La tosse cronica: cos’è e come si riconosce

Si tratta di un disturbo che interessa il 10% della popolazione e che è diagnosticato soprattutto alle donne. Ecco cos’è, come distinguerla da quella normale e come curarla

Capita a chiunque di avere la tosse. Spesso compare nel periodo che va dall’autunno alla fine dell’inverno, ma nella maggior parte dei casi di tratta di un sintomo da raffreddamento o da malanno di stagione. Ben diverso è il caso di una tosse che persiste, non dà tregua, dura per diverse settimane e soprattutto arriva a incidere sulla vita di tutti i giorni. Si tratta della tosse cronica e va diagnosticata da un esperto che sappia distinguerla da quella normale e possa indirizzare a terapie adatte.

Cos’è la tosse cronica

Può essere sia secca che grassa. La persistenza è il primo campanello d’allarme che permette di distinguere la tosse cronica da quella legata a un motivo specifico, come un mal di gola, un raffreddamento o una polmonite di tipo batterico. Ma nonostante sia un disturbo a sé rispetto al sintomo di altre malattie stagionali, come l’influenza, la diagnosi può essere più difficile: «Alcuni pazienti tossiscono quotidianamente per molti anni, ma in tanti casi il disturbo si manifesta in modo alternato (in gergo tecnico si chiama “recidivante e remittente”), cioè con periodi in cui la tosse cronica sembra scomparire. Questo può rendere difficile il percorso per arrivare a una diagnosi corretta» spiega Laura Mastrorillo, Presidente di FederAsma e Allergie l’esperta.

Come distinguere la tosse cronica

Come distinguerla, dunque, da una tosse normale? Prima di tutto va detto che la tosse in sé non è qualcosa di negativo, perché permette di espellere aria dai polmoni. Questo diventa particolarmente importante quando è necessario liberarli anche da muco, per esempio quando si è raffreddati. Diverso è il discorso nel caso in cui la tosse diventi cronica e sia scatenata da altri fattori. «La tosse è un riflesso protettivo vitale, perché migliora la pulizia delle vie aeree e protegge i polmoni – premette Laura Mastrorillo – Quella cronica, però, è molto differente da quella acuta, cioè la tosse che insorge in caso di infezioni, come una polmonite».

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La prima differenza è la durata

Ma come si distinguono? La prima differenza è nella durata: «La tosse acuta è per definizione circoscritta a un periodo relativamente breve e in particolare inferiore a tre settimane mentre, secondo le linee guida della European Respiratory Society (ERS), si può parlare di tosse cronica quando si arriva a otto settimane negli adulti e quattro nei bambini» spiega la Presidente di FederAsma e Allergie.

La seconda differenza sono i sintomi

Un’altra differenza riguarda i sintomi: «Mentre la tosse normale, di origine infettiva, solitamente è associata ad altri sintomi come febbre, difficoltà a respirare, stanchezza, dolori muscolari o inappetenza, tipici per esempio dell’influenza, quella cronica di solito si presenta da sola, senza altri segnali che indichino un’infezione in corso. Il sintomo della tosse cronica, insomma, è la tosse stessa» spiega la Presidente di FederAsma e Allergie.

È senza sintomi o con sintomi particolari

Per aiutare a distinguere può essere utile osservare se esistono anche altri disturbi, collegati alla tosse, come ad esempio incontinenza, sincope (cioè la sensazione di svenimento) o alterazione della voce (disfonia).

La causa è diversa: non infettiva

Invece, nella maggior parte dei casi la tosse acuta ha una causa infettiva, che porta anche a distinguere il tipo di cura.

Le cause sono nell’ipersensibilità dei nervi

Ma quali sono le cause più frequenti che portano a tosse cronica? Quelle più frequenti sono il reflusso gastroesofageo, l’obesità e altre sindromi neuropatiche. In questo caso a provocare la tosse è una ipersensibilizzazione dei nervi sensoriali, cioè quelli che trasmettono informazioni al cervello, come il dolore. «Sono presenti in tutto il nostro corpo, incluse le vie aeree. Se sono ipersensibilizzati, qualsiasi stimolo di questi nervi potrebbe provocare colpi di tosse che il corpo attiva come difesa dell’organismo e che, presenti per lungo tempo, sono proprio il sintomo della tosse cronica» spiega Mastrorillo.

Proprio le cause, dunque, possono permettere di distinguere due principali tipi di tosse cronica: quella refrattaria, dovuta spesso a reflusso gastroesofageo, asma, rinosinusite, ecc. e che ha la caratteristica di non rispondere alle terapie previste in questi casi, e quella idiopatica, cioè per la quale non si trova una causa e che ha la peculiarità di essere persistente.

Come si cura?

«Dopo aver consultato il medico di base, tendenzialmente è lo pneumologo a seguire il paziente durante il percorso di diagnosi e terapia, anche se possono esserci altre figure coinvolte in questo processo» spiega l’esperta. «Proprio le cure, però, possono essere differenti a seconda delle cause. Per esempio, nel caso della ipersensibilizzazione dei nervi sensoriali, si fa ricorso a farmaci in grado di agire come antagonisti dei recettori dei nervi che sono coinvolti, in modo da “bloccare” l’impulso involontario che porta a tossire».

Perché colpisce di più le donne?

I dati indicano che circa una persona su 10 nel mondo è colpita da tosse cronica (tra il 12 e il 16% in Italia) e si tratta soprattutto di donne, in particolare 2 su 3. Perché? «Le donne tendenzialmente sono più attente al proprio corpo rispetto agli uomini, sono più consapevoli dei cambiamenti in atto e allo stesso tempo più determinate a migliorare la propria qualità di vita. Dunque sono anche più ricettive a cogliere i segni di cronicizzazione della tosse e ad avviare un percorso di cura» spiega Mastrorillo.

Quanto all’età, il picco è tra i 50 e i 60 anni. Secondo le rilevazioni italiane, la tosse cronica è la terza causa che spinge a consultare il medico di base (5 milioni di visite l’anno).

Perché bisogna sensibilizzare medici e pazienti su questo disturbo

Oltre a provocare fastidio, la tosse cronica ha conseguenze anche sulla vita delle persone che ne soffrono: può portare all’isolamento sociale, alla depressione e difficoltà nelle relazioni. Può causare assenze dal lavoro più frequenti, può persino creare stati di stress e isolamento. Da qui l’esigenza di una maggiore sensibilizzazione, confermata dal fatto che la European Respiratory Society, aggiornando le linee guida sulla tosse cronica, l’ha inclusa tra i disturbi che necessitano di un approfondimento da parte della comunità scientifica.

È proprio dall’ascolto dei pazienti che a settembre è nata la campagna di sensibilizzazione La tosse cronica non è social abbinata a un numero verde (800 123 213) che aiuta a prendere consapevolezza di un disturbo che spesso necessita dell’intervento di esperti.

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