Morto Filippo di Edimburgo: addio al principe consorte

  • 09 04 2021
È scomparso a 99 anni il principe Filippo, da sempre al fianco della Regina e considerato dalla stessa Sovrana la sua "roccia". L'ultimo saluto è atteso entro dieci giorni nella St Georgès Chapel in "forma ristretta"

È morto questa mattina il Duca di Edimburgo. L’annuncio di Buckingham Palace: «Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo è spirato pacificamente stamattina nel Castello di Windsor». Secondo le regole previste per i funerali della Casa Reale, le esequie del principe si svolgeranno nei prossimi 10 giorni presso la St Georgès Chapel in «forma ristretta». Il principe Filippo, compagno di una vita della Regina Elisabetta II – «È con profonda tristezza che Sua Maestà la Regina annuncia la morte del suo amato marito» – si è spento dunque dopo aver trascorso all’ospedale londinese Edoardo VII ben 29 giorni a causa di un malore dovuto a un’infezione. Le condizioni di Filippo, nonostante le rassicurazioni del nipote William, avevano destato molta preoccupazione tra i membri della Famiglia Reale. E la situazione era apparsa allarmante anche ai sudditi quando il principe Carlo gli aveva fatto visita lo scorso mese di marzo.

Sembrava invincibile quel vecchio signore che, negli ultimi tempi, faticava a reggersi sulle sue gambe, che era da sempre costretto a rinunciare a qualsiasi desiderio per stare tre passi dietro la Regina e che con le sue gaffes ha fatto divertire (e arrabbiare) molte persone. Il principe Filippo di Edimburgo, in realtà, è stato un uomo forte, devoto, integerrimo e leale. Un uomo che per amore di Elisabetta, la sua donna, ha rinunciato a tutto. Un uomo che ha dimostrato non solo alla Royal Family ma all’intero Paese di esserci stato sempre. Completamente.

Dipinto (da film e serie Tv come The Crown) come cinico, duro, dal pessimo carattere e troppo amante del polo, delle corse e delle donne, Filippo è stato, al contrario, un uomo di estrema eleganza e intelligenza: non tutti sono in grado di reggere la pressione della Firm, come viene chiamata la Royal Family, come ha fatto lui (Meghan Markle docet).

I funerali

Così la capitale inglese si prepara ora a quello che è denominato come il piano Forth Bridge, dal famoso ponte scozzese: come per ogni senior royal, i preparativi dei funerali sono tenuti sotto chiave e denominati con un nome in codice ispirato a un ponte famoso; quelli di Elisabetta II vanno sotto il nome di London Bridge. Nonostante quindi, più volte, Filippo abbia espresso il desiderio di non avere una funzione funebre in pompa magna, i funerali sono già stati pianificati nel minimo dettaglio e approvati dallo stesso Filippo.

Quella dei funerali reali è una macchina ben oliata e il duca di Edimburgo riceverà quindi il suo ultimo saluto con un funerale «in forma ristretta» dopo l’esposizione della bara a St James’ Palace, cui proseguirà con una processione verso l’Abbazia di Westminster. Il principe Filippo sarà poi sepolto a Windsor, nei suggestivi Frogmore Gardens, presso il Royal Burial Ground, il cimitero utilizzato dalla famiglia reale britannica fin dal 1928 dove già riposano le salme della Regina Vittoria e del Principe Alberto e non nella cappella di Westminster dove sono invece sepolti tutti i regnanti.

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L’amore per la “sua” Regina

Per sposare la futura regina d’Inghilterra Filippo ha rinunciato al suo posto nella successione al trono – era l’unico figlio maschio del principe Andrea di Grecia e Danimarca e della principessa Alice di Battenberg – è diventato cittadino britannico, si è convertito alla chiesa anglicana e soprattutto ha detto addio a una promettente carriera nella Marina: il suo primo grande amore.

Le nozze hanno avuto luogo nell’abbazia di Westminster il 20 novembre 1947 alle ore 11.30, con buona pace dei laburisti che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, avevano chiesto ai sovrani una cerimonia semplice e privata. Ma la regina madre ha preteso una celebrazione in grande stile che rappresentasse la rinascita della nazione tanto che Norman Hartnell, stilista di riferimento della corona realizzò, con l’aiuto di 350 sarte, l’abito di seta bianca della sposa, decorato con 10mila perle e cristalli. Duemila gli invitati alla cerimonia a Westminster ma solo 150 ebbero l’onore di presenziare al pranzo a Buckingham Palace e vedere la spada di Filippo tagliare la torta di quattro piani: pensate che fu realizzata da una pasticceria di Edimburgo, McVitie & Price, con ingredienti fatti arrivare appositamente da tutti i Paesi del Commonwealth.

Lo stile unico

Uomo di grande charme e savoir-faire, Filippo di Edimburgo nelle questioni di stile non ha mai registrato incidenti ed è stato annoverato nel 2016 dalla rivista GQ tra i 50 “best-dressed-men” piazzandosi al 12esimo posto in una classifica composta da attori, musicisti e celebrità con questa motivazione: «Il duca di Edimburgo incarna il dovere e il decoro e nel modo in cui si veste appare disinvolto. È sempre britannico, virile e appropriato al suo ruolo».

Il Duca era uno fedele ai suoi marchi, tutte aziende che hanno una solida tradizione in Inghilterra. Per l’intimo si serviva dalla scozzese Lyle&Scott; dal 1956 John Lobb firmava le sue scarpe mentre i cappelli, di cui faceva largo uso, sono di James Lock& Co.; giacche e cappotti erano di Daks e Barbour mentre i kilt arrivavano direttamente da Edimburgo dalla rinomata ditta Kinloch Anderson; e, ovviamente, gli stivali erano Hunter. C’è solo un capo per cui era disposto a “oltrepassare” la Manica: le amate cravatte di Hermès.

Il ritiro nel 2017

Quando nell’agosto del 2017 il duca di Edimburgo si era felicemente ritirato a vita privata aveva al suo attivo 22.191 impegni reali, 5.493 discorsi e oltre 780 organizzazioni benefiche e associazioni di cui era patrono. Scherzando come era solito fare, aveva detto di sé, «Sono lo scopritore di targhe più esperto del mondo». Il simpatico Filippo – sono note le sue gaffe, tanto amate dai sudditi quando odiate dalla stampa – non è purtroppo riuscito a fare il suo ingresso nei cento anni di vita e a festeggiare il suo 100esimo compleanno il 10 giugno.

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