Ricetta elettronica: non scade più a fine anno

La ricetta “digitale”, su WhatsApp, email o telefono rimane. Ma ci sono anche alcune novità, come per la ripetibilità

Introdotte durante la pandemia Covid, le ricette dematerializzate, cioè inviate su cellulare o via email, rimangono e andranno a sostituire definitivamente quelle cartacee. Ci sono, però, alcune novità che riguardano il tipo di farmaci o cure che possono essere prescritti con questa modalità: non riguarderanno più alcuni trattamenti o medicinali, ma tutte le prescrizioni. Ecco cosa cambia

Verso l’addio alle ricette cartacee

Con l’approvazione del Ddl sulla ricetta medica digitale (e in particolare l’articolo 4) si estende a ogni prescrizione medica la possibilità di evitare la versione cartacea. Questo significa che le ricette dematerializzate sostituiranno sia quelle “rosse” (per servizi legati al Servizio Sanitario Nazionale), sia quelle “bianche”, cioè per farmaci o cure non rimborsate dal SSN. Non solo: saranno ripetibili, al pari del vecchio formato cartaceo, anche per i pazienti cronici e con malattie invalidanti. Le medicine che vanno prese a vita, quindi, potranno essere ritirate in farmacia per un intero anno con una sola ricetta digitale, da rinnovare poi dopo 12 mesi e non con frequenza ravvicinata. La prescrizione, poi, riporterà solo il codice fiscale del paziente e non più le generalità come il nome e cognome.

Le altre novità terapie personalizzate sulla ricetta

La prescrizione su formato digitale permetterà anche di inserire dettagli specifici della terapia, decisi dal medico per il singolo paziente. Ad esempio si potrà riportare la ripetibilità della prescrizione, ma anche la posologia del farmaco o il numero di farmaci necessari a coprire la cura per un intero anno, in modo da evitare di doverla rinnovare a scadenza ravvicinate come avveniva finora. I pazienti non dovranno più portare con sé il supporto cartaceo, anche se avranno una “ricevuta”. Basterà mostrare la ricetta dal proprio cellulare, ricevuta via email o WhatsApp o per messaggio.

Ricette valide in tutta Italia (e senza sovrapprezzo)

La ricetta digitale sarà caratterizzata da un Numero di Ricetta Elettronica o Codice Nazionale Univoco, composto da 15 cifre. Questo sostituisce il codice a barre della ricetta tradizionale e può essere utilizzato in qualsiasi farmacia su tutto il territorio nazionale. Un altro vantaggio è che, se ci si trova fuori dalla propria area regionale, non si dovranno pagare i medicinali prescritti, come invece avveniva finora con la ricetta “rossa”.

Il monitoraggio in farmacia

Infine, un’altra novità riguarda il fatto che i farmaci potranno monitorare l’andamento della terapia, verificando che il pazienta segua le indicazioni di posologia e assunzione delle cure, eventualmente anche segnalando al medico di medicina generale che le ha prescritte eventuali criticità.

Un’innovazione che piace anche i medici

In passato i medici avevano invocato la conferma ed estensione della ricetta elettronica, con un appello al ministro della Salute, Orazio Schillaci. Secondo Pina Onotri, segretario Generale del Sindacato Medici italiani (Smi), è uno strumento che avrebbe permesse ai medici di essere «liberati da impropri carichi burocratici». I sindacati spiegavano che, in un momento di carenza medici di medicina generale (i medici di famiglia), di continuità assistenziale, e con sempre maggiori e «impropri carichi burocratici, con una sempre minore disponibilità di tempo per l’attività clinica», il ritorno alla vecchia impegnativa cartacea avrebbe rappresentato «un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici».

Un vantaggio anche per i pazienti

Le ricette digitali sono vantaggiose anche per i pazienti, non più costretti a recarsi ogni volta in studio a ritirare la ricetta, che invece in formato elettronico è disponibile anche direttamente in farmacia o via sms o Whatsapp. Inoltre, permette un passo in avanti nella digitalizzazione del Paese e della sanità in particolare, come ha spiegato la segretaria generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino: «La sanità digitale, in generale e nel suo piccolo anche la ricetta dematerializzata, è di enorme beneficio soprattutto in contesti, come le aree interne, in cui la distanza dallo studio del medico, o le condizioni disagiate che talvolta sussistono per raggiungerlo, costringerebbero ad esempio le persone anziane a chiedere aiuto a un familiare».

La digitalizzazione delle ricette

Le prime ad essere state dematerializzate sono le ricette cosiddette “rosse” quelle per acquistare i farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), pagando esclusivamente il ticket. Poi è toccato anche a quelle bianche, cioè quelle per i medicinali a pagamento. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30 dicembre 2021, dal 30 gennaio 2021 sono diventate tutte elettroniche. «Si tratta di un grosso passo avanti perché buona parte delle ricette che rilasciamo ai nostri pazienti riguardano farmaci non concedibili dal SNN e quindi finora non rientravano tra quelli che potevano essere ricevuti a casa, per limitare le uscite e gli spostamenti» spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana medicina generale.

Cos’è la dematerializzazione delle ricette?

Si tratta di rendere elettroniche le impegnative firmate dal medico di famiglia per l’acquisto di farmaci o la prescrizione di visite specialistiche.

Quando sono cambiate le ricette?

Le ricette bianche si sono dematerializzate dal 30 gennaio 2021. Il medico le compila a computer, inserendo il codice fiscale, il tipo di prestazione (o medicinale) e la data.

Come  prenotare una visita o acquistare un farmaco?

All’utente viene rilasciato un promemoria cartaceo oppure inviata una mail. Su questo sarà riportato l’NRBE, ossia il Numero di Ricetta Bianca Elettronica da comunicare in farmacia o indispensabile per la prenotazione della prestazione.

Cos’è l’NRBE da comunicare in farmacia?

È proprio il numero identificativo riportato sulla ricetta. Oltre ad essere riportato sulla ricetta, può essere comunicato dal medico, anche via email o tramite Sms al paziente. Finora era lui a inoltrare la richiesta alla farmacia o al centro di prenotazione in caso di visite specialistiche. Ma adesso in tutte le Regioni dovrebbe entrare in funzione il Sistema di Accoglienza Centrale (SAC), già attivo a macchia di leopardo sul territorio nazionale.

Cos’è e come funziona il SAC?

È il Sistema di Accoglienza Centrale gestito da Sogei per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e si occupa della trasmissione telematica dei dati sanitari. In pandemia il paziente sceglieva la farmacia e comunicava personalmente il numero di ricetta, in seguito la farmacia di riferimento sul territorio riceve direttamente dal SAC la richiesta di farmaco.

Perché diventa importante il nuovo Sistema di Accoglienza?

«Dematerializzare le ricette con questo Sistema permette di avere la certezza sulla persona che la emette, quindi che si tratti di un medico, e sul destinatario. Oggi si può inoltrare una ricetta al paziente anche tramite pdf via mail o per sms o telefonicamente, ma c’è qualche limite, come ad esempio per le ricette ripetibili: quelle bianche cartacee possono essere timbrate dal farmacista, ma se si ordinano medicinali per telefono diventa difficile sapere quante confezioni ne sono state acquistate. Con la ricetta elettronica, invece, il farmacista annota tutto sul Sistema, a cui ha accesso anche il medico e viceversa» conclude Cricelli.

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