Arisa e quei cantanti accusati di portare “sfiga”

Qualche giorno fa Arisa ha utilizzato la pagina Facebook per sfogare l’amarezza di non essere stata invitata ai Wind Music Awards, lasciandosi scappare frasi che riportano alla mente due esclusi illustri: Mia Martini e Marco Masini. Sarà davvero questo il destino della cantante? O è solo un uso molto furbo dei social network?

Arisa torna a far parlare di sé attraverso un uso “bizzarro” dei social. Circa un anno fa aveva postato la foto di lei seduta sulla tazza del bagno (selfie sul water!), con il viso rivolto all’obiettivo e il pantalone jeans calato a metà.

In altre foto apparse nei suoi vari profili (Facebook, Twitter, Instagram), la vediamo spesso in ambito casalingo: appena alzata la mattina e con la faccia insonnolita a fare colazione, o sul letto con gli occhi chiusi, o con lo zinale a impastare il dolce, e in altri scatti mostra con disinvoltura gambe e seno (il décolleté).


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Ma stavolta Arisa, al posto delle atmosfere domestiche o delle “provocazioni” fisiche, lascia correre il pensiero. Ne scaturisce uno sfogo amaro e sincero (non a caso il suo brano più famoso è “Sincerità”).

Una trentina di righe dove l’artista nata a Genova, ma di Pignola, provincia di Potenza, si lagna di non essere stata invitata ai Wind Music Awards (all’Arena di Verona e trasmessi in diretta da Rai1). Anche al concerto di Radio Italia in piazza Duomo a Milano “mi sarebbe piaciuto esserci”, aggiunge. Ma neanche lì è stata chiamata.

Poi tira in ballo la mancata partecipazione a Eurovision Song, nonostante la duplice vittoria a Sanremo (la prima nella categoria “nuove proposte”).

E allora, cercando di darsi una spiegazione logica, scrive: “Ci sono quelli fighi e quelli no”. Poi aggiunge: “Come Mimì non mi ci fanno finire”.

Mimì è ovviamente Mia Martini (dopo Mina forse la più grande cantante italiana). Impossibile dimenticare la potenza della sua voce, l’intensità delle interpretazioni, quella passione, sofferenza e disperazione che emerge da ogni canzone. Basterebbe citare “Almeno tu nell’universo”, oppure “Gli uomini non cambiano”.

Ebbene per molti anni venne perseguitata da una diceria ignobile, quella di portare sfiga. Nel 1983 fu addirittura costretta a ritirarsi dalle scene perché nessuno la voleva, e dovunque andava tutti la scansavano come la peste.

A scatenare questa diceria fu un incidente stradale in cui morirono due suoi musicisti, subito dopo un concerto. Era il 1971. Da quel momento ogni piccolo incidente, ad esempio: saltava una lampadina, non funzionava un microfono, si dava subito la colpa a lei.

Giunsero al punto da non farla entrare nei ristoranti, a non pronunciare il suo nome, molti artisti si rifiutavano persino di esibirsi sullo stesso palco.

Si racconta che Renato Zero nel 1989 dovette accordarsi con il direttore artistico del Festival di Sanremo e firmare un documento in cui si assumeva ogni responsabilità su quello che sarebbe potuto accadere durante l’esibizione di Mia Martini.

Stessa sorte toccò qualche anno dopo a Marco Masini, costretto anche lui a ritirarsi. La diceria di “portasfiga”, nata un po’ per scherzo (molto probabilmente per il contenuto pessimistico delle sue canzoni), diventò una vera iattura per il cantautore toscano. Soprattutto quando un giornalista, alla notizia di un ragazzo suicida che poco prima di togliersi la vita stava ascoltando un disco di Masini, titolò: “Ascolta Masini e s’ammazza”.

Lo stesso Masini raccontò, qualche anno più tardi in un’intervista, che la gente nei negozi non osava toccare i suoi cd. Nell’ambiente venne bollato come un personaggio “nefasto” e nessuno lo invitava più a cantare, soprattutto in televisione.

Il 17 aprile 2001 il cantautore, stufo di tutta quella situazione, annunciò il ritiro dalle scene a causa del trattamento persecutorio che gli impediva di divulgare i suoi album nei principali canali di promozione. Ma poi continuò a scrivere canzoni, e tre anni dopo vinse il Festival di Sanremo.


All’epoca non esistevano ancora i social, molto probabilmente avrebbero potuto aiutare Mia Maritini e Masini a superare i momenti più difficili, soprattutto ad uscire dall’isolamento.

Ormai nessun artista può farne a meno. Si rivelano, infatti, molto utili per lanciare un nuovo disco o rendere pubbliche le date dei concerti, esprimere un’opinione su un qualsiasi argomento e mantenere viva l’attenzione sulla propria attività pubblica, ma anche privata.

Gli artisti più affermati vantano milioni di fan (Laura Pausini quasi 7 milioni, Eros Ramazzotti 4,5). Arisa al momento è arrivata a circa 360 mila persone, ma ogni volta che riesce a far parlare di sé la quota aumenta.

Forza Arisa!

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