5 modi per affrontare al meglio le sfide difficili sul lavoro

Confronto, clima disteso con i colleghi, fiducia nel capo e la skill della resilienza. I segreti per essere al top sul lavoro

Lavorare in un team collaborativo, con un clima sereno e disteso, e alla base dello spirito propositivo. Essere vincenti sul lavoro significa sapere gestire quelle situazioni intricate, tipiche degli ambienti professionali in cui si incontrano diversi pensieri e personalità da coniugare. Ecco come affrontare le sfide difficili sul lavoro.

Sapersi confrontare (e anche discutere)

Tutti, da bambini, ricordano il “Non litigate” della mamma, nonna, maestra. L’educazione ricevuta fin da piccoli, pone il conflitto come qualcosa di necessariamente negativo. È per questo motivo che molte persone si trovano in difficoltà quando si trovano a gestire situazioni simili, soprattutto sul lavoro. Anche in età adulta, continuiamo a vedere il conflitto come qualcosa di violento e per nulla produttivo. Non parliamo di ostilità intense o di ferocia, ma di discussioni e intrecci di differenze tra più persone che, a dire il vero, possono portare ad evoluzioni positive.

Affrontare le sfide difficili sul lavoro significa anche scoprire le nostre capacità, accettando le differenze e accogliendo i punti di vista altrui, soprattutto quando sono divergenti. Saper affrontare un conflitto significa saper stare e decodificare le difficoltà nelle relazioni interpersonali. All’interno di un team di lavoro il confronto, anche se acceso, è essenziale se finalizzato alla risoluzione di un problema e alla sua soluzione.

Il sapersi confrontare, anche quando ci sono delle divergenze, può avere risvolti positivi, come produrre nuove idee per un progetto sul quale si sta lavorando. La sfida è trovare soluzioni ai problemi tenendo in considerazione il punto di vista di ognuno, traendo il meglio da ogni intuizione e creatività.

Mantenere un buon rapporto con colleghi e dipendenti

Essenziale per affrontare le sfide difficili sul lavoro è mantenere un buon rapporto con i colleghi o dipendenti. Bisogna mettere in campo razionalità, comprensione delle opinioni altrui, capacità di ascolto e comunicazione. In questo modo si creeranno le giuste sinergie proficue per il problem solving e le idee da concretizzare. Certo, parliamo di elementi che stanno alla base di qualsiasi rapporto interpersonale e che portano gli altri a sentirsi coinvolti ed apprezzati.

Parola d’ordine: Resilienza

La skill del momento, quella che tutte le risorse umane pongono in cima alla classifica delle qualità e competenze di una figura da profilare per una candidatura: la resilienza. Ma cosa viene contemplato in questa parola così mainstream? Una persona resiliente è colei che sa accettare le sfide, ha controllo di sé, e si impegna per raggiungere un obiettivo motivando anche gli altri a fare lo stesso e a dare il meglio.

Qualunque sia posizione lavorativa, un minimo di resilienza sarà sempre quell’ingrediente che fa la differenza nell’affrontare le sfide difficili sul lavoro, ogni giorno. La resilienza non è qualcosa di innato, impresso nel dna, ma si coltiva, la si può acquisire lavorando su se stessi.

Crea un clima favorevole

Affrontare le sfide difficili sul lavoro significa soprattutto lavorare in un clima collaborativo e senza tensioni esagerate. Per creare un clima sereno e rilassato, in cui quindi sia possibile la risoluzione dei problemi che si pongono quotidianamente, è sempre necessario essere propositivi e aperti verso l’altra persona. Il terreno deve essere neutro e la capacità di ascolto ben sviluppata, tra dipendenti e tra dipendenti e capo.

Sinergia e fiducia con il capo

Last but not least: la gestione dei conflitti tra datore di lavoro e dipendete. Un punto imprescindibile per vivere serenamente il proprio ambiente di lavoro e rendere al meglio. Se sei un datore di lavoro, è fondamentale capire immediatamente le ragioni del conflitto e delle frizioni che si sono venute a creare con un dipendente o con l’intero team. Confrontarsi ed avere un colloquio risolutivo è la chiave: reciproca conoscenza con il proprio team, essere presente e aiutare la squadra, captando segnali di disaccordo, debolezze e falle nella comunicazione.

Il datore di lavoro e il dipendente non dovranno trincerarsi dietro la solita mancanza di tempo e procrastinare: quando c’è una situazione difficile da risolvere è sempre più scomodo e imbarazzante sedersi ad un tavolo e trovare la quadra, molto più semplice, invece, è darsi pacche sulle spalle, complimentarsi di aver portato a casa il risultato ed elogiare il lavoro altrui.

I colloqui con il datore di lavoro o con il tuo team vanno pianificati. Devono essere scelti luoghi e tempi adatti, prepararsi e arrivare al tavolo (o alla call al pc) con soluzioni, idee e strategie. Vietato non avere nulla da dire. Quindi, è fondamentale avere una sorta di traccia da seguire e non andare a braccio. L’obiettivo è quello di ottenere risultati comuni, non discutere per ore di visioni diametralmente opposte. Devi necessariamente creare un clima favorevole, lasciando fuori dalla porta paure ed ansie.

Hai mai sentito parlare di ascolto attivo? Ecco, non interrompere il tuo datore di lavoro (ma anche i collega) mentre sta parlando, anche se pensi che stia dicendo una castroneria o che abbia evidentemente torto. Non distrarti e mantieni il contatto visivo con il tuo interlocutore. Quando sarà il momento di esprimere il tuo punto di vista, dovrai farlo senza arroganza o dare l’impressione di erigerti a giudice e commentare negativamente l’operato dei tuoi colleghi. Lavorare in un ambiente positivo e sinergico sarà più stimolante e produttivo.

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