Melania Trump, primo giorno da First Lady

Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti d'America. E alla Casa Bianca arriva una nuova First Lady: cosa ci dobbiamo aspettare da lei? 

Dopo la solenne cerimonia celebratasi venerdì 20 gennaio a Washington, Donald Trump si è ufficialmente insediato alla Casa Bianca e ha iniziato il suo mandato come 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Insieme a lui, come i repentini cambiamenti degli account Twitter suggeriscono, arriva la First Lady Melania Trump, accompagnata dal figlio Barron, che con i suoi (quasi) undici anni sarà il più giovane inquilino della residenza presidenziale americana dagli anni Sessanta a oggi. Melania prende il posto di Michelle Obama, la quale rappresenta probabilmente una delle più grandi certezze della presidenza del marito, la cui eredità politica è ancora oggetto di analisi e discussione. Su Michelle, invece, sono più o meno tutti d’accordo: c’è chi la vorrebbe come la candidata democratica per le prossime elezioni, e chi non vuole rinunciare al ruolo pubblico che la signora ha saputo ricoprire con grazia e oculatezza per otto anni e pretende si continui in quella direzione.

Ora però, sul palcoscenico internazionale, è il turno di Melania. Che First Lady sarà?

Gallery: le foto dell’Inauguration Day a Washington

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L’eredità di Michelle Obama

Melania Trump non ha ricevuto, da parte dell’opinione pubblica americana, la stessa accoglienza riservata a Michelle Obama, della quale si è sin da subito messo in evidenza il curriculum eccellente – la ex First Lady è infatti laureata in legge ad Harvard – e l’impegno sociale. Michelle è stata la prima donna afroamericana ad arrivare alla Casa Bianca, Melania sarà invece la prima First Lady a non essere nata negli Stati Uniti dal 1825 a oggi. Di origini slovene, nata Knavs e germanizzata in Knauss, Melania ha sposato Donald Trump nel 2005 a New York: si erano conosciuti nel 1997, poco dopo il trasferimento di lei negli USA. Parla correttamente cinque lingue (inglese, sloveno, serbocraoto, italiano, tedesco e francese) ed è stata una modella dalla carriera internazionale: dovrà succedere alla First Lady più social della recente storia americana, che è riuscita nella difficile impresa di imporsi anche come un’icona popolare, sfruttando tutti gli strumenti a sua disposizione, dai cambi di look ai discorsi pubblici. Dall’impegno per un’alimentazione e uno stile di vita sano a quello a favore dei diritti delle donne, Michelle ha saputo scegliere le sue battaglie culturali: quali saranno quelle di Melania?

Il complicato rapporto di Donald Trump con le donne

Bollata senza troppa eleganza come arrampicatrice sociale e sbeffeggiata dopo la gaffe del discorso “rubato” a Michelle Obama, Melania sconta la pessima reputazione del marito, che ha più volte dimostrato atteggiamenti sessisti e apertamente anti-abortisti. Non è un caso che proprio il giorno dopo il suo insediamento ufficiale, il 21 gennaio 2017, sia stata organizzata a Washington (e replicata in moltissimi Paesi nel mondo, Italia compresa) la Women’s March, una grande marcia di sensibilizzazione su temi come l’uguaglianza fra i sessi, il diritto delle donne a decidere del proprio corpo, le politiche di immigrazione e l’inquinamento ambientale. È più che lecito, infatti, chiedersi cosa ne sarà della salute pubblica delle donne nell’era Trump e mentre Ivanka, la First Daughter da molti considerata una sorta di First Lady “ombra”, si è espressa più volte a favore dell’emancipazione femminile e vuole proporsi come modello di donna in carriera di successo e madre di famiglia, Melania non ha ancora preso una posizione decisa su questi argomenti. Il ruolo che ha appena assunto, però, glielo richiederà prestissimo.

Melania Trump come personaggio pubblico

Se l’invito all’unione che il nuovo presidente ha fatto nel suo tetro discorso di apertura (che a molti non è sembrato differente da quelli, sempre arrabbiati e pessimisti, tenuti in campagna elettorale) è in qualche modo valido, lo sarà anche per Melania, che dovrà costruire da zero il suo personaggio pubblico. La strada è tutta in salita, a cominciare dal rapporto con un gran numero di designer (fatte poche eccezioni, come Tommy Hilfiger) che si sono categoricamente rifiutati di vestirla per non “normalizzare” la presidenza del marito, accusato di aver avvelentato il dibattito elettorale e di aver esacerbato le spaccature del Paese. Il primo passo di ogni First Lady è quello di crearsi uno stile riconoscibile ai suoi elettori e non, e anche questo per Melania rischia di essere l’ennesimo affare complicato, nonostante la sua esperienza da modella. Per il momento più solenne dell’Inauguration Day, ha scelto un elegante tailleur azzurro polvere firmato Ralph Lauren, lo stesso stilista (americanissimo) che ha vestito Hillary Clinton di bianco. Quello legato alla moda non sembra affatto un discorso secondario, come dimostra la recente decisione del premier britannico Theresa May, alle prese con la difficile e incerta gestione della Brexit, di posare per Vogue US: non ci rimane, perciò, che aspettare le prossime mosse di Melania.

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