Re Carlo III

L’Australia dice “no” a re Carlo sulle banconote

Re Carlo III non comparirà sulla nuova banconota da 5 dollari dell'Australia. Al suo posto un disegno indigeno

I rapporti tra l’Australia e la monarchia britannica si fanno tesi? La decisione della Reserve Bank sembra un affronto: sulle nuove banconote da 5 dollari non sarà ritratto re Carlo III.

Australia, sulle banconote non ci sarà Re Carlo

Non bastavano Harry e Meghan: la Royal Family è sempre più chiacchierata. Se dal 1992 la regina Elisabetta è stata raffigurata sulle banconote da 5 dollari, a re Carlo – erede al trono – non sarà concesso lo stesso trattamento. La Banca centrale australiana, infatti, ha annunciato una graduale eliminazione della monarchia britannica dalle banconote nazionali, sebbene i volti della corona continueranno a essere ritratti sulle monete.

La regina Elisabetta con il figlio primogenito Carlo

Al posto di re Carlo quindi, l’Australia sceglie un disegno indigeno. Si tratta di un omaggio a “cultura e storia dei primi australiani”. In un comunicato la banca fa sapere che “l’altro lato della banconota da 5 dollari continuerà a rappresentare il parlamento australiano. Secondo il tesoriere Jim Chalmers, il cambiamento è “un’opportunità per trovare un buon equilibrio. Inoltre, ha ricordato che il monarca sarà ancora sulle monete, ma la banconota da 5 dollari dirà di più sulla nostra storia, sulla nostra eredità e sul nostro Paese, e lo vedo come una buona cosa”. Però, per vedere in circolazione le nuove banconote, bisognerà attendere alcuni anni.

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Le polemiche

L’Australia si dimostra così sempre più critica nei confronti della monarchia britannica, nonostante sia membro del Commonwealth. Il primo ministro australiano, il repubblicano Anthony Albanese, sembra intenzionato a indire un referendum per stabilire se gli australiani desiderino chiudere i rapporti con la monarchia britannica. Tuttavia, dopo la morte di Elisabetta II, Albanese ha dichiarato che non sarà indetto alcun referendum, almeno fino al suo eventuale secondo mandato. L’ultima consultazione si è tenuta nel 1999, quando i repubblicani per pochi voti hanno visto sfumare la vittoria.

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La decisione comunicata dalla Banca centrale nazionale ha alimentato le polemiche. In Australia insorge l’opposizione. Il Governo laburista di centrosinistra è favorevole, mentre Peter Dutton, leader del Partito liberale, non ha dubbi: «Dietro c’è la mano del Governo. Lo considero un attacco ai nostri sistemi, alla nostra società e alle nostre istituzioni». E se la novità in arrivo non è affatto gradita ai filo-monarchici, non può dirsi lo stesso per gli indigeni. Lidia Thorpe, esponente dei Verdi australiani e prima senatrice aborigena eletta nello Stato di Victoria, ha commentato con entusiasmo la scelta della Reserve Bank. Su Twitter ha scritto: «Questa è una grande vittoria per la base, per il popolo delle Prime Nazioni che ha lottato per decolonizzare questo Paese. Il popolo delle Prime Nazioni non ha mai ceduto la propria sovranità a nessun re o regina, mai. È tempo di una Repubblica dei Trattati!».

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