pioggia in montagna

Eventi meteo estremi: cosa sono i “fiumi atmosferici”

Lo scorso gennaio hanno portato devastazione in California, nel 2018 hanno dato luogo alla tempesta Vaia che ha flagellato i boschi di Veneto e Trentino: la minaccia dei fiumi atmosferici

Fino a pochi anni fa in Italia non avevamo mai sentito parlare di “bombe d’acqua” e la siccità non era una costante come sta avvenendo ultimamente in occasione dell’estate. Gli eventi climatici estremi, anche dalle nostra parti stanno diventando la normalità. Fra i fenomeni che stanno attirando l’attenzione dei meteorologi ci sono cosiddetti “fiumi atmosferici”. Si tratta di veri e propri fiumi di aria molto umida umida che viaggiano attraverso l’atmosfera sospinti dai venti fino a scaricare forti piogge e neve su determinati territori.

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Che cosa sono i fiumi atmosferici

I fiumi atmosferici sono flussi di vapore acqueo larghi 400-600 km, con un’estensione verticale di circa 3 km e lunghi fino a 2000 km. Questi “fiumi aerei” possono trasportare aria molto umida dai mari tropicali o subtropicali verso latitudini più settentrionali. Transitando sopra le acque calde, le correnti si caricano di molta umidità. Quando queste masse d’aria incontrano un ostacolo, come una massa d’aria più pesante e fredda o montagne come le Alpi, le Montagne Rocciose o i Pirenei, l’aria umida è costretta a salire, provocando spesso forti precipitazioni.

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Le devastazioni in California

Gli “atmospheric river” più noti sono quelli che interessano il Nord America. In particolare questi fenomeni atmosferici sono stati responsabili delle alluvioni che hanno flagellato, lo scorso gennaio, la California. Il flusso di vapore acqueo, salito dal Pacifico, ha viaggiato attraverso l’atmosfera fino alla Baia di San Francisco dove si è trasformata in pioggia battente.

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Volumi d’acqua giganteschi

Lungo la costa occidentale degli Stati Uniti, i fiumi fiumi atmosferici provvedono a fornire quantitativi d’acqua indispensabili per il ciclo idrico della regione. Ma ultimamente le precipitazioni si sono trasformate in piogge torrenziali. Le recenti inondazioni che hanno messo in ginocchio la California sono il risultato di una serie di fiumi atmosferici che, uno dopo l’altro, hanno scaricato volumi d’acqua inconsueti. Basti pensare che questi enormi fiumi possono trasportare 15 volte il volume d’acqua del Mississippi. E che in meno di 15 giorni sono responsabili della metà delle precipitazioni totali degli Stati Uniti occidentali.

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Surriscaldamento e fiumi atmosferici

Come gli uragani, anche i fiumi atmosferici sono classificati su una scala da 1 a 5 in base alla quantità di umidità che trasportano. Con l’aumento delle temperature del Globo, i meteorologi prevedono che i fiumi atmosferici diventeranno sempre più grandi, carichi di vapore acqueo e più dannosi. Per arginare future calamità, i ricercatori stanno studiando come un mondo più caldo influenzerà le precipitazioni, l’intensità, la posizione dei fiumi atmosferici. Alcuni studi su di essi mostrano che le precipitazioni aumenteranno senza dubbio – fino al 40% in più – in un mondo che si riscalda.

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Fiumi atmosferici in Europa

I fiumi atmosferici non sono un fenomeno limitato alle coste del Pacifico, ma interessano tutto il globo. In Europa, portano precipitazioni estreme sulla costa occidentale della Norvegia, sulla Gran Bretagna, sulla Francia settentrionale e sulla costa occidentale della penisola iberica.

La tempesta Vaia su Veneto e Trentino

L’Italia non è esclusa. Un articolo scritto da ricercatori italiani del CNR-ISAC e dell’Università di Bologna (Silvio Davolio, Mario Miglietta, Sante Laviola, Vincenzo Levizzani e Stefano Della Fera) descrive proprio i meccanismi responsabili delle intense precipitazioni che hanno colpito l’Italia a fine di ottobre 2018, associate alla tempesta Vaia. L’attenzione degli studiosi si è focalizzata sul ruolo svolto dai fiumi atmosferici nel dare luogo a quella devastante tempesta che ha martoriato i boschi di Veneto e Trentino. Una grande quantità di vapore acqueo giunse nel bacino del Mediterraneo dall’area tropicale dell’Oceano Atlantico passando lungo uno stretto corridoio attraverso il continente africano. Tra il 27 e il 30 ottobre 2018, la tempesta è stata accompagnata dalla formazione di cicloni, mareggiate e raffiche di vento estremamente intense che hanno causato vittime e ingenti danni.

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