l'abito giusto

«Solo i superficiali non giudicano dalle apparenze» scriveva Oscar Wilde. Che ci piaccia o no, il nostro modo di vestire influenza l’opinione degli altri su di noi. Per questo l’abbigliamento non va archiviato alla voce “frivolezze”.

Ne è convinta la psicologa e psicoterapeuta Gaia Vicenzi che, a novembre, propone per la seconda volta Co.moda.mente, quando l’abito veste la professione, un corso in cui insegna come riconoscere e sfruttare il potere che l’abbigliamento ha sulla psiche, secondo i principi della moderna Psicologia del benessere.

L’importanza di indossare l’abito giusto

Se lo abbini allo stato d’animo riuscirai a esprimere meglio le tue capacità. Anche sul lavoro

I colori vanno abbinati anche in base alla tonalità dei tuoi capelli. Sei bionda? Via libera a tutte le tinte, tranne l’oro. Se, invece, sei mora punta su colori caldi come il rosso, il viola e il marrone. Infine, se ami il nero, accostalo a una tinta accesa.

Come vestirsi in base alla forma del corpo: a mela, a pera, a triangolo…

Ciò che indossiamo condiziona noi e gli altri

Questo ramo della psicoterapia utilizza tecniche differenti (la meditazione, la visualizzazione, i giochi di ruolo) per aiutare le persone a ritrovare un atteggiamento positivo. E, in questo percorso di cambiamento, secondo gli esperti, l’abbigliamento riveste un ruolo importante.

«Quando ci vestiamo in un certo modo» spiega Gaia Vicenzi «non solo influenziamo gli altri con il nostro aspetto, ma noi stesse ci comportiamo in modo diverso». In pratica, con un look azzeccato possiamo sentirci più sicure, aperte, intuitive e veloci. E queste qualità emergono nelle relazioni, lavoro compreso. Sì, è dimostrato: l’abbigliamento è in grado perfino di aumentare le nostre capacità cognitive.

Il look condiziona le tue performance

A sostegno di questa teoria gli psicologi cognitivi americani Adam Galinski e Hajo Adams hanno condotto una ricerca scientifica pubblicata con il titolo di Enclothed Cognition. Dopo aver selezionato degli individui che avevano lo stesso quoziente intellettivo, li hanno separati in due gruppi. A entrambi hanno chiesto di indossare un camice, ma al primo gruppo è stato detto che si trattava della casacca di un pittore, al secondo che era il camice di uno scienziato. A quel punto hanno sottoposto tutti i partecipanti alla medesima serie di test di logica, attenzione e memoria. Il risultato? Gli “scienziati” hanno ottenuto risultati migliori dei “pittori”. Come mai?

Vestirsi meglio per ottenere di più

«Indossare quella che, nell’immaginario collettivo, è la “divisa” di un ricercatore scientifico produce un condizionamento profondo» spiega Gaia Vicenzi. «Al punto che facoltà come la memoria e l’attenzione vengono stimolate molto più che se ci si sente “artisti”» .

Il passo successivo? Dimostrare che con un certo tipo di abito migliorano le performance professionali. «È stato fatto nel corso di uno studio sui venditori: un addetto di telemarketing che lavora da casa, benché al telefono, venderà di più se è vestito di tutto punto, come se si fosse presentato in ufficio».

Il look influenza il tuo comportamento

Anche se non ce ne accorgiamo, all’abito diamo un significato simbolico. È un po’ quello che succede quando alla parola “Biancaneve” si associa quasi in modo spontaneo la parola “mela”. «Secondo i principi della psicologia cognitiva, anche se non ci pensiamo, ogni mattina diamo la preferenza a un vestito piuttosto che a un altro seguendo un filo che mette insieme elementi e concetti in grado di esprimere un nostro bisogno profondo. E la scelta condizionerà il comportamento che avremo durante la giornata» sostiene Gaia Vicenzi.

Se, per esempio, vado in ufficio con il classico tubino, che nella mia mente associo all’aggettivo “sexy”, tenderò a camminare in modo più morbido e femminile. Se al tailleur pantalone abbino l’idea di “carriera”, sarò più determinata. «Tutte noi abbiamo una serie di identità interne che alterniamo nelle situazioni quotidiane. Imparare a gestirle con gli abiti aiuta a migliorare le relazioni con gli altri e sul lavoro».

Consigli pratici nella scelta dell'abito

«Per scegliere il capo giusto non serve cambiare il guardaroba: basta ottimizzarlo, individuando i capi che sintetizzano tutte le nostre identità» suggerisce Gaia Vicenzi (www.co-moda-mente.com). Qui i suoi consigli.

● Identifica il tuo tipo fisico: sei mela, pera, clessidra o triangolo rovesciato? Seleziona i capi con una forma che lo valorizzino. Per esempio, l’abito a trapezio sta bene solo alle “mele” e ai “triangoli”.
● Attenzione ai colori: il nero non è per tutte. Dà energia agli incarnati olivastri, la toglie a quelli caramello, a cui sta meglio il marrone scuro.
● La tuta non è per forza indice di sciatteria, anzi: è un ottimo alleato, in casa, per tirare fuori il nostro lato sprint.
● Secondo alcuni studi, le donne prima del ciclo mestruale tendono a indossare i jeans, giustificando la scelta con la frase «È la prima cosa che ho trovato». Tu come ti senti quando li metti? Se questo tipo di pantaloni ti piace perché hai la sensazione di essere giovane, grintosa e attraente, mettili in situazioni in cui ti serve esprimere questo stato d’animo.
● Esistono abbigliamenti “neutri”, che rivelano poco della tua personalità. Si tratta dei pantaloni classici, della camicia bianca, del maglione blu. Sfruttali in occasioni in cui vuoi valutare il contesto prima di esporti. Per esempio una cena a cui partecipano persone nuove o un appuntamento di lavoro in cui non conosci gli interlocutori.

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