Saldi al via: 10 consigli anti fregature

Saldi invernali al via, in ordine sparso, in tutte le regioni. La Basilicata è partita il 2 gennaio, entro l’Epifania gli sconti saranno applicati in tutta Italia. Secondo la Confesercenti quasi un consumatore su due (il 47 per cento) è pronto a comprare a prezzi ribassati, mentre il Codacons prevede un’adesione del 40 per cento e parla di “ennesimo flop”, con un trend in discesa rispetto al 2017. Mediamente, stando alle stime dei rappresentanti di negozianti, negli acquisiti al risparmio si investiranno 150 euro a testa. L’associazione di consumatori ipotizza invece un esborso di 168 euro a famiglia.

Ecco le previsioni sugli sconti

Anche sulla consistenza dei ribassi analisi e previsioni sono discordanti. “Quest’anno – garantisce Roberto Manzoni, presidente della Federazione italiana settore moda – gli sconti di partenza saranno più alti della media ed i saldi invernali somiglieranno un black friday ‘sotto casa’, solo più accessibile e di maggiore durata. Inoltre ci saranno tutti i vantaggi del negozio tradizionale: conoscere i prodotti ed essere conosciuti dal commerciante, con cui si costruisce un rapporto di fiducia, e poter valutare toccando con mano i prodotti da acquistare. Un’occasione di risparmio per i consumatori, ma anche di vendita per le imprese, che cercano l’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno fiacco. Anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese. E senza una ripresa sostenuta, il settore del commercio moda continua a soffrire: nel 2017 sono spariti altri 2.400 negozi, più di 6 al giorno”.

L’analisi dei consumatori

Secondo l’Unione nazionale consumatori, tornando ai “tagli” di prezzo praticati, si andrà in direzione opposta: “Gli sconti saranno in leggera discesa . Abbigliamento e calzature, ad esempio, faranno registrare un calo dei prezzi del 21,3 per centro, contro il 21,7 del 2017. I dati Istat ci confermano inoltre che i ribassi solitamente pubblicizzati in vetrina, 70 e 50 per cento, sono gonfiati e ben lontani da quelli effettivi. Insomma, l’abitudine di truccare il prezzo vecchio, così da alzare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto, prosegue. Per questo –conclude Unc – suggeriamo ai consumatori di guardare sempre alla somma effettivo da pagare e di non farsi incantare da riduzioni troppo elevate”.

Le tattiche anti fregature

Per evitare bidoni, e trappole, bisogna avere altre accortezze. La stessa Unione nazionale consumatori le elenca in un decalogo.

Il cambio di un capo difettoso

Conservare sempre lo scontrino. Non è vero che i capi in saldo non si possono cambiare. Anzi. Valgono le regole di sempre. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso. Si hanno due mesi di tempo (non solo 7 o 8 giorni) per denunciare l’anomalia di un abito o l’imperfezione di un paio di pantaloni e per ottenere la sostituzione o la riparazione, a scelta del cliente. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché manca la taglia giusta, c’è il diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono acquisto) o, se si preferisce, ad una ulteriore riduzione del prezzo del prodotto contestato.

Occhio agli scaffali pieni all’improvviso

Le vendite devono essere realmente di fine stagione: le merci che si possono mettere in saldo sono gli avanzi della stagione in corso, non fondi di magazzino. Come evitare raggiri? Basta stare lontani da quei negozi che avevano i ripiani semivuoti prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei capi più svariati. E’ improbabile che a questo punto dell’inverno una bottega sia provvista, per ogni articolo, di tutte le taglie e tutti i colori.

Confrontare i prezzi

Non fermarsi mai al primo negozio, ma confrontate i prezzi di più esercizi. Si eviterà di mangiarsi le mani. A volte basta un giro supplementare per scovare occasioni vantaggiose e evitare acquisti sbagliati.

Guardare sempre l’etichetta

Cercare di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio. Non si correrà il rischio di essere influenzabili dal commerciante e di tornare a casa carichi di capi di abbigliamento e prodotti, magari anche a buon prezzo, dei quali non c’era alcun bisogno e che non saranno usati mai. Valutare la bontà della merce guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (fibre naturali o sintetiche, lino o cotone…) o di una calzatura (cuoio o altro). Una cifra alta non implica automaticamente che un prodotto sia di qualità.

Diffidare degli sconti esagerati

Gli sconti superiori al 50 per cento, sempre secondo l’Unione nazionale consumatori, possono nascondere merce non esattamente nuova o prezzi vecchi gonfiati. L’abitudine di ritoccare il costo vecchio, così da alzare la percentuale di riduzione ed invogliare maggiormente all’acquisto, è dura a morire. Per questo è opportuno guardare sempre alla cifra effettiva da pagare e non farsi incantare da ribassi troppo elevati.

Di quali negozi fidarsi

Servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia o scegliere merce della quale si conoscono già il prezzo o la qualità, così da poter valutare autonomamente la convenienza dell’acquisto.

Come dev’essere la vetrina

Controllare le targhette e non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo e la percentuale dello sconto, anche se in alcune regioni non è obbligatorio farlo. Le cifre devono essere scritte o stampate in modo chiaro e ben leggibile. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. I prodotti a costo ribassato devono essere separati in modo netto dai prodotti nuovi. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non consentono di vedere ciò che è in vendita e i cartellini.

La prova dei capi non è obbligatoria

Non c’è l’obbligo di far provare i capi. L’opzione è rimessa alla discrezionalità e alla disponibilità del negoziante. Il consiglio dell’Unc è di non acquistare i capi di abbigliamento e calzature che possono essere solo ammirati.

Darsi un budget

Per evitare spese inutili, meglio darsi un budget e cercare di rispettarlo.

Consulenze e assistenza

Gli esperti dell’Unione nazionale consumatori – così come quelli delle altre sigle schierate a difesa degli utenti – sono a disposizione degli iscritti all’associazione attraverso lo sportello generico sul sito ufficiale e tramite posta elettronica ([email protected]). Nel caso sorgano dissidi al momento dell’acquisto e del pagamento, o si riscontrino situazioni anomale, i “controllori” da chiamare sono gli operatori delle polizie locali.

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