Papà e bambino mano nella mano

Il padre biologico è malato: sì all’adozione da parte dell’altro papà

Sentenza di adozione in tempi record per un bambino di poco meno di quattro anni nato attraverso maternità surrogata in Canada e cresciuto da una coppia di uomini italiani

Sì all’adozione da parte del papà “non biologico” di un bambino di 3 anni mezzo nato grazie a maternità surrogata all’estero e cresciuto da una coppia di uomini residenti in Trentino. In soli quattro mesi dalla presentazione dell’istanza, il collegio ha garantito il ricorso alla “stepchild adoption” da parte del padre sociale allo scopo di tutelare il minore in caso di scomparsa del padre biologico, gravemente malato.

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A darne notizia è il quotidiano “il T” precisando che la sentenza risale al 21 luglio scorso e che tra poche settimane “passerà in giudicato” e “diventerà quindi definitiva”.

La battaglia legale dei due papà

I due papà del bambino sono stati entrambi riconosciuti come genitori del figlio nato grazie alla gestazione per altri in Canada, ma non in Italia, dove la loro battaglia legale per far registrare l’atto di nascita con la doppia paternità non ha finora portato a nessun risultato.

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Via libera all’adozione in tempi rapidi

Quando il padre legale, ossia quello biologico, ha iniziato ad avere gravi problemi di salute, l’altro genitore ha deciso di rivolgersi in Tribunale per chiedere l’adottabilità del figlio. La richiesta avanzata dall’avvocato bolognese Michele Giarratano è stata accolta nel giro di quattro mesi dal tribunale per i minorenni di Trento, presieduto da Giuseppe Spadaro, che ha dato l’ok all’adozione da parte del genitore sociale.

Due papà con il oro bambino

Le motivazioni della sentenza

Secondo la testata trentina, si tratta di “uno dei primi casi, se non il primo in Italia, in cui si è posto il problema del rischio morte del genitore biologico“. Il possibile esito della malattia, assieme alla peculiare condizione del bambino e della persona che se ne prende cura, è stato uno degli elementi presi in considerazione dal collegio incaricato di valutare il caso.

Il rischio paventato dal collegio è che il minore, in caso di decesso del padre biologico durante l’iter di adozione (solitamente richiede tempi molti lunghi) rimanesse in stato di abbandono. Fino alla fine della procedura prevista, il padre sociale risulta infatti per la legge italiana un completo estraneo per il minore.

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Secondo quanto espresso nella sentenza dal collegio del Tribunale di Trento, con l’adozione “non si è trattato di riconoscere il diritto del genitore sociale, bensì di richiamarlo alle proprie responsabilità per aver voluto mettere in vita” il bambino, in accordo con il diritto del minore ad avere una famiglia previsto dalla Costituzione.

L’ok della Procura dei minori all’adozione

Considerata la complessità  del caso e le condizioni di salute del padre biologico, insieme all’effettivo rischio per la tutela degli interessi del bambino, lo stessa Procura dei minori ha dato da subito parere positivo all’istanza della coppia omogenitoriale, chiedendo tuttavia di non dare seguito alla richiesta di iscrizione all’anagrafe del secondo padre, che non è prevista dalla normativa.

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