Area sacra di Torre Argentina

Roma, riapre l’area dell’assassinio di Giulio Cesare

Tra le infinite bellezze della Capitale, dal 20 giugno puoi ammirare da vicino anche l'area in cui fu ucciso Giulio Cesare

Se sei alla scoperta di Roma, non puoi perderti i luoghi più suggestivi della Capitale. Chiese in ogni angolo, a Roma la storia si respira in qualsiasi via. Puoi assaporare i miti romani, ammirare i loro capolavori, perderti tra le bellezze di una città che ha fatto la storia. Non solo Colosseo, Fori Imperiali, Altare della Patria, Pantheon, San Giovanni fuori le mura e San Pietro (solo per citarne alcuni): tra i monumenti imperdibili di Roma c’è l’area sacra di Torre Argentina, dove ci fu l’assassinio di Giulio Cesare. Se finora cittadini e visitatori potevano ammirarla solo dall’alto, l’area viene ora aperta al pubblico: ecco tutto quello che c’è da sapere.

Apre l’area dell’assassinio di Giulio Cesare

È nell’area archeologica di Torre Argentina che si consumò uno dei delitti più famosi della storia, quello dell’imperatore Giulio Cesare. Grazie ai lavori svolti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e finanziati dalla Maison Bulgari per circa 1 milione, dal 20 giungo 2023 la zona apre al pubblico. Romani e turisti potranno scoprirla da vicino, incontrando anche i tanti gatti della storica colonia felina, che da sempre si aggirano tra le rovine.

I gatti dell'area sacra di Torre Argentina

L’area è tornata alla luce tra il 1926 e il 1929, quando fu modificato il piano regolatore. Appena iniziati i lavori di demolizione del quartiere compreso tra via del Teatro Argentina, via Floridia, via San Nicola de’ Cesarini e corso Vittorio Emanuele II, si scoprirono i reperti custoditi nel cuore della città. Lì hanno ritrovato i resti di una vasta piazza lastricata su cui sorgono quattro templi. Nella piazza anche i Portici di Pompeo, luogo dove avvenne l’assassinio di Giulio Cesare. Sono nuove, invece, le due aree espositive situate nel portico della Torre del Papito e nei locali al di sotto del piano stradale.

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I reperti sono rinvenuti grazie agli scavi e alle demolizioni del secolo scorso. Tra questi, è possibile ammirare sarcofagi, decorazioni architettoniche, frammenti di epigrafi e persino due teste di statue colossali appartenenti a divinità venerate al tempo. Per supportare i visitatori nella conoscenza dell’area sacra, i tecnici hanno organizzato un percorso dotato di pannelli che riportano descrizioni in italiano, inglese e con il codice braille, accompagnati da alcune foto.

Nessuna barriera architettonica e accesso ai disabili garantito

In seguito agli ultimi lavori svolti, è possibile percorrere una passerella per ammirare da vicino i reperti. Nuova l’illuminazione notturna realizzata lungo il percorso. Da San Nicola de’ Cesarini il visitatore ha la possibilità di scendere e visitare l’area archeologica. L’opera, inoltre, è 100% inclusiva: la passerella, infatti, è priva di barriere architettoniche. In questo modo, è garantito l’accesso anche alle persone con disabilità. Grazie a una piattaforma elevatrice anche i visitatori con mobilità ridotta potranno entrare nell’area. All’interno, inoltre, sono stati eliminati i dislivelli, facilitando a tutti la visita.

Lo ha sottolineato l’assessore alla Cultura del comune di Roma, Miguel Gotor. «Uno dei luoghi più belli e preziosi di Roma, grazie a questo intervento frutto di un importante atto di mecenatismo per cui siamo grati, è finalmente fruibile appieno da parte dei cittadini romani e dei turisti. Da ora in avanti potranno vedere da vicino meravigliosi reperti archeologici di varie epoche della storia della nostra città», ha ricordato.

I commenti

Non poteva mancare il commento dell’attuale sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. «L’uccisione di Cesare è un elemento che rende ancora più unico questo luogo. L’area sarà visitabile al pubblico con un biglietto a 5 euro. Noi abbiamo una politica di accessibilità che consente, grazie alla Mic card, la fruibilità piena di tutti i siti», ha dichiarato.

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Il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce ha ricordato che l’area non è mai stata aperta al pubblico, «si poteva guardare solo da sopra», mentre ora «si cammina sul suolo di Roma» e «restituiamo alla città una delle poche aree repubblicane meglio conservate». Un ringraziamento da parte del sovrintendente va al «prezioso lavoro dei tecnici», i quali hanno restituito «alla città un’area importantissima». Tutti ora potranno «ammirare uno spaccato di storia di oltre due millenni: dalla Roma repubblicana a quella degli imperatori, dal riutilizzo delle strutture come dimore di famiglie aristocratiche, chiese e monasteri fino alle demolizioni degli anni Venti del Novecento».

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