Colleghe eleganti in ufficio

Come comportarsi quando il recruiter al colloquio non è educato?

I colloqui di lavoro sono un vero banco di prova e affrontarli con un recruiter non educato può essere complicato: ecco alcuni consigli per affrontare al meglio qualsiasi HR.

Accedere al mondo del lavoro o cambiare posizione può non essere semplice, i colloqui diventano veri e propri banchi di prova dove in pochissimo tempo bisogna farsi vedere preparati, capaci e sicuri di sé. Sopravvivere a domande scomode, schivare tranelli e non sembrare impacciati non è abbastanza: a volte ci si trova anche ad interfacciarsi con un recruiter non educato. Cosa si fa in questi casi? In questo post vi sveliamo come comportarsi quando il recruiter al colloquio non è educato.

Lo scopo dei recruiter è trovare personale in linea con la posizione ma anche in grado di reggere i ritmi della singola azienda; hanno a disposizione una serie di requisiti a cui devono attenersi ma la loro abilità sta anche nel riuscire a trovare una persona che possa davvero fare la differenza. Quello che è importante tenere a mente è che anche il recruiter è una persona, quindi può aver avuto una giornata storta o problemi a casa… ma questo non è giustificativo di un atteggiamento poco educato, ecco quindi cosa fare quando ci si trova ad affrontare un colloquio con un recruiter non educato.

Una volta ottenuto il colloquio di lavoro dei vostri sogni non fatevi abbattere facilmente, andate all’appuntamento preparati sapendo già alcune curiosità sull’azienda; andate a studiarvi la mission per utilizzare alcune parole chiave utili al recruiter per capire che siete la persona giusta e poi? Se non bastasse ecco alcuni consigli per superare il colloquio e mettere da parte la spiacevole esperienza.

La calma

Comprendiamo quanto sia difficile mantenere la calma in certi contesti; i colloqui di lavoro sono stressanti e anche molto impegnativi. L’aggiunta di un recruiter non educato non fa che mettere il carico da novanta ad una situazione che genera ansia e preoccupazione ma la migliore arma per contrastarla è la calma.

In caso il recruiter accenni frasi che vi rendono nervosi o dica qualcosa che trovate discutibile fate un respiro profondo e mantenete la calma. Potrebbe anche essere uno dei tanti esercizi che mettono in atto gli HR per vedere come reagiscono i candidati in una situazione ostile e sotto pressione. Tenete inoltre in considerazione che la situazione tesa potrebbe portarvi a prendere un’osservazione in modo sbagliato.

Non prenderla sul personale

Sappiamo che non è facile se in una stanza siete presenti solo voi e l’intervistatore ma potrebbe essere che quella frase maleducata non sia rivolta a voi. Questo non significa che sia meno grave ma semplicemente non è il momento di intavolare una discussione.

Nonostante vi possiate sentire responsabili del suo malumore o addirittura la causa del suo nervosismo cercate di soprassedere; il recruiter è lì per esaminarvi e dovrà fare il suo lavoro al meglio per il bene dell’azienda. Cercate di non prenderla sul personale e di non incolparvi per il suo umore.

Consapevolezza

La consapevolezza durante un colloquio di lavoro può salvarvi; è importante comprendere quali domande sono vietate in fase di colloquio, quali sono i limiti che il recruiter non può superare ma anche sapere i vostri diritti e i vostri doveri.

Sapere cosa è accettabile e cosa no vi rende consapevoli dell’etica che un recruiter deve tenere; nonostante non siate in una posizione di vantaggio potete rispondere mantenendo sempre un tono educato, facendo notare che certe domande non sono legali in fase di colloquio. Un esempio? Nessuno per una posizione di lavoro può chiedervi se avete intenzione di avere figli a breve. La consapevolezza fa parte delle modalità necessarie per riuscire ad avere successo durante una selezione.

Ironia

Spesso i recruiter vestono panni scomodi per poter arrivare a comprendere il candidato che hanno davanti; alcune domande che possono risultare maleducate in realtà sono frutto di un esperimento da parte dell’HR per comprendere la personalità dei candidati e le loro reazioni.

Se vi interessa davvero lavorare in quell’azienda potete provare a giocare con l’ironia: trasformate le domande in un gioco, rispondete con sarcasmo e ironicamente. Sicuramente romperete il ghiaccio e renderete il colloquio meno pesante. In caso invece sia un atteggiamento errato del professionista potrebbe ridimensionarsi e riportare il colloquio verso uno stile più formale.

Sapere quando è ora di andarsene

Questo punto si riaggancia un po’ a quello della consapevolezza ma è su un gradino ancora più alto in una scala di reazioni; in caso il recruiter si atteggi in modo maleducato e tutti i consigli precedentemente detti non funzionino allora avete una possibilità: andarvene.

Sappiamo che in questo momento storico suggerire di andarsene da un colloquio può sembrare una follia ma per quanto abbiate bisogno di lavorare ci sono alcuni limiti che non vanno assolutamente superati e se il recruiter è davvero maleducato, andarsene può essere una scelta vincente.

Sopravvivere ad un colloquio con un recruiter non educato può sembrare difficile ma con i nostri consigli sicuramente saprete cavarvela alla grande; ricordate inoltre che ci sono delle differenze importanti tra un colloquio in presenza e una selezione tramite video call, cercate di comprendere inoltre se l’atteggiamento non educato può essere causato da voi.

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