Drogate con un’iniezione, l’allarmante fenomeno nei club del Regno Unito

Le autorità indagano su questa nuova forma di violenza denunciata in più luoghi del Paese, mentre alcune petizioni online chiedono più sicurezza nei luoghi di divertimento. Gli esperti, però, rassicurano: è estremamente difficile reperire i farmaci capaci di immobilizzare una persona, ma non bisogna sottovalutare il fenomeno

Recentemente, avrai sentito parlare di GBH, GHB o GBL, comunemente conosciuta come “droga dello stupro”, che spesso viene utilizzata per sedare le vittime prima dell’abuso. Può succedere nei locali ma anche nelle feste private. Come ti abbiamo raccontato di recente su Donna Moderna, in Italia per fortuna l’utilizzo di queste droghe è molto meno diffuso che all’estero, nonostante siano finite nell’ultimo periodo al centro di alcuni casi mediatici.

Dal Regno Unito, però, arriva ora un altro allarme, che anche questa volta dai club. Invece del drink al GHB, che è inodore e insapore, alcune ragazze hanno denunciato di essere state vittime di un’iniezione, che ha causato nausea, vertigini, senso di dissociazione e perdita della memoria. Proprio così: senza accorgersene, sono state “punte” – in inglese si dice “spiked with needles”, letteralmente “drogate con l’ago” – da una siringa mentre si trovavano in locali pubblici, di solito a ballare con le amiche.

La rivista inglese Dazed & Confused ha raccolto le testimonianze di alcune di loro, dopo che i post social in cui raccontavano le loro esperienze sono andati virali: «Sono stata drogata lunedì sera», ha scritto su Twitter e Facebook lo scorso 14 ottobre la studentessa di 19 anni Zara Owen, che frequenta l’Università di Nottingham. Owen ha raccontato essere uscita con le amiche e di essersi poi risvegliata nel suo letto con un forte dolore alla gamba, che sembrava irradiarsi da «una puntura di spillo». I suoi ricordi si fermano al momento in cui ha raggiunto il bancone del bar, dopodiché non ricorda né di aver iniziato a bere né tutto quello che le è successo dopo.

Dopo il suo post, altre ragazze nel Paese hanno iniziato a condividere online esperienze simili: sempre a Nottingham, anche la 19enne Sarah Buckle ha detto di essere stata drogata allo stesso modo, così come una diciottenne di cui non si conosce nome. La polizia in Scozia sta indagando anche sul caso di uno studente di 18 anni dell’Università di Aberdeen. La scorsa settimana, uno studente dell’Università di Exeter è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dopo aver presumibilmente ricevuto un’iniezione alla schiena.

La polizia di Leeds sta lavorando a un rapporto su questi casi, che non sembrano essere più così sporadici, mentre ha raccolto quasi 170.000 firme una petizione che vuole rendere obbligatori i controlli all’ingresso per i locali notturni, suggerendo che vengano condotti in maniera approfondita e si avvalgano di strumenti come i metal detector. Non solo: è stata anche lanciata la campagna “Girls Night In”, che invita al boicottaggio dei locali notturni. I boicottaggi avranno luogo principalmente nelle città studentesche come Londra, Liverpool, Bristol, Glasgow, Manchester, Southampton e Cardiff tra le altre.

Molti attivisti, comunque, hanno fatto notare come i club siano in realtà già dei luoghi molto controllati: «La perquisizione delle borse all’ingresso e una presenza di sicurezza più massiccia non forniranno un deterrente significativo per questo tipo di reati se non si affrontano le cause del fenomeno alla radice», ha detto a Dazed Bryony Beynon, co-fondatore della contro-campagna “Good Night Out”, che invita a uscire e a frequentare i club in maniera responsabile. Gli esperti, poi, hanno messo in dubbio la plausibilità stessa del fenomeno, sostenendo che bisogna possedere delle capacità mediche per drogare una persona con questa tecnica: intanto perché è difficile “pungere” qualcuno con una siringa senza che questi se ne accorga, quindi perché la puntura deve durare almeno 20 secondi per sortire un qualche effetto.

Come ha spiegato Adam Winstock, direttore del Global Drug Survey: «Ci sono pochissimi farmaci e/o medicinali facilmente accessibili che potrebbero essere somministrati per via intramuscolare in un volume abbastanza piccolo da non essere notato dalle persone, e gli effetti richiederebbero del tempo per manifestarsi. Quello che si vede nei film non è la realtà», ha concluso. Ciò non toglie che, mentre questi casi sono ora oggetto di indagine, il fenomeno rimane preoccupante, soprattutto se sommato alle altre forme di droghe dello stupro che già sono in circolazione. 

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