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Modem libero: rivoluzione in arrivo

Gli utenti potranno finalmente scegliere in libertà l’apparecchiatura per accedere ad internet. Le società di telefonia dovranno adeguare i contratti e fornire tutte le informazioni tecniche necessarie. Ecco le novità

Comincia finalmente l’era del “modem libero”. Non saremo più obbligati a usare un dispositivo (vale anche per i router) imposto dalla società di telefonia da cui ci serviamo, gratuito o a pagamento che sia. Potremo scegliere liberamente quale modello di terminale installare, senza pressioni, senza complicazioni tecniche. Lo ricordano le associazioni di consumatori, dopo il rigetto del riscorso al Tar presentato da Tim. Basta proroghe, si spera. Si dovrà dare corso, e in tempi brevi, alle direttive con le quali l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha recepito il Regolamento europeo in materia.

“Nessuna limitazione, massima trasparenza”

Spiega la stessa Agcom: “Nessuna limitazione alla libertà di uso delle apparecchiature terminali di accesso ad Internet può essere imposta contrattualmente agli utenti, ai quali spetta il diritto di scegliere se acquistare in proprio il terminale o utilizzare il terminale fornito dall’operatore. In altri termini, gli operatori non possono obbligare gli utenti ad utilizzare il proprio terminale di accesso ad Internet, ma si devono limitare ad offrirne la fornitura, informando l’utente di eventuali restrizioni. Resta comunque impregiudicata la facoltà dell’utente di accettare la sola fornitura del solo servizio di comunicazioni elettroniche senza la fornitura del terminale”.

Tempi e step della rivoluzione

La “rivoluzione” avverrà in due fasi, imminenti, sintetizzate dagli esperti dell’associazione di consumatori Aduc (aduc.it, a disposizione per consulenze e risposte personalizzate, come altre organizzazione di utenti). “Entro fine novembre – primo step – i fornitori di servizi di accesso ad internet dovranno adeguare i propri contratti e le comunicazioni commerciali alle disposizioni di Agcom , relativamente alla libera scelta da parte dell’utente del dispositivo del quale servirsi per i collegamenti da postazione fissa (modem, router, etc.). Entro fine dicembre – seconda tappa –  andranno attuate le altre prescrizioni, in particolare quelle che riguardano i contratti in essere che prevedono l’utilizzo di dispositivi a pagamento”.

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Casi particolari e spiegazioni

Nelle prossime settimane si dovrebbe capire meglio come avverrà la “liberalizzazione del modem” per tutti i casi concreti possibili. Se si stanno ancora pagando le rate di acquisto del “vecchio” modem – questa è una delle situazioni-tipo – che cosa succederà? Chi detiene un modem dell’azienda di telefonia, non più di interesse, lo potrà buttare o lo dovrà restituire? Sempre o in certi casi? E in che modo dovrà riconsegnarlo?  Come verranno riformulate le offerte all inclusive, senza più il dispositivo incluso nel pacchetto? Si vedrà.

Per ora sono ci sono le regole di base (non il massimo della chiarezza e della comprensione immediata, purtroppo). Se i contratti “prevedono l’utilizzo obbligatorio del terminale a titolo oneroso per l’utente finale”, cioè a pagamento, l’operatore avrà due opzioni. La prima consiste nella variazione “senza oneri della propria offerta in una equivalente offerta commerciale che preveda la fornitura dell’apparecchiatura terminale a titolo gratuito o che non ne vincoli l’utilizzo attraverso l’imputazione di costi del bene o dei servizi correlati al terminale nella fatturazione”. La seconda è la rescissione del contratto “senza oneri diversi dalla mera restituzione del terminale”, cioè senza costi, se non le spese per la riconsegna dell’apparecchiatura, sempre che sia prevista.

Come e dove cercare altre informazioni

Qualche informazione in più, per orientarsi, si trova nelle pagine del gruppo Facebook Modem libero e nel sito corrispondente (modemlibero.it). Le associazioni di consumatori, come detto, danno risposte e pareri.  Agcom, interpellata, per ora non mette a disposizione materiale divulgativo semplificato, ma solo le disposizioni integrali (in agcom.it, delibera 348 del 2018). Sui siti delle società di telefonia – e in alcune bollette  – cominciano a trovarsi le prime indicazioni. Tim, ad esempio, fa sapere ai clienti che dal 1° dicembre potranno liberamente scegliere il terminale di accesso a Internet e sta provvedendo ad aggiornare i contratti relativi alle diverse offerte.

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