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Quando qualcuno mi chiede cosa si potrebbe fare per la scuola, io immancabilmente gli rispondo: partecipare ai consigli di classe, aiutare gli insegnanti, andare ai colloqui, alle iniziative della scuola dei propri figli, o a quella vicino a casa, promuovere iniziative. E, se si è insegnanti, attenersi a quello che chiedono i Decreti: aggiornarsi, cooperare.
Con una motivazione e un obiettivo molto semplici. La scuola non deve insegnare come integrarsi nella società attuale, come spesso si dice con una brutta retorica. La scuola deve aiutare gli studenti a immaginarne una diversa, di società. E deve farlo ricordandosi il proprio ruolo: essere una palestra di uguaglianza. Se non serve a combattere il classismo, il sessimo, il razzismo e il fascismo, la scuola non serve a nulla.