Britney Spears

#FreeBritney: il caso sulla Spears si riaccende dopo un documentario

Un nuovo documentario appena uscito negli Usa risveglia #FreeBritney, il movimento per la liberazione di Britney Spears dalla tutela legale del padre. Non sai di che cosa si tratta? Proviamo a riavvolgere il nastro

Britney Spears torna sotto le luci della ribalta. No, non per una nuova canzone o l’ennesimo colpo di testa. La ragione è l’uscita negli Stati Uniti di Framing Britney Spears, un documentario prodotto dal New York Times che racconta la vita tormentata della popstar.

Un evento che ha portato al risveglio, soprattutto sui social, del movimento #FreeBritney e a nuovi e accesissimi dibattiti sulle presunte ingerenze del padre della cantante nella vita della figlia. Ti sei persa e non hai capito di cosa stiamo parlando? Riavvolgiamo il nastro.

#FreeBritney, di che cosa si tratta

#FreeBritney è una campagna in sostegno di Britney Spears, nata nel 2009 grazie all’iniziativa di alcuni suoi fan. L’obiettivo? Liberare la popstar dalla tutela legale del padre. Dal 2008, infatti, Britney è affidata alla conservatorship del padre, come ben spiegato in Framing Britney Spears.

Ma che cosa significa? La conservatorship è una forma di tutela legale prevista dal sistema statunitense e riservata ai soggetti ritenuti incapaci di prendersi cura loro stessi a causa di motivi fisici e/o mentali.

Questo strumento prevede che la gestione delle finanze e delle decisioni più importanti della vita della persona giudicata inabile sia affidata a un tutore. Nel caso della Spears il tutore designato è appunto il padre. In realtà, nel 2019 James Spears (alias Jamie) ha rinunciato a questo ruolo per motivi di salute, passando il testimone a Jodi Montgomery, a capo dello staff della popstar. Tuttavia, per i fan il nocciolo della questione non cambia: secondo loro, di fatto, Britney Spears è un burattino nelle mani di altri, impossibilitata a prendere qualunque decisione.

La posizione dei fan

Sembra che per questo incarico, i tutori di Britney Spears siano pagati circa 130.000 dollari all’anno. Sono loro i principali responsabili non solo delle decisioni economiche, ma anche di tutte le attività quotidiane della popstar: spetta a loro decidere se Britney può guidare, usare il cellulare, votare, rilasciare interviste, addirittura sposarsi. E, questo, secondo i suoi fan è inaccettabile. Anche Chiara Ferragni e altri vip si sono spesi in favore della Spears.

Tutto è iniziato nel 2007-2008

La vicenda inizia fra il 2007 e 2008, quando Britney Spears ha un vero e proprio crollo emotivo, tanto da essere ricoverata con trattamento sanitario obbligatorio e da perdere la custodia dei due figli. Colpa della pressione cui è sottoposta fin da piccola.

I genitori, infatti, nella speranza di fare “il colpaccio”, per anni la spingono a partecipare a concorsi e audizioni e a inseguire la carriera musicale a tutti i costi. E, in effetti, il successo arriva, travolgendo tutto e tutti come un uragano. Il primo disco (Baby one more time) vende più di 20 milioni di copie e a 18 anni Britney è già un fenomeno mondiale.

Il ruolo dei media

I media iniziano subito a interessarsi a lei e lo fanno in maniera ossessiva, morbosa e aggressiva, distruggendo la sua immagine e mettendole contro l’opinione pubblica in più occasioni. Britney Spears passa in poco tempo dal ruolo della bella, simpatica e sexy ragazza americana a quello della fidanzata terribile e fedifraga (di Justin Timberlake), fino a quello della mamma pessima e incapace.

E, poco a poco, cede, iniziando anche a fare uso di alcool e droghe. Fino al suo breakdown pubblico, quando si rasa i capelli a zero e prende a ombrellate i paparazzi.

#FreeBritney, tutte le ragioni

Nonostante tutto, però, Britney non molla. Negli ultimi anni, infatti, è riuscita a pubblicare nuovi album, a creare linee di profumi e di lingerie, a tenere una residency di quasi 250 concerti a Las Vegas e a fare il giudice di X-Factor. Nel 2018 il suo patrimonio è stimato ad almeno 59 milioni di dollari. Ed è proprio su questo che fanno leva i sostenitori del movimento #FreeBritney: secondo loro, infatti, una persona incapace non sarebbe stata in grado di fare tutto questo. Ai loro occhi, dunque, non ha alcun senso che il padre o chi per lui abbia ancora la conservatorship e che la popstar non possa vivere liberamente la sua vita.

Una vicenda dai contorni poco chiari

Il documentario Framing Britney Spears, diretto da Samantha Stark e disponibile su FX e Hulu, ripercorre le luci e ombre della vita di Britney Spears. Battuta dopo battuta, cerca di fare chiarezza sul suo crollo emotivo e sulle vicende più oscure che l’hanno vista come protagonista, aprendo il vaso di Pandora.

Ancora oggi, infatti, i contorni della conservatorship sono nebulosi. Se Jamie ha sempre respinto apertamente ogni accusa, Britney non si è mai espressa esplicitamente (forse anche perché non ha mai potuto). Le sue posizioni negli anni sono state diverse. Nel documentario Britney: For the Record del 2008 la cantante diceva “se non fossi sottoposta a queste restrizioni mi sentirei così libera […] Non ho mai voluto diventare una prigioniera. Ho sempre voluto sentirmi libera”.

Tuttavia, nel 2019 ha rilasciato una dichiarazione su Instagram dicendo “va tutto bene” ed esortando i fan a “non credere a tutto quello che leggete e sentite”. Di fatto, comunque, è sempre stata molto vicino al padre, tanto che quando lui ha iniziato male lei ha avuto un nuovo crollo. Del resto, quello fra un papà e una figlia femmina è un rapporto speciale in molti casi.

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