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Emoji e buone maniere: quando utilizzarle e quando vanno evitate

Cosa suggeriscono le buone maniere sull'utilizzo (spesso incontrollato) delle emoji? Il linguaggio del web è vasto ed è utile, ma in alcune situazioni formali può apparire fuori-luogo. Cosa sapere? Qualche dritta preziosa.

Emoji e buone maniere, quando l’utilizzo delle emoticon è opportuno e quando invece dovremmo evitare? Abbiamo tutte una sorta di debole per le emoji, il linguaggio ufficiale del web: faccine sorridenti, cuori e migliaia di immagini che esprimono il nostro stato d’animo. L’utilizzo delle emoticon è ormai consolidato e non è più considerato di uso prettamente giovanile.

Come si esprime il galateo a riguardo? Non dimentichiamo mai le buone maniere, soprattutto nelle e-mail di lavoro o durante lo smart working. Se ne fa ormai un utilizzo smodato, ma è giusto adottarle nelle comunicazioni professionali? O è meglio destinarle alle conversazioni private con le proprie amiche o partner? Qualche dritta per fare sempre bella figura.

Mai utilizzarle nelle e-mail ufficiali di lavoro

Esiste ormai una vera e propria netiquette delle emoticon. Il galateo digitale suggerisce di evitare nelle comunicazioni ufficiali di lavoro il loro uso. Un’emoji può essere accattivante, divertente, ma anche fuori-luogo, soprattutto in un’e-mail importante, in cui parli con il tuo capo.

Nelle e-mail con nuovi clienti, sarebbe preferibile mettere da parte il linguaggio del web. Con il tempo, magari, quando ci sarà maggiore confidenza, ci si potrà permettere quella faccina sorridente che vorresti inserire alla fine della tua frase, giusto per non sembrare troppo spigolosa e fredda.

Per quanto internet abbia facilitato la connessione tra persone distanti tra loro, in qualche modo l’ha resa anche più “piatta”, ed è il motivo per cui tendenzialmente non sappiamo rinunciare alla classica faccina quando salutiamo una collega.

Vanno bene nella chat aziendale, con parsimonia

L’aumento dello smart working ha contribuito a sfruttare l’utilizzo di chat aziendali su WhatsApp, Zoom o Skype. In un contesto da ufficio – tra colleghe, dunque – non è assolutamente sconsigliato fare uso di emoticon. Anzi, talvolta, potrebbero addirittura stemperare l’atmosfera e rappresentare un modo per legare, per creare empatia o supporto.

Le buone maniere e le emoji possono andare d’accordo, senza strafare: persino con i clienti che conosci da tempo o con i colleghi con cui hai un buon rapporto, hai la possibilità di usare una faccina. In particolare, tornano utili quando vuoi stemperare i toni di una conversazione. La scrittura mediante uno schermo, si sa, può sembrare eccessivamente formale.

Inoltre, sempre in tema “tecnologia”, sappi che il galateo dei messaggi vocali può essere applicato nelle chat aziendali, come avviene per le emoticon. Sii sempre diretta e concisa, senza rubare troppo tempo alle colleghe: emoji e vocali possono risultare stucchevoli, talvolta fastidiosi, in particolare in orario di lavoro.

Sì al loro utilizzo per creare “empatia”

Con le amiche, gli amici, il partner, i parenti, secondo il galateo, abbiamo via libera, soprattutto se vogliamo dare una sensazione di empatia e connessione. Tuttavia, permane sempre l’obiettivo principale: evitare di inondare le chat con faccine e cuori. La sensazione è che stiamo dimenticando l’importanza delle parole.

Stai conversando con una tua amica e vorresti supportarla? Un cuore – colorato! – scalda sempre l’anima, perché in quell’emoji risiede il sentimento che stiamo cercando di esprimere. No agli invii massicci di emoticon, che potrebbero risultare antipatici persino tra migliori amiche o fidanzati.

Saluta sempre in modo educato le tue amiche, non solo con l’emoji, ma esprimendo il tuo affetto mediante le frasi. Forse ti risulterà difficile, soprattutto se ormai fai un abuso di emoticon. Ma siamo certe che apprezzerà il tuo gesto.

Piena libertà sui social network

Diverso è il discorso da applicare sui social network, in particolare perché non ci sono legami formalitoni ufficiali. Ci si può adattare tranquillamente, soprattutto quando si desidera commentare lo stato di un amico o la sua foto. Anzi, sono gli stessi social a suggerire il loro utilizzo, mediante le reaction, come nel caso di Facebook.

Il supporto delle emoji può essere fondamentale, ma anche limitante sotto un certo punto di vista. Ricorda, tuttavia, che esiste anche un galateo degli spazi personali, e non tutte potrebbero apprezzare le conversazioni-emoticon. C’è chi predilige, infatti, un breve dialogo o una telefonata, o ancora una semplice uscita.

Non sai come dirlo? Non usare l’emoticon, ascolta il tuo cuore

L’ultimo suggerimento non è previsto solo dal galateo, ma principalmente dall’umanità che risiede in noi. Quante volte siamo ricorse all’utilizzo di un’emoticon per esprimere la nostra felicità? Forse, non trovavamo le parole adatte. O forse non ci siamo sforzate abbastanza.

Bisognerebbe tornare a parlarsi, a comunicare, a utilizzare le parole. Se vuoi dire ti amo, esprimi il sentimento. Se vuoi ringraziare un’amica per la vicinanza, non usare l’emoticon: dille che per te è fondamentale stare vicine. L’impressione è che ci stiamo arrendendo ai disegni, per evitare di scardinare le nostre emozioni.

Ognuna di noi deve fare i conti con i sentimenti, da sempre al centro dell’anima, a volte pesanti da affrontare. Tra le buone maniere e le emoji, ricorda che una frase ben pensata può avere un significato (e impatto) maggiore e speciale. È il caso di dirlo: le parole stanno diventando vintage.

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