Relazione tra genitori e figli dopo la separazione

Come si modifica il rapporto tra i genitori e i figli dopo la decisione di separarsi dei coniugi

RELAZIONE GENITORI FIGLI DOPO SEPARAZIONE – La relazione tra genitore e figli in seguito alla separazione può il più delle volte migliorare, modificarsi o restare invariata, ma raramente si deteriorera’ laddove la comunicazione resterà aperta, sincera, e soprattutto priva di aspetti manipolatori.
 

A volte può accadere che la separazione consenta al genitore di concentrarsi maggiormente sui propri figli, di avere maggiori attenzioni nei loro riguardi e maggior flessibilità. Il tempo a loro dedicato se ben organizzato  può essere qualitativamente migliore, proprio perché non esistono più le tensioni della coppia a premere in presenza  dei figli stessi. 

Inoltre è sempre importante tener presente che per i primi tempi è bene mostrarsi disponibili all’ascolto, ma non oltremodo permissivi, nei confronti dei figli, più pazienti e tolleranti magari, ma senza modificare l’abituale comportamento, proprio per mantenere quel grado di autorevolezza che non deve essere intaccato a causa dei sensi di colpa.

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A volte accade, soprattutto in casi in cui non sia previsto affidamento condiviso, che anche dopo che siano stati delineati nuovi confini e che si sia raggiunto un nuovo equilibrio, sia i genitori affidatari che quelli non affidatari, mostrino delle difficoltà a conservare uno stile educativo autorevole dopo la separazione.

Gli innumerevoli compiti, che i genitori che hanno l'affidamento esclusivo dei figli devono svolgere, una volta rimasti soli, determinano un sovraccarico di lavoro che li può rendere esausti, oppressi e poco disponibili. Essi hanno il problema di dover ristabilire i confini del potere, per poter gestire la complessa situazione familiare In vista dell’adattamento al quale saranno sottoposti.  


Può accadere che un figlio viva da subito con molta resistenza il cambiamento, sentendosi lui stesso in pericolo, e vivendo un profondo senso di disorientamento e rabbia per ciò che sta ingiustamente subendo. Questo normalmente accade soprattutto quando non vi è stato un lento e graduale processo di elaborazione della separazione, ancor prima che questa si concretizzasse nell’abbandono del tetto coniugale da parte di un genitore.

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E’ perciò molto importante aiutare i figli a prendere consapevolezza della situazione mano a mano che questa si manifesti, attraverso il cambiamento delle abitudini di tutta la famiglia. Uscite forzate prima con l’uno e poi con l’altro, ritmi e orari nuovi,  e diversi  luoghi in cui incontrarsi, non sempre vengono da subito accettati.

Tutto questo può generare comportamenti ostili che potranno protrarsi a lungo quanto sarà necessario, perché subentri poi l’accettazione di ciò che sta accadendo, con tutte le inevitabili conseguenze. Secondo Emery (1982) il cambiamento più grande nelle relazioni tra i genitori e i loro figli al momento della separazione, avviene all'interno del triangolo che ha per vertici uno dei figli e i due genitori.

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Il conflitto e l'allontanamento emotivo, che hanno origine spesso molto tempo prima della decisione di separarsi e che vanno aggravandosi, determinano un'alterazione dell'equilibrio nel sistema delle relazioni familiari.

I figli si trovano di fronte all'insolubile dilemma di voler bene ad un padre e ad una madre che non si amano più, o che nel peggiore dei casi si odiano profondamente, in una situazione in cui spesso la dimostrazione di affetto verso un genitore è considerato un tradimento dall'altro; essi sono perseguitati da un conflitto di lealtà che gli impedisce di vivere il proprio ruolo di figli.

Per questo è necessario che i genitori ed i figli negozino il cambiamento delle regole, quelle che organizzano le relazioni che ciascuno ha con gli altri membri della famiglia, per raggiungere un nuovo livello di omeostasi..

Wallerstein e Kelly (1980) e Heterington, Cox e Cox (1982) hanno rilevato che alcuni genitori dopo la separazione, tendono a manifestare maggiori difficoltà nella comunicazione con i figli, ad essere meno affettuosi, troppo assorti dai loro problemi. Si tratta soprattutto di coloro che hanno subito l’abbandono e che possono vivere una fase depressiva e/o ansiosa. la separazione può determinare infatti, in questi casi, una maggiore labilità emozionale e una minore capacità di controllare i sentimenti di rabbia.

A volte le madri e i padri non affidatari si sentono spesso esclusi dalla vita dei loro bambini, impossibilitati a dimostrare i propri sentimenti e a svolgere il proprio ruolo genitoriale, tendono, inoltre, ad avere difficoltà nel ridefinire i confini dell'intimità con i loro figli. Infine, anche se in coloro che hanno l'affidamento congiunto questi problemi si pongono in maniera minore, essi devono far fronte al problema di coordinare gli orari, i programmi ed i dettagli che richiede l'essere genitore insieme al proprio ex-coniuge.

Ciò che è importante in queste situazioni è che il padre e la madre diano costanti dimostrazioni d'amore e di affetto ai figli, poiché, quando questi prendono consapevolezza che i loro genitori non si amano più e che la relazione tra loro è finita, temono che ciò possa accadere anche nei loro confronti.

Se da una parte questa incertezza ed insicurezza, sono frutto della fantasia, dall'altra derivano dagli effettivi cambiamenti che avvengono nella relazione con i genitori. Infatti, in seguito alla separazione e al divorzio, il tempo che ciascun figlio trascorre con entrambi i genitori in qualche modo cambia, a volte può aumentare, a volte ridursi, ma le loro premure e il loro sostegno non dovrebbero essere mai messi in discussione.

Se le preoccupazioni e le distrazioni dovute alle altre relazioni, soprattutto quando uno o entrambi si trovano un nuovo partner, rischiano di portare ad un’assenza affettiva, è importante subito prenderne atto e recuperare. Quindi il minimo che i genitori possono fare è rassicurare i figli dando in continuazione una dimostrazione che l'amore che provano per loro è incondizionato e non cambia, anche se non si sta più tutti insieme.
 

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