Correre con i bambini

Campestri e stracittadine sempre più spesso coinvolgono famiglie e bambini. Quali sono i vantaggi di correre coi figli? A che età iniziare e come? Ecco i consigli dell’esperto

C’era una volta la corsa, quella riservata agli adulti e ai pochi “eletti” che magari si allenavano con una squadra di atletica. Oggi il mondo del running è sempre più aperto, non solo a chiunque abbia voglia di cimentarsi con un’attività all’aria aperta (magari iniziando dalla camminata veloce), ma anche per chi vorrebbe vivere e condividere questa esperienza con i propri figli. Le corse cittadine o campestri offrono sempre più spesso la possibilità di partecipare in “formato famiglia” o iscrivendo i più piccoli in apposite categorie con distanze più brevi e percorsi facilitati.

Anche noi di Donna Moderna partecipiamo a stracittadine formato famiglia. Qui trovate tutte le informazioni. E se volete iniziare a correre con Donna Moderna e partecipare agli allenamenti di Corri con noi, siamo in otto città italiane con i nostri coach: Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma,  Pescara, Torino, dove vi aspetta una community fortissima di donne che camminano e corrono tutte insieme. Qui potete iscrivervi.

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Ma quando è meglio far iniziare i più giovani? È giusto farli correre con noi? O è meglio che si avvicinino al mondo della corsa con dei professionisti? Come invogliarli a correre?

“Sicuramente la corsa, prima ancora che essere uno sport, è un’attività innata: i bambini, dopo aver imparato a camminare, passano naturalmente alla corsa. Siamo noi adulti e in particolare nella nostra società ad averlo fatto diventare uno sport. Quindi ben venga questa attività a tutte le età e fin da molto piccoli: se mettessimo un contapassi a un bambino scopriremmo che già a 3/4 anni è in grado di coprire distanze sorprendenti, magari solo facendo piccoli sprint e scatti, ma ripetuti nel tempo” spiega Daniele Vecchioni, ultrarunner, curatore del sito www.correrenaturale.com e autore del libro omonimo (Correre naturale, Sperling&Kupfer).

Le prime corse: quando iniziare

“Il primo passo per far appassionare un bambino è coinvolgerlo in prima persona, dando l’esempio, portandolo con sé quando partecipiamo alle corse, come accaduto anche a me: mio padre correva maratone, io e mia madre lo seguivamo nei fine settimana come spettatori, vivendo quelle bellissime esperienze. Se poi c’era la possibilità di cimentarsi in piccole corse per bambini, partecipavo anche io. Oggi le occasioni sono sempre di più, basti pensare che persino in una competizione come l’Ironman esiste un formato per bambini, l’Iron Kid, ovviamente con distanze molto più corte e adatte ai più piccoli” racconta il coach.

“L’importante è fare in modo che i bambini e i ragazzi assaporino il clima di festa e la bellezza del movimento, che in questa società non sono più così scontati. Infatti sta crescendo una generazione con un forte analfabetismo motorio. A 6 anni iniziano ad andare a scuola, magari ci passano anche 8 ore al giorno, per lo più seduti, e quando tornano a casa giocano con tablet e videogiochi, quindi conducono una vita molto sedentaria: per questo è fondamentale farli muovere. Il paradosso è che oggi si muovono più gli adulti dei bambini! Portiamoli, quindi, con noi, anche a fare una camminata, dandogli l’esempio” continua l’esperto.

Come iniziare e che distanze fare?

“Oltre alle prime camminate, magari nel fine settimana con tutta la famiglia, già a 5/6 anni si può iniziare un’attività più strutturata, in modo giocoso: un’ottima idea è portarlo in contesti dove nostro figlio possa correre, imparare un gesto atletico e migliorarlo, per poi passare ad allenamenti veri e propri, affidandosi a professionisti che siano in grado di coniugare l’aspetto ludico a quello più prettamente fisico. In questo modo il bambino vivrà la corsa in modo piacevole e divertente” spiega Vecchioni.

Ma quanto possono correre i bambini? “Se si parla di passeggiate o corse in famiglia, non esiste una regola uguale per tutti. Io consiglio di iniziare con semplici camminate, ma a passo libero: lasciamo che i bambini possano seguire la loro andatura, magari camminando o correndo anche per 50 metri più avanti rispetto alla mamma e la papà, specie se loro – come a volte accade – sono più stanchi, per poi tornare indietro. Evitiamo di ‘tenerli al guinzaglio’, insomma” esorta l’ultrarunner.

“All’inizio si può partire anche solo con 30 secondi di corsa e 5 minuti di camminata, per poi allungare i tempi. L’ideale sarebbe di muoversi complessivamente per 45 minuti/un’ora, ma arrivandoci in progressione” dice l’esperto, che aggiunge: “Specie le prime volte è utile correre o camminare coi bambini per due motivi: per insegnare loro a non lanciarsi in corse sfrenate al limite della fatica, ma anche per ricordare a noi adulti che la corsa, oltre che uno sport con propri obiettivi, è un modo per migliorare la nostra vita anche in altri ambiti, come ad esempio nel lavoro”.

“A 10 anni, quindi, se i bambini continuano a correre possono aumentare le distanze, a 12 iniziano a sfruttare la corsa come allenamento vero e proprio e non più solo come momento per sprigionare le proprie energie, mentre dai 14 si può iniziare un percorso di agonismo vero e proprio” suggerisce Vecchioni.

Come coinvolgere i bambini

“La parola d’ordine nelle prime fasi è dunque far divertire i bambini e farli muovere, senza obiettivi particolari. Per questo consiglio anche di scegliere luoghi natura friendly, come parchi o sentieri. Un altro suggerimento è quello di andare in progressione, in base allo stato di forma degli adulti e anche dei bambini. Non si deve fare eccessivamente fatica, perché la corsa deve essere un momento piacevole e che ci fa stare bene” consiglia l’esperto.

I benefici

“Gli effetti positivi sono molteplici: da un punto di vista fisico, iniziare a correre fin da piccoli (o meglio, non smettere di fare un gesto naturale) aiuta il bambino a mantenere gli schemi motori di base che, se è stato lasciato libero di muoversi fin da subito, padroneggia già. Il rischio, infatti, è quello di far seguire ai più piccoli una vita da impiegato, perdendo le abilità fisiche innate” spiega Vecchioni.

La corsa, però, può aiutare bambini e ragazzi anche a scuola, migliorando il proprio rendimento: “Non solo insegna un po’ di disciplina, che significa porsi obiettivi e seguire una strada per raggiungerli, nella corsa come nello studio e nella vita; ma è utile anche perché migliora l’ossigenazione di tutto il corpo e del cervello. Può diventare anche il momento in cui i collegamenti mentali si sviluppano maggiormente: correre libera la mente e se lo si fa all’aria aperta e alla luce, il benessere psico-fisico che produce contribuisce a riordinare le idee o a capire meglio alcuni concetti e argomenti studiati sui libri. È un po’ come riordinare la propria libreria mentale” dice il coach.

Esiste poi un altro effetto positivo legato soprattutto al fatto di iniziare a camminare o correre insieme, che consiste nel poter condividere un momento con i propri figli o una passione, se la corsa poi diventa uno sport vero e proprio.


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