Si avvicina l’avvio della “rivoluzione” che porterà a sostituire il digitale terreste con un nuovo sistema di trasmissione dei segnali tv (tecnicamente lo standard Dvb-T2, con codec Hevc). Entro il 30 giugno 2022, con una transizione che comincerà nel 2020 e procederà per gradi, milioni di italiani dovranno cambiare televisore o dotarsi di un decoder esterno, come è accaduto quando si è detto addio all’analogico. L’ennesima spesa extra, supplementare.

Nuova tv o decoder, entro metà 2022, per milioni di famiglie

La “rivoluzione” coinvolgerà attivamente un esercito di famiglie, corrispondenti a 20 – 30 milioni di apparecchi da buttare via o da integrare. Niente paura, tranquillizzano gli addetti ai lavori, per coloro che hanno comprato una tv di recente. Da gennaio 2017 sono in vendita solo televisori Dbt2 Ready, cioè già pronti per lo switch-off. Per riconoscerli, e per sapere che cosa si ha in casa, basterà verificare se riportano o meno la sigla Dvb-T2 o H265/Hevc (controllo che si può fare subito) e poi procedere alla risintonizzazione. Chi possiede modelli superati, invece, dovrà mettere in preventivo la sostituzione dell’apparecchio non al passo con la tecnologia adottata oppure l’esborso per un decoder. Gli schermi, altrimenti, andranno in nero.

Bonus a partire dal 18 dicembre 2019

Da mercoledì 18 dicembre è possibile – per chi ne ha diritto – chiedere l’applicazione del nuovo bonus introdotto per finanziare l’acquisto di televisori di ultima generazione e di decoder per la ricezione satellitare, in vista del cambio di tecnologia delle trasmissioni dei programmi tv (in programma nel 2022, con il passaggio al sistema Dvtb-2/Hevc).

Nel portale del ministero dello Sviluppo economico (www.mise.gov.it) è stata creata una sezione dedicata all’incentivo, che però non è per tutti, ma è riservato ai nuclei familiari con l’Isee sotto i 20mila euro. Bisogna far scorrere la home page, scendere fino ai Focus e cliccare su “Agevolazioni per le famiglie. Bonus tv- decoder nuova generazione”. In questa sezione si trovano il fac simile della richiesta da consegnare al negozio dove si effettua l’acquisto (per avere l’immediata applicazione dello sconto) e l’elenco dei prodotti idonei disponibili sul mercato. Ci sono anche le informazioni di base per orientarsi e capire se si rientra nella fascia degli aventi diritto. Altre indicazioni sono reperibili nelle faq, le risposte ai quesiti più ricorrenti.

Questo nuovo bonus ha un valore massimo di 50 euro (il tetto scende se il decoder scelto costa meno) e lo si potrà chiedere e ottenere fino al 31 dicembre 2022, sempre che le risorse stanziate (150 milioni di euro) non finiscano prima. L’incentivo viene erogato sotto forma di sconto praticato dal rivenditore sul prezzo del modello acquistato. Gli interessati devono consegnare al commerciante una richiesta (come da fac simile scaricabile dal portale del Mise) e l’autocertificazione dei due requisiti previsti (inseriti nel modello standard online): di appartenere a un nucleo familiare di fascia Isee non superiore a 20mila euro e di non avere familiari che abbiano già fruito della detrazione. Chi presenta l’istanza – occhio a non dimenticarsene – deve allegare al modulo la fotocopia di un documento d’identità, non scaduto.

Il bonus è utilizzabile sia in negozi fisici sia online, via e-commerce,  se si tratta di “venditori del commercio elettronico operanti in Italia”.

Attenzione. Chi ha comprato di recente un televisore non dovrà buttarlo oppure integrarlo con un decoder. Coloro che hanno acquistano un apparecchio nuovo nel 2017 o nel 2018, è la ragione, possiedono già un modello compatibile: dal gennaio 2017 vige infatti l’obbligo di vendere solo tv adeguate alla nuova tecnologia. Per verificare che si abbia in casa un prodotto adatto, se si hanno dubbi, bisogna assicurarsi che:

– il televisore sia adeguato alla nuova tecnologia (basta collegarsi ai canali Hd del digitale terrestre, quelli dal 501 in avanti: se si visualizza un messaggio di errore, l’apparecchio non è compatibile )

– il televisore abbia la codifica Hevc (la voce si trova tra le specifiche tecniche: sotto “Sintonizzatore digitale” dovrebbe esserci  la dicitura Dvb-T2 Hevc/H265).

I controlli anti-truffa

I commercianti, avvalendosi del servizio on line approntato dall’Agenzia dell’Entrate, dovranno trasmettere al Mise comunicazioni telematiche con i dati delle singole transazioni, del modello venduto di volta in volta, dell’autocertificazione Isee presentata da ogni cliente e via elencando. Spetterà poi ai controllori del Fisco, e ai colleghi della Guardia di finanza e dell’Inps, scovare eventuali “furbetti”. Il rischio, in caso di abusi e di false attestazioni, sarà duplice: la restituzione della cifra del contributo e la denuncia penale. Verifiche e sanzioni sono previste anche per i rivenditori.

«Si faranno campagne informative trasparenti”

Non dovrebbe succedere quello che è accaduto per i seggiolini salvabebè, cioè l’assenza totale di notizie e istruzioni di base. La rappresentate del governo ha detto che è «fondamentale accompagnare la transizione del sistema radiotelevisivo al Dvb-T2 con opportune campagne e azioni informative coordinate dal Mise, per guidare i cittadini nel cambiamento tecnologico. Gli operatori televisivi sono stati invitati a presentare in tempi brevi una proposta per un piano di comunicazione condiviso e unitario, per rendere il passaggio alla nuova tecnologia il più trasparente possibile per i consumatori».

Ecco tutti gli step intermedi previsti

A partire da inizio 2020 in diverse zone d’Italia ci saranno degli spostamenti di frequenze, operazioni che richiederanno la risintonizzazione delle tv (nella migliore delle ipotesi) e/o l’intervento di un antennista per ritarare i filtri di impianto (per i sistemi condominiali, rimasti fuori dal meccanismo dei bonus). Il primo switch-off vero e proprio riguarderà lo spegnimento delle trasmissioni in quello che tecnicamente si chiama Mpeg2, previsto in tutto il territorio italiano per il 1 settembre 2021, per passare all’adozione dell’Mpeg 4 compatibile con tutte le tv Hd (il primo “salto”). La scadenza successiva è fissata per giugno 2022, con il passaggio definitivo (e pare non rimandabile) alle trasmissioni Dvb-T2 Hevc (il secondo e ultimo “salto”).

Incognite e punti di domanda

Per soddisfare l’ondata di richieste di tv, il mercato dovrebbe passare dagli attuali 300mila pezzi disponibili ogni mese a circa 900mila al mese. A parere di Salvatore Paparelli di Anitec/Assinform (sigle di Confindustria, lato produttori) questo obbiettivo non si potrà raggiungere in alcun modo, perché i rivenditori al dettaglio non avrebbero il sufficiente affidamento del credito per fare ordini così ingenti e anche perché, per avere il numero di nuovi apparecchi previsti, bisognerebbe inoltrare le richieste alle fabbriche con 18 mesi di anticipo. In pratica – sostiene il sito dday.it – «è già tardi per attivare un processo così poderoso nei tempi stabiliti sulla carta».