Covid, quando fa cadere i capelli

Sono aumentati i casi di “effluvium” in chi si è ammalato di coronavirus, cioè la perdita dei capelli a partire da due mesi dopo essere guariti. Le cause sono diverse, tra cui proprio la specificità della malattia. Ecco i rimedi efficaci e i farmaci da evitare

Mentre si intravede l’inizio della riduzione dei contagi, preoccupano alcune delle conseguenze legate al Covid. Se vi siete accorte di aver perso molti più capelli di quanto non accada normalmente e visto che non siamo in una stagione tipica in cui questo fenomeno si accentua (come in autunno), è possibile che il motivo sia legato al Covid. A spiegarlo sono gli esperti, che sottolineano come il fenomeno possa verificarsi sia in caso di malattia vera e propria, sia quando non si è avuta l’infezione. La causa è legata allo stress, ma non solo: in caso di Covid, si possono perdere capelli anche mesi dopo la guarigione. Ecco perché e cosa fare.

Cadono più capelli: colpa (anche) del Covid

Negli ultimi due anni si è registrato un aumento dei casi di caduta dei capelli legata al Covid. Se la malattia non va sottovalutata nelle forme più severe, vanno considerate anche le conseguenze che appaiono più blande. Tra i campanelli d’allarme della sofferenza del fisico c’è anche una maggiore fragilità dei capelli, che può dar luogo ad alopecia sia negli uomini che nelle donne.

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La caduta avviene già due mesi dopo

«I motivi per cui questo accade sono molti. Il primo riguarda gli effetti dell’infezione da coronavirus, che provoca sicuramente malessere e febbre. Questa a sua volta, quando supera i 38 gradi, blocca la crescita dei capelli che quindi nel giro di qualche tempo si indeboliscono e cadono» spiega Andrea Marliani, presidente onorario della Società italiana di Tricologia. Si tratta di un fenomeno tipico di tutte le malattie infettive, compresa l’influenza, con una differenza: «Nel caso del Covid possiamo avere una caduta di capelli sia durante la malattia – di solito più importante – sia tardiva, ma comunque anticipata rispetto ad altre malattie infettive: se generalmente i capelli si perdono circa 4 mesi dopo la guarigione, per effetto del blocco della crescita, col Covid questo lasso di tempo è più breve e la caduta avviene già dopo due mesi aver superato l’infezione. Il motivo non è chiaro, ma può essere legato anche alla specificità della malattia» chiarisce l’esperto.

Dalla tempesta citochinica ai trombi: gli effetti sui capelli

Un altro motivo che spiega perché si perdano i capelli a causa del Covid, infatti, riguarda la famigerata tempesta citochinica che è in grado di scatenare il virus Sars-Cov2: è quella che avviene nei casi in cui l’infezione cresce in modo considerevole e scatena una reazione “esagerata” del sistema immunitario che finisce con il danneggiare gli organi stessi. «Se accade, si liberano le citochine, molecole prodotte in risposta all’infezione, che di fatto però bloccano anche loro la crescita del capello – spiega l’esperto – A ciò si aggiunga il rischio di formazione di microtrombi, cioè piccole zone di coagulazione del sangue, che impediscono il corretto apporto di nutrimento e di sangue al follicolo» aggiunge il presidente onorario e fondatore della SIT. Infine, occorre prestare attenzione ai farmaci utilizzati nelle terapie anti-Covid: «Alcune cure anti-Covid, ad esempio, prevedono la somministrazione di Interferon Gamma, che blocca la crescita del follicolo, mentre gli stessi anticoagulanti che sono prescritti e sono importanti nella terapia, possono aggravare l’effluvium, cioè proprio la caduta di capelli. È il rovescio della medaglia delle cure contro l’infiammazione da coronavirus, ma va ricordato che si tratta di un fenomeno reversibile» rassicura Marliani.

Anche lo stress (pure da Covid) tra le cause

Nella fase acuta della caduta di capelli, secondo gli esperti, se ne possono perdere anche 100 e fino a 200 al giorno, sia durante la spazzolatura che anche solo per contatto, ad esempio col cuscino di notte. Tra le cause, anche in persone non contagiate, può esserci lo stress: «È sicuramente tra i motivi della caduta di capelli anche in assenza di Covid e lo riscontra anche in persone che non si sono ammalate: è legato alle difficoltà del periodo che stiamo vivendo, con relazioni interpersonali ridotte, l’indicazione di indossare la mascherina anche per molte ore al giorno, oltre alle precauzioni da adottare che generano a volte ansia, paura e persino depressione. Per questo ci sono casi nei quali la caduta di capelli prosegue a lungo e finché dura il periodo di tensione emotiva – spiega l’esperto – Sono stati segnalati casi di perdita importante di capelli, ma va detto che è un fenomeno temporaneo e può essere ridotto adottando alcuni accorgimenti».

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Vitamina D e acido folico per ridurre la caduta

Spesso, quando non si tratta degli effetti del contagio, l’effluvium passa spontaneamente nell’arco di alcuni mesi. Per agevolare la ricrescita dei capelli e soprattutto limitarne la caduta, però, è importante seguire alcune indicazioni, a partire da una corretta alimentazione: «Intanto va verificato di non soffrire di altre concause, in particolare per quanto riguarda le donne che non ci sia una forma di anemia o carenza di vitamine, soprattutto vitamina B12 o acido folico. Occorre far sì, quindi, che l’alimentazione sia sufficiente ed equilibrata, con un giusto apporto di vitamine e sali minerali (come il ferro, ma anche – in misura minore – la vitamina D). Non significa che la loro carenza sia la causa della caduta dei capelli, ma certamente se mancano e arriva una situazione di stress la perdita sarà maggiore» chiarisce Marliani.

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I farmaci da non usare

Un altro consiglio, infine, riguarda i farmaci: «Sconsiglierei il minoxidil, il farmaco più comunemente usato nei casi di alopecia. È vero che è il più prescritto, ma se la caduta dei capelli è legata al Covid, l’assunzione può provocare un aggravamento del problema o allungare il periodo di perdita dei capelli. Piuttosto, può essere utile l’idrocortisone, ma va prescritto a seconda dei casi da uno specialista. Ricordiamoci, infine, che si tratta di un fenomeno transitorio che si può risolvere in modo spontaneo» conclude l’esperto.

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