Esistono davvero i picchi sessuali o sono solo un mito sulla nostra libido?

  • 27 10 2020

Secondo questa teoria esisterebbe un’età specifica in cui la sessualità raggiungerebbe il massimo livello. Molti studiosi però hanno più di un dubbio al riguardo.

Avete mai sentito parlare dei picchi sessuali?

Contrariamente a quanto si potrebbe intuire dal nome, questo termine non descrive il culmine del piacere provato durante un incontro sotto le coperte, ma indicherebbe il momento della vita in cui si è sessualmente al massimo.

Il condizionale è d’obbligo perché i dubbi in merito sono tanti.

Cosa significa infatti essere al massimo? E soprattutto, è possibile stabilire definizioni e parametri validi per tutti?

La maggior parte dei sessuologi oggi crede non sia così, visto che ogni persona sviluppa una personale idea di perfezione intima, e che quindi i picchi non siano altro che un mito senza alcuna evidenza scientifica.

C’è chi, soprattutto tra gli uomini, lega l’idea di successo a fattori puramente fisici e quindi pensa di essere al top quando riesce a far durare di più la propria prestazione o a tenere alto desiderio e livello di eccitazione, e chi invece, come molte donne, si sofferma maggiormente sull’intensità del piacere provato durante un rapporto. Chi, ancora, sposa una visione più a lungo termine e vede nell’esperienza e nella maturità la chiave del successo.

Proprio alla luce di queste differenti percezioni, quasi tutti gli studiosi attualmente oltre ad essere scettici sull’esistenza dei picchi sessuali, sono convinti non siano eventualmente legati a una specifica età, piuttosto al percorso di vita che una persona si trova ad affrontare e alle esperienze che conseguentemente matura. Ma non è sempre stato così.

I primi studi basati su una visione maschile e maschilista del sesso

Il primo a parlare di questa teoria convinto che invece fosse possibile stabilire con esattezza quando uomini e donne raggiungano il loro picco sessuale, fu il biologo e sessuologo Alfred Kinsey nel suo celebre quanto controverso Sexual Behaviour in the Human Female, pubblicato nel 1953. Secondo lui i maschi arriverebbero al massimo già da adolescenti e precisamente verso i 18 anni, mentre le ragazze non prima dei 30.

Per quanto considerato rivoluzionario per l’epoca però, il lavoro di Kinsey oggi risulta anacronistico visto che si basa sull’idea superata che i ragazzi pensino di più e prima rispetto alle coetanee al sesso, tanto da giungere alla maturità in largo anticipo.

È spesso vero che le donne siano portare ad abbracciare la propria intimità più tardi degli uomini, non però perché non ne sentano l’esigenza ma molto più probabilmente perché convinte di doversi comportare in un certo modo agli occhi della società e, durante l’adolescenza dei coetanei, onde evitare di “dare una brutta impressione”.

Che anche loro si interessino, e soprattutto amino, il sesso è un concetto ormai ampiamente sdoganato ma il fatto che per secoli l’idea del maschio dominante e della femmina passiva sia stata avallata da tutti ha inciso notevolmente sulla maturazione sessuale femminile e di conseguenza sulla teorizzazione dei picchi da parte di studiosi uomini.

Quanto c’entrano gli ormoni?

Altri studiosi hanno provato ad analizzare la questione da un punto di vista biologico prendendo in considerazione unicamente i livelli ormonali. Nelle donne quelli di estrogeni e fertilità raggiungono il massimo tra i 20 e i 25 anni. Sarebbe quella quindi l’età del picco sessuale, prima quindi di quanto teorizzato da Kinsey.

Per quanto riguarda i maschi, invece, le due teorie sostanzialmente si sovrappongono visto che la rapidità di risposta all’eccitazione e i livelli di testosterone risultano molto più alti intorno ai vent’anni.

Ciò che conta è il piacere

Se pur partendo da differenti approcci, entrambe le tesi – sposando l’idea che i picchi esistano e che si verifichino in età precoce – sembrano analizzare la sessualità solo da un punto di vista prestazionale e scientifico.

Parlare di intimità però significa aprirsi a considerazioni molto più profonde e che abbraccino aspetti decisamente più ampi. Proprio per questo, invece di cercare di individuare fantomatici picchi sessuali che funzionino allo stesso modo per tutti, sarebbe molto più utile concentrarsi su come migliorare la propria vita sessuale, senza affanni ma con la consapevolezza che rappresenti uno degli indicatori più importanti per una vita serena e soddisfacente.

Da un punto di vista fisico per ambire al massimo piacere e a prestazioni di qualità, mantenere uno stile di vita sano può avere un impatto significativo.

Il dottor James Hardeman, del St. Jude Medical Center di Fullerton, in California, sostiene nello specifico che sia d’aiuto seguire una dieta bilanciata, non fumare e svolgere attività fisica regolarmente.

Fondamentale, inoltre, prendere il più possibile confidenza con il proprio corpo, avere fiducia in se stessi, instaurare un buon dialogo con il partner e sviluppare una profonda conoscenza e comprensione delle proprie e altrui preferenze sessuali.

E se così facendo si raggiunge anche il proprio picco sessuale ben venga.

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