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Galateo del bel tacere: 5 occasioni in cui il silenzio è sinonimo d’eleganza

"Un bel tacer non fu mai scritto" e il galateo ci ricorda che il silenzio è d'oro. E che è una delle migliori armi che abbiamo a disposizione

Il silenzio è d’oro e il galateo ci ricorda che è anche sinonimo di eleganza. Ci sono volte in cui non ci risulta troppo semplice trattenerci dal dire la nostra, ma sono le stesse in cui tacere dovrebbe essere la risposta.

Il bon ton ci offre una panoramica di “regole” che, seppur talvolta possano sembrare un tantino assurde, in realtà ci guidano verso un comportamento più consapevole e rispettoso dell’altrui persona. E che, a dirla tutta, ci allontanano la possibilità di ritrovarci in evitabilissimi momenti di imbarazzo.

Non dimentichiamolo mai: educazione ed eleganza sono parole che dovremmo far nostre e in tal senso il galateo del silenzio ci torna davvero molto utile.

Opinioni non richieste

Inutile girarci attorno, una delle situazioni più irritanti in assoluto è ritrovarsi davanti a qualcuno che ci inonda di opinioni (ovviamente non richieste) su qualunque ambito della nostra vita.

E se la persona in questione fossimo proprio noi? Il galateo, come anticipato, ci torna utile per una convivenza civile e all’insegna della buona educazione, perciò in certi casi è proprio vero che il silenzio è d’oro e dovremmo trattarlo come un tesoro prezioso.

Non è che se qualcuno decide di raccontarci un aneddoto o, ancora peggio, lo sta raccontando a qualcun altro nel gruppo di persone in cui ci troviamo, dobbiamo sentirci autorizzate a dare un nostro parere. Se l’amica, la parente o la conoscente ce lo chiedono espressamente, allora non possiamo che farci trovare pronte ed elargire tutta la nostra sapienza. In caso contrario, meglio tacere.

È chiaro che lo stesso identico discorso vale nella situazione al contrario. Quando riceviamo opinioni e consigli non richiesti, seppur irritanti e ai limiti della sopportazione, cerchiamo di non “cedere” a una facile risposta sulla scia della rabbia che risale dentro di noi. Il silenzio, in certi casi, è la migliore risposta.

Complimenti fuori luogo

Qui possiamo aprire una porta gigantesca, anzi un portone di legno massiccio ricavato da una quercia secolare. Se c’è una cosa imbarazzante, evitabile e completamente fuori luogo è ritrovarsi di fronte a qualcuno che dispensa complimenti ammiccanti e che oltrepassano il limite.

Qual è questo limite? Semplicemente quello della decenza e della buona educazione, cose che spesso – ahi noi – vediamo scarseggiare inesorabilmente in chi ci circonda. Lo stesso vale per noi, ovviamente: evitiamo i complimenti fuori luogo, non importa se verso un uomo o verso una donna, poco cambia.

Un complimento dovrebbe sempre “rientrare nei ranghi”, essere una frase (o una parola) volta a valorizzare il nostro interlocutore, qualunque sia il nostro scopo. Potremmo anche semplicemente “provarci”, no? Non c’è niente di male.

E quando siamo noi le “vittime” di certi complimenti pesanti e inopportuni? Anche in questo caso il discorso cambia poco: sarebbe facile cedere a una reazione di stizza e rabbia (chi non vorrebbe tirare un ceffone al diretto interessato?), ma è meglio reagire con un elegante silenzio.

Momenti di tensione

Possiamo ritrovarci al centro di episodi non proprio spiacevoli, dove siamo noi stesse le protagoniste di tensioni e veri e propri litigi. Talvolta capita di esserne semplicemente spettatrici, ma in ogni caso anche qui il galateo del silenzio ci torna utile. Anzi, utilissimo.

Quando la situazione si “scalda” e iniziano a volare parole pesanti, il silenzio diventa l’arma migliore per restarne fuori e non lasciarsi coinvolgere in una chimera che potrebbe solo trascinarci più giù. Se due amiche litigano, per intenderci, dovremmo avere un atteggiamento conciliante anziché gettare carne sul fuoco. Oppure se le stesse provano a coinvolgerci in una lite, anche qui vale la regola del silenzio: non significa subire, semplicemente non abbassarsi a discorsi vacui e che non sono altro che un dispendio inutile di energie.

Educazione dei figli altrui

Anche qui, sfondiamo una porta aperta, come si suol dire. Quante volte vi è capitato – o magari è capitato a un’amica o a una conoscente – di sentirvi elargire consigli e perfino rimproveri sul modo in cui avete deciso di educare i vostri figli? Lo sappiamo, sono tantissime.

Perché purtroppo molte persone tendono a considerarsi detentrici del sapere assoluto, peccando di una presunzione che in verità le rende piuttosto ridicole. Mettere bocca sull’educazione dei figli è come entrare a gamba tesa in casa altrui e, benché sia quanto di più inopportuno possano subire una madre o un padre, non bisogna cedere a tali provocazioni.

Pensano che stai sbagliando? Che tu non sia una buona madre? Osano arrogarsi il diritto di dirti che non stai educando bene tuo figlio? Sii superiore e gettagli in pieno volto una bella dose di elegante silenzio.

Gestione delle finanze

Dopo i figli, probabilmente il denaro è un altro argomento che porta parecchio scompiglio. O meglio, di cui si interessa chi abitualmente ama impicciarsi dei fatti altrui.

Nessuna di noi ha il diritto di dire a qualcun altro come dovrebbe amministrare le proprie finanze, anche quando siamo davvero convinte che stia sbagliando. Potrà essere un errore per noi, ma perché dovrebbe essere uguale per qualcun altro?

E cosa ci ha insegnato finora il galateo del silenzio? Che, quando ci vogliono insegnare come vivere la nostra vita dall’alto della loro maestria, non dobbiamo cedere. Eleganza ed educazione, prima di tutto. Se gli altri ne peccano, pensiamoci noi a colmare questo vuoto.

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