Murales Milano Donna Moderna

Si intitola Il Teatro alla Scala di Milano questo murale di Piero Figura che
fa parte del progetto Muri d’artista della Cittadella degli Archivi di Milano.

Il murale di Donna Moderna alla Cittadella degli Archivi

Abbattere i muri colorandoli. Nasce da qui l’iniziativa di Donna Moderna, che ha scelto un’artista e un luogo speciale, la Cittadella degli Archivi di Milano, per lanciare un messaggio di integrazione. E anche di riqualificazione urbana

Un arcobaleno. Anzi, un caleidoscopio di mille sfumature e tonalità diverse, vivaci e fluide, che si mescolano tra loro, energiche e pronte a sprigionare vita. Se dovessimo scegliere una sola immagine per il numero da collezione di Donna Moderna che state leggendo, punteremmo su questa: perché è così la Generazione Fusion che raccontiamo. 

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Il murale di Donna Moderna

Il murale di Donna Moderna prenderà vita alla Cittadella degli Archivi, luogo affascinante che si trova alla periferia del capoluogo lombardo. È il più grande polo archivistico meccanizzato d’Europa.

La Cittadella degli Archivi, a Milano: è il più grande polo archivistico d’Europa, un luogo magi
La Cittadella degli Archivi, a Milano: è il più grande polo archivistico d’Europa, un luogo magico e affascinante dov’è custodita la memoria
della città dall’Ottocento e dove una giovane artista realizzerà il nostro murale

Il murale alla Cittadella degli Archivi

I numeri parlano da soli: un’immensa area con 4 edifici che custodiscono 100 chilometri di documenti digitali. Già, se li mettiamo in fila uno dopo l’altro e li misuriamo, la lunghezza è questa. In mezzo agli scaffali si muove veloce e silenzioso Eustorgio, il robottino archivista che estrae i faldoni. «Qui è racchiusa la memoria della città dai primi dell’Ottocento a oggi» spiega il professor Francesco Martelli, sovrintendente archivistico del Comune. «Ci sono i progetti di tutti gli edifici, i documenti dell’anagrafe, l’importante censimento degli ebrei e delle mostre organizzate. Quando la carta non esisterà più, qui alla Cittadella degli Archivi rimarrà la storia di un pezzo d’Italia. La grande scrittrice Marguerite Yourcenar, autrice di Le memorie di Adriano, diceva che costruire una biblioteca è come costruire un granaio con cui nutri le menti. Creare un archivio, allora, è come creare un caveau di una banca che protegge per sempre la nostra storia».

La Cittadella degli Archivi e i 40 murales

Qui la storia si respira in ogni angolo. Gli edifici, che un tempo erano depositi di periferia, sono stati riqualificati. Quelli che erano capannoni quasi abbandonati hanno lasciato spazio a un “doppio museo”: dentro i documenti, ovunque l’arte a cielo aperto. «Grazie alla nostra curatrice Rossella Farinotti, 60 creativi hanno realizzato opere, da statue a neon, che hanno impreziosito e trasformato gli spazi e li hanno resi una mostra permanente, visitata ogni giorno da cittadini e studenti» prosegue il professor Martelli. E anche i muri esterni sono diventati protagonisti grazie all’iniziativa Muri d’artista, partita nel 2017 e arrivata oggi a oltre 40 murales che invitano la gente a entrare. «Quando gli artisti vengono a lavorare alle loro creazioni si crea un’atmosfera unica, con la gente che arriva a curiosare e offre ai ragazzi una bibita o qualcosa da mangiare» conclude il sovrintendente. «Così la Cittadella diventa una comunità in cui ci si conosce, ci si ritrova e si tesse una fitta rete di legami».

Intervista a Gaia Romani, assessora al Comune di Milano

Quando le chiediamo di raccontarci della Cittadella degli Archivi e dei suoi murales, Gaia Romani (nella foto qui sopra) accetta con entusiasmo. Assessora ai Servizi civici e generali del Comune di Milano, definisce subito questo luogo «un esempio perfetto di riqualificazione. Ma non solo».

Cosa c’è ancora?

«L’amministrazione ha investito 18 milioni in questo progetto perché ci crede molto. È diventato anche una delle sedi del master in Digital Humanities dell’Università degli Studi. È un luogo aperto, che genera cultura e partecipazione. Vedere, per esempio, le scolaresche che si divertono tra documenti e opere d’arte ci riempie d’orgoglio».

Cosa si aspetta dal nuovo murale?

«Come gli altri, sarà un invito a entrare, a vivere ogni angolo della città. Greta Pllana, l’autrice, ha vissuto in prima persona l’esperienza dell’integrazione, l’arrivo in Italia da un altro Paese. Come Amministrazione vogliamo dare voce alle differenze. Quindi la sua opera sarà un modo per far vedere la diversità che tutti dobbiamo accogliere e ascoltare».

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In questo numero da collezione parliamo di nuove generazioni e di futuro: che strada dobbiamo tracciare?

«Un percorso fatto di aggregazione e apertura. E Milano in questo è la metafora perfetta del Paese: bisogna fare comunità, creare un senso di appartenenza e di unione, e al tempo stesso aprirci agli altri perché ciò che non si conosce è sempre una novità, un grande arricchimento».

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