Cosa dicono di noi le emoji che usiamo

Un report di Adobe rivela quali sono le emoji più utilizzate, i significati nascosti e come l’utilizzo delle faccine cambia la comunicazione tra le persone. E scopre un dato interessante: gli uomini sono quelli che le utilizzano peggio

Che emoji usi quando mandi un messaggio su WhatsApp o scrivi un post sui social? Ce ne saranno sicuramente di ricorrenti – magari la faccina sorridente, quella arrabbiata, quella che ride a crepapelle – ma ti sei mai chiesta quali sono le più popolari, che tipo di emoji usano negli altri Paesi o quali sono le più amate dai ragazzi e quali invece le più utilizzate dagli adulti? In occasione della Giornata mondiale dell’emoji che sì, esiste, ed è il 17 luglio, Adobe ha pubblicato un report che esplora l’impatto delle emoji sulla comunicazione digitale e su come siano in grado di connettere milioni di persone in tutto il mondo. Lo studio si basa sulle interviste 7.000 persone che utilizzano abitualmente le emoji negli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Giappone, Australia e Corea del Sud e ha rilevato dei dati interessanti, dal perché utilizziamo le faccine a come cambiano il nostro modo di comunicare con gli altri

Usiamo le emoji per alleggerire la conversazione e superare le barriere linguistiche… 

A livello globale, le emoji preferite dalle persone sono: 😂 (#1), 👍 (#2), ❤️ (#3), 😘 (#4), 😢 (#5) Amore (#1), felicità (#2), tristezza (#3), rabbia (#4) e sorpresa (#5) sono le prime cinque emozioni espresse con le emoji I tre abbinamenti di emoji preferiti sono: 🤣 😂 (#1), 😘 ❤️ (#2), 😂 ❤️ (#3) Il 91% delle persone usa le emoji per alleggerire l’atmosfera di una conversazione, l’83% per manifestare supporto. Un dato interessante è che il 55% degli intervistati concorda sul fatto che l’uso di emoji nelle comunicazioni ha avuto un impatto positivo sulla loro salute mentale, se non altro, molto probabilmente, perché il più delle volte chiarisce il tono o strappa un sorriso. Il 67% pensa che le persone che usano le emoji siano più amichevoli, divertenti e cool di quelle che non lo fanno.

All’86% piace che bastino poche emoji per condividere pensieri e idee. Gli intervistati dicono di utilizzare emoji nei propri messaggi di testo quasi la metà delle volte (46%), mentre 1 volta su 4 scrivono messaggi di sole emoji (25%). Percentuali che variano leggermente per la Generazione Z, che include emoji nei messaggi di testo o online la metà delle volte (53%) e usa esclusivamente emoji nei messaggi di testo o online 1 volta su 3 (32%). Inoltre, il 90% di chi utilizza le emoji concorda sul fatto che le emoji rendono più facile esprimersi e l’89% comunicare superando le barriere linguistiche.

… ma ce ne sono molte sul cui significato non siamo tutti d’accordo

Anche se il 75% di chi utilizza le emoji si sente sicuro di essere aggiornato sul significato delle ultime emoji introdotte, ce ne sono tre che si conquistano il podio di quelle più fraintese: la melanzana 🍆 (#1), la pesca 🍑 (#2) e il pagliaccio 🤡 (#3), con le prime due che, a dirla tutta, sono chiari riferimenti sessuali. Il 63% della Generazione Z dichiara di utilizzare le emoji in modo diverso dal loro significato originario, mentre più della metà degli intervistati ha ricevuto una emoji sbagliata da qualcuno (52%), mentre un terzo ha inviato un’emoji di cui si è poi pentito (33%). Il 76% afferma che nelle conversazioni si dovrebbero usare solo emoji di cui si comprende appieno il significato.

Il 75% degli intervistati afferma che va bene inviare un’emoji come risposta rapida al posto delle parole, ma l’uso eccessivo di emoji è fastidioso nella conversazione (67%). In ambito corteggiamento e dating ci sono due tipologie di emoji: tre che rendono le persone più piacevoli – 😘(#1), 🥰 (#2), 😍 (#3), ovvero quelle che associamo a dolcezza e tenerezza – e altre tre che possono invece risultare fastidiose (ed ecco ritornare la melanzana e la pesca!), e cioè 🍆(#1), 🍑 (#2), 🤪 (#3).

Uomini e donne usano le emoji in maniera diversa

Un altro risultato interessante riguarda la differenza nell’uso delle emoji che fanno uomini e donne: secondo la ricerca di Adobe, infatti, uomini e donne usano emoji diverse per esprimere le loro emozioni. Per esprimere sorpresa gli uomini utilizzano 😮 mentre le donne 😳, la frustrazione per gli uomini è 😠 e per le donne 😡, l’orgoglio per i maschi è 😎 mentre per le femmine è 😌. A livello globale, sono più numerose le donne che usano le emoji rispetto agli uomini, 52% vs. 40%.

Il 65% delle donne invece (contro il 56% degli uomini) dice di usare le emoji per rendere le conversazioni più divertenti. Ma gli uomini sono anche quelli meno bravi a destreggiarsi con i significati impliciti delle faccine: sono infatti più numerosi gli uomini che hanno inviato un’emoji fuori contesto, il 44% vs. il 33% delle donne.  Il 27% degli uomini ha inviato un’emoji che li ha messi nei guai con amici, familiari o un’altra persona importante per loro rispetto al 17% delle donne. Sono anche più numerosi gli uomini che si pentono delle emoji inviate: il 38% di loro vs. il 27% delle donne.

Alle donne piace particolarmente che le emoji le aiutino nell’esprimere se stesse (91% contro 88% dei maschi) e che bastino solo poche emoji per condividere i loro pensieri e idee (88% contro 84%). Gli uomini che preferiscono esprimere le proprie emozione tramite le emoji anziché attraverso una conversazione di persona sono più numerosi rispetto alle donne: 53% contro il 49% delle donne. A livello globale, i maschi hanno una probabilità maggiore rispetto alle femmine (70% vs. 67%) di utilizzare emoji in sostituzione di una parola e oltre la metà degli utenti maschi (51%) è più propenso rispetto alle donne (44%) a rispondere a un messaggio se contiene un’emoji. L’89% delle donne si sente più comprensiva ed empatica verso qualcuno se utilizza un’emoji rispetto all’ 87% degli uomini.   

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