Nascondere la gravidanza: possibile oggi?

Non solo per la vergogna o la paura di perdere il lavoro. A nascondere il pancione a volte le donne sono spinte da altri meccanismi mentali. Ce lo siamo chiesti dopo l’ultimo caso di una 17enne che ha partorito a scuola

Per sette mesi è riuscita a tenere in grembo il suo bambino, senza dire niente a nessuno, nascondendo il pancione che cresceva. E senza fare alcun controllo medico, alcuna ecografia, senza sentire il battito né vederlo su un monitor, finché il bambino è nato, in un bagno della scuola superiore che lei frequenta. Protagonista dell’ultimo caso in ordine di tempo di gravidanza nascosta è una 17enne di Campobasso, che ha dato alla luce il figlio a scuola, dopo essersi sentita male e avere chiamato una bidella che, in contatto telefonico con il 118, ha seguito le fasi del travaglio col supporto del personale. Madre e figlio stanno bene, anche se il neonato è prematuro e dunque è in terapia intensiva. Non un caso così raro quello della baby mamma studentessa, che è riuscita a tenersi dentro un segreto tanto grande per 28 settimane. Come lei anche molte donne più mature non trovano il coraggio di annunciare la gravidanza, spesso non voluta e fonte di vergogna. 

Le gravidanze nascoste

A Perugia solo pochi giorni prima una 12enne era andata in ospedale per dolori addominali, dietro i quali si nascondeva una gravidanza. Prima ancora era toccato però anche a una 38enne di Varese, a una 35enne di Cagliari e a molte altre donne over 30 o anche over 40, senza distinzioni geografiche di provenienza. Se in una giovanissima i motivi per i quali si tace possono essere legati alla vergogna e alla paura della reazione dei genitori, magari dopo rapporti non protetti, o a contesti sociali delicati o degradati, stupisce che possa accadere a una donna adulta. «Va fatta una distinzione tra le gravidanze nascoste che hanno connotazioni psicopatologiche, che consistono cioè in una vera e propria negazione della gestazione, e quelle che invece avvengono in donne che non capiscono di essere incinte, a volte anche fino al nono mese. Nel primo caso – più raro – nonostante ci siano segni evidenti di una gestazione, come aumento di peso, nausea o cambiamenti del proprio corpo, si attua una sorta di disconnessione, di distanza dalla gravidanza stessa e si nega l’evidenza. Ciò avviene soprattutto nelle ragazze molto giovani, per cause e contesti molto differenti tra loro» spiega Roberta Anniverno, responsabile del Centro Psiche Donna dell’ospedale M. Melloni di Milano.

Le gravidanze criptiche

Diverso è il caso delle cosiddette gravidanze criptiche, che capitano in 1 caso su 475, secondo le stime del British Medical Journal. Si tratta di donne che rimangono incinte senza rendersene conto perché i classici sintomi mancano o vengono confusi con malesseri analoghi: il bisogno di andare in bagno di frequente viene attribuito al colon irritabile, la nausea a uno stato influenzale, i movimenti avvertiti nella pancia a coliche, ecc. E il pancione? A volte non ci si accorge, soprattutto se le donne hanno giù forme morbide, magari un po’ di sovrappeso. «Ci è capitato tempo fa il caso di una ragazza che aveva forme abbondanti e, vestendo con abiti larghi, era riuscita ad arrivare al parto senza che nessuno se ne rendesse conto. Altre volte, invece, le ragazze sono esili: ne abbiamo viste anche con pancine molto contenute, che prendevano solo un chilo al mese e sulle quali i segni della gravidanza potevano non essere notati. Certo va anche detto che in questi casi il contesto familiare conta: spesso ci si chiede come possa essere che nessuno si accorga, ma quasi sempre si tratta di genitori molto assenti, che incrociano solo i figli alla sera e ai quali dunque può sfuggire anche una gravidanza» spiega l’esperta.

“Effetto silhouette”

Può anche capitare il cosiddetto “effetto silhouette”, quando il pancione compare solo dopo che il ginecologo informa in modo univoco della gestazione in corso. Come spiegato dal Manuale di psicopatologia perinatale (che cita studi di Sandoz del 2011) capita che una donna che viva uno stato di cosiddetto “diniego della gravidanza”, non abbia il classico gonfiore addominale, dovuto al fatto che il feto normalmente si posiziona in senso orizzontale all’interno del grembo materno. Nel caso di negazione, dunque, la posizione del nascituro è verticale e cambia automaticamente solo nel momento in cui il medico annuncia la gravidanza alla donna. A ciò si può unire un altro fattore: studiando diversi casi, si è notato che quando vi è una negazione di gravidanza il sistema nervoso si attiva sui muscoli addominali, causando una contrazione che limita anche di molto la visibilità della pancia. Secondo l’esperto, mentre il sistema nervoso è a “conoscenza” della gravidanza, per la donna con diniego rimane a livello di subconscio fino a che non viene presentata in modo incontrovertibile da un soggetto esterno. 

Quando il test “mente”

Esiste poi anche la possibilità che i test di gravidanza, seppure accurati al 99%, non rilevino l’ormone beta hCG (gonatropina) perché presente in quantità minore, oppure che il feto si sviluppi in un doppio utero, in particolare in quello più vicino alla colonna vertebrale. Un altro segnale tipico è la scomparsa delle mestruazioni, ma in alcuni casi si attribuisce l’amenorrea a cause meccaniche (endometriosi e cisti ovariche) o psicologiche, come la variazione ormonale. «Questo spiega alcune gravidanze “inattese” in menopausa, quando una donna pensa ormai di essere in una fase non più fertile» dice Anniverno. Può anche accadere che una gravidanza non sia riconosciuta se si segue una terapia ormonale oppure se ci sono problemi alla tiroide o nel caso di “finte mestruazioni”: perdite di sangue non legate al normale ciclo ma, ad esempio, all’impianto del feto intorno alla 4° o 5° settimana, o alla carenza di progesterone quando le perdite avvengono nel corso della gravidanza.

Perché si nasconde la gravidanza? Dalla vergogna alla paura di perdere il lavoro

La vergogna e la paura sono i principali motivi per cui si nasconde una gravidanza. In alcuni casi resistono anche tabù morali e religiosi, specie quando il contesto famigliare condanna il sesso prematrimoniale. A volte è il timore di avere conseguenze lavorative a far tacere sulla gravidanza. La maternità è ancora vista spesso come un ostacolo alla carriera, ma anche come fonte di “problemi” per un datore di lavoro, anche se a volte capitano eccezioni come quella della impiegata in provincia di Pisa che, non appena ha comunicato di aspettare un figlio, è stata assunta a tempo indeterminato. Se nel suo caso c’è stato un “lieto fine” «per molte altre una gravidanza nascosta può anche essere un modo per proteggere se stesse e il bambino che si ha in grembo, quando si è in un contesto di violenza domestica. Questo porta anche a non rivolgersi ad alcun medico, per paura di esporsi ed esporre il feto» precisa l’esperta. Ma si corrono rischi per la salute?  

Le conseguenze psicologiche e fisiche

«Oggi la maternità è molto medicalizzata, ma sarebbero sufficienti tre controlli nell’arco dei 9 mesi. Se una donna è in salute, dunque, non corre particolari rischi durante la gestazione. Il problema è piuttosto al momento del parto e dopo, perché viene a mancare il primo sostegno sanitario» spiega la responsabile del Centro Psiche Donna. Può tuttavia capitare che, senza controlli, ci siano il rischio di denutrizione, di parti inattesi, precipitosi o prematuri di neonatidi peso e dimensioni inferiori alla media.

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