Il cervello delle donne? Uguale a quello maschile

Le differenze tra il cervello maschile e quello femminile sono quasi inesistenti: queste le conclusioni degli ultimi studi, in base ai quali le differenze che si osservano sono fondamentalmente dovute alle dimensioni della testa. A influenzare le scelte dei due sessi quindi sono soprattutto fattori ambientali e culturali

La scienza fa chiarezza su un luogo comune del passato. «Non esiste un cervello tipicamente femminile e uno maschile: è vero che rimangono differenze, come nel numero di neuroni o nelle dimensioni, ma queste non spiegano comportamenti differenti, che invece sono soprattutto frutto di condizionamenti esterni ed esperienze» spiega Elisabetta Menna, ricercatrice dell’Istituto di neuroscienze (In) del Cnr.

Donne e uomini più simili di quanto si credesse

Oltre a molti luoghi comuni, a sollevare il dibattito sulle presunte differenze tra uomini e donne erano stati alcuni studi nel 2016. «In quei lavori, uno dei quali in particolare condotto dalla prestigiosa università della Pennsylvania (USA), si mostrava una chiara differenza nelle connessioni tra i due emisferi, con un maggior numero di quelle INTRA-emisferiche negli uomini (nello stesso emisfero) ed INTER-emisferiche nelle donne, quindi tra un emisfero e l’altro» chiarisce la neuroscienziata. Questo aveva lasciato pensare che fosse il motivo per cui i primi siano più “portati” all’azione e al comportamento logico, mentre le seconde sembrerebbero più creative e intuitive. «Oggi possiamo dire che si trattava di uno studio molto interessante e ben fatto, ma piccolo: quando è stato esteso a un campione di soggetti maggiore, quelle differenze sono state superate da altre che non hanno nulla a che fare con il genere, ma che si spiegano con il gruppo di popolazione preso in considerazione. Le conclusioni di cinque anni fa, quindi, non si possono generalizzare e ridurre a una mera questione uomo-donna» spiega l’esperta.

Le donne sono anche logico-razionali

Una delle prime conclusioni è che occorrerebbe abbandonare lo stereotipo secondo cui le donne sono hanno un cervello più “creativo” o portate gli ambiti umanistici, mentre gli uomini – grazie alla loro presunta predisposizione per il ragionamento logico-matematico e razionale in genere – riuscirebbero meglio nelle scienze. Negli ultimi mesi sono stati pubblicati due studi scientifici su questo tema, a cura di ricercatori della University of Medicine & Science di Chicago (USA) e dell’Università di Tel Aviv (Israele), pubblicati su Neuroscience & Biobehavioral Reviews, che hanno sgombrato dall’equivoco che il cervello, al pari di altri organi, possa avere una diversa struttura a seconda del genere: «Non c’è dimorfismo, come invece accade per gli organi genitali: le differenze sono piccole o poco consistenti, comunque inferiori a quelle che possono esserci tra un individuo e l’altro, a prescindere che sia un uomo o una donna» spiega Menna.

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Le opportunità fanno la differenza

Ma allora perché ci comportiamo in modo diverso? «Le differenze emerse da alcuni studi sono di fatto poco frequenti nella popolazione generale e coperte da altre diversità, che si possono riscontrare tra gli individui a prescindere dal genere di appartenenza, e che incidono invece in maniera maggiore. Quindi non è possibile stabilire una relazione di causa-conseguenza tra queste diversità e il modo di comportarsi né è possibile in alcun modo affermare che vi sia una diversa capacità di ragionamento legata al genere. Le differenze sono culturali – afferma l’esperta – I risultati delle donne negli studi universitari STEM sono assolutamente paragonabili e dimostrano che riescono tanto quanto i colleghi uomini. Ciò che cambia sono le opportunità dopo la laurea, nella possibilità di carriera e, come sappiamo, dipendono da fattori culturali e sociali».

Pesano di più le esperienze e fattori genetici

Dimentichiamoci, dunque, ippocampo e amigdala come presunti responsabili di una maggiore aggressività maschile o una maggiore emotività femminile, che casomai potranno essere attribuiti agli ormoni (quelli sì, differenti). Ciò che conta, invece, sono le esperienze, oltre a eventuali caratteristiche genetiche. A influire sul modo di “pensare” e “agire”, quindi, pesano società e cultura: «Il cervello, più che essere binario come suggerivano gli studi precedenti, è un mosaico. È quindi praticamente impossibile a livello cerebrale assumere un uniforme grado di ‘mascolinità’ o ‘femminilità’. L’unica differenza oggettiva riguarda le dimensioni, che è maggiore nell’uomo insieme al numero di neuroni, ma in questo caso il motivo è da ricercare nelle proporzioni rispetto al corpo maschile rispetto a quello femminile, e soprattutto senza che questo abbia conseguenze sulla funzionalità del cervello stesso» conclude la ricercatrice.

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