Una manifestazione in favore dell'aborto a Belfast, 21 ottobre 2019. Foto Charles McQuillan/Getty Im

Una manifestazione in favore dell'aborto a Belfast, 21 ottobre 2019. Foto Charles McQuillan/Getty Images

L’Irlanda del Nord legalizza l’aborto e i matrimoni gay

L’aborto e i matrimonio gay saranno finalmente legali anche nell’Irlanda del Nord, a partire dalla mezzanotte di lunedì 21 ottobre. Da quel momento le leggi saranno infatti formalmente in vigore, anche se le nuove norme avranno effetto operativo dal 2020. La storica decisione è del Parlamento di Londra, che ha approfittatto dello stallo del corrispettivo di Belfast, che è bloccato dal gennaio del 2017 per il mancato rinnovo della coalizione di unità nazionale tra la destra unionista protestante e la sinistra repubblicana cattolica.

Nel giugno 2017, la corte d’appello di Belfast aveva stabilito che spettava al parlamento nordirlandese decidere se modificare o meno la legge restrittiva sull’accesso all’aborto nel Paese. Intanto, il governo britannico annunciava finanziamenti per quelle donne che si trovavano nella condizione di dover viaggiare dall’Iralnda del Nord verso l’Inghilterra, dove la pratica è legale dal 1967, per poter abortire in sicurezza. Come segnala infatti il Guardian, «in oltre tre anni, migliaia di donne, ragazze e persone in gravidanza hanno viaggiato per abortire altrove – un numero impressionante di viaggi in auto, aereo, nave e treno». Le donne in Irlanda del Nord sono state infatti a lungo vittime di alcune delle leggi sull’aborto più severe al mondo, che lo rendevano illegale anche in casi di incesto e stupro. L’unico caso in cui veniva concesso era quando era a rischio la salute della madre.

Il segretario di Stato responsabile dell’Irlanda del Nord Julian Smith ha dichiarato inoltre che i primi matrimoni gay saranno celebrati «al più tardi la settimana di San Valentino del 2020». Come nota sempre il Guardian, queste decisioni storiche arrivano a coronare l’impegno di un gruppo locale di attivisti, soprattutto donne, che, in questi anni, si sono battuti per il riconoscimento di questi diritti umani fondamentali. «Siamo sulla soglia di una libertà che è stata ottenuta grazie alle battaglie combattute da agguerriti gruppi di attivisti dal basso come Alliance for Choice, che condivide storie dolorose e ingiuste; e un’implacabile solidarietà collettiva». Qualcosa che ci rassicura, soprattutto in un periodo in cui in altre parti del mondo – come in Alabama e negli stati più conservatori degli Stati Uniti – si va in tutt’altra direzione.

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