sono i miei amici, che cosa faccio durante l’intervallo, di cosa ho paura e quali sono i miei sogni: parlare con i bambini significa (soprattutto!)… ascoltare! Nella freneticità delle nostre vite a volte lasciamo cadere una domanda nell’aria senza raccogliere veramente le risposte. Siediti. Guarda i bambini negli occhi e osserva i piccoli movimenti inconsapevoli: attraverso il non verbale passa oltre il 70% della comunicazione. Guardare il televisore o controllare lo smartphone mentre qualcuno ci parla, adulto o piccolo, non ha niente a che vedere con l’ascolto autentico. Sii presente e attento. Ascoltare significa dare spazio all’altro, riconsegnare nelle sue mani la libertà di raccontare il mondo attraverso un punto di vista diverso sulle cose. Per un bambino trovare le parole per spiegare gli eventi della giornata costituisce un allenamento prezioso, perché stimola la sua capacità di espressione e lo aiuta a decodificare le emozioni provate, due risorse fondamentali per la crescita.

Gocare con i sinonimi

WEB INTELLIGENTE
La capacità espressiva dei bambini può essere coltivata e aiutata. Decidi di ritagliare uno spazio di tempo da dedicare consapevolmente all’ascolto dei tuoi figli e usa questo momento per allenare le sue abilità linguistiche: diventerà un’abitudine piacevole (più dei riassunti!) e un vero e proprio stile di vita. Quando un bambino ti racconta qualcosa chiedi degli esempi, fai domande, spronalo a utilizzare i cinque sensi e raccontare il mondo attraverso punti di vista diversi. Avete incontrato una parola sconosciuta? Provate a trovare dei sinonimi e immaginare le associazioni con cui può avere a che fare: in questo caso il web si dimostra uno strumento intelligente e fondamentale da utilizzare durante i compiti a casa. Imparare a usare la rete in modo consapevole è un allenamento che parte quando noi adulti siamo i primi a dare il buon esempio.

Non storpiare le parole, nemmeno con i neonati

PAROLE NUOVE
Intorno ai due anni un bambino può produrre dalle 50 alle 400 parole: una differenza importante, che varia sensibilmente a seconda degli stimoli ricevuti. Per stimolare la comunicazione usa momenti come la pappa o una passeggiata, in cui descrivere ciò che state vedendo e raccontare le emozioni che provi. Aiutare un figlio a scoprire il mondo intorno aumenterà la sua capacità di osservare e riflettere, notare dettagli, elaborare sentimenti. È bene evitare di storpiare le parole, abitudine che spesso si ha con i bambini molto piccoli. Al contrario, è importante utilizzare, con semplicità e chiarezza, i termini corretti scandendo bene le parole: l’adulto non si deve trasformare in un neonato, bensì offrire gli strumenti affinché un bambino possa crescere. Grazie al ritmo le filastrocche e le canzoni costituiscono uno strumento molto utile per imparare in una modalità ludica.

L'importanza degli esempi

IL VALORE DEGLI ESEMPI
«Per un bambino è importante iniziare a dare significato alle cose» spiega Irene Buttazzi, che aggiunge: «Di che colore sono io? Quali emozioni suscita in te questo colore? Possiamo giocare con il senso delle cose e capire che una certa parola può avere piú di un significato». L’attribuzione del significato non avviene in maniera spontanea e meccanica: si tratta di un complesso lavoro di costruzione dell’immagine che abbiamo del mondo e dipende dagli elementi che ci guidano nell’elaborazione mentale di questo mondo. Ecco il motivo per cui ogni lingua è intraducibile e costituisce una diretta espressione della cultura che l’ha elaborata. Apprendere una lingua significa imparare un modo di stare al mondo, guardare le cose attraverso una determinata prospettiva. La docente aggiunge: «E ricordiamoci che un buon esempio è meglio di mille parole».