Michela Giraud, attrice e comica

Michela Giraud: andare controcorrente

Con la sua comicità caustica e scorretta Michela Giraud racconta dubbi e sfighe delle giovani di oggi. Alla faccia di chi le diceva: «Sei una ragazza, questa battuta non la puoi fare»

Immaginate una giovane donna sola su un palco che inizia un monologo in cui fa a pezzi luoghi comuni e convenzioni. Ogni battuta scatena una risata e nel contempo fa vacillare l’idea che ci siamo fatti di noi stessi. Questa donna si chiama Michela Giraud, ha 33 anni ed è la regina della stand up comedy italiana. Davanti a un microfono Michela è diventata rappresentante dei drammi, dubbi e sfighe di tutti i Millenials, e non solo. Una po’ Mrs Maisel (la serie tv sulla casalinga che negli anni ’50 scopre la potenza della comicità) senza marito né figli. Un po’ Fleabag (altra serie cult, stavolta su una 30enne incasinata) che parla di sé, di quello che le succede intorno e di quello che pensa. Caustica, irriverente, a volte scurrile.

La tua è una figura femminile che ancora molti faticano ad accettare

«Si dà per scontato che oggi la donna abbia certi diritti. Invece no. Mi è capitato di fare spettacoli davanti a persone che si stupivano io fossi sul palco. E mi guardavano come se davanti avessero una giraffa parlante».

Il tuo cavallo di battaglia è un monologo intitolato La psicofregna che, a distanza di 5 anni, ancora esplode sui social

«È una critica rispetto ai modelli con cui sono cresciuta negli anni ’90 e oltre, quello del Bagaglino, del “culo a mandolino”. Da ragazza non avevo quella fisicità e ci stavo male, però ho avuto la possibilità di esplorare meglio la mia personalità. È inutile nasconderlo: ci sono modelli ferali e la gente si aspetta che ti ci adegui. L’importante è comportarsi come se queste cose non ti tocchino».

Così stai dando voce a un nuovo modello di donna?

«No, in realtà è una donna che c’è sempre stata, solo che gli altri hanno cercato di frenarla. Sono felice che qualcuno pensi che sia una “missione”, ma io sono così e mi viene naturale. Ho avuto la fortuna, per come sono cresciuta e per il percorso che ho intrapreso, di fare quello che volevo. Le difficoltà le ho superate gettando il cuore oltre l’ostacolo. Mi potevo preoccupare di uno che mi diceva: “Sei una donna, questa battuta non la puoi fare”?»

Rapporti di coppia oggi. Ti sarai fatta un’idea

«Sì, una tragedia: c’è molta confusione rispetto ai ruoli. Alle donne è stato imposto il “superomismo”, devono saper fare tutto: il pane in casa, lo yoga, la corsa, le dirette, l’intrattenimento… E così i 30enni maschi sono disperati: non sanno come comportarsi. Per anni ho pensato che una ragazza evoluta e indipendente non dovesse farsi accompagnare né pagare la cena. Oggi invece credo che bisogni lasciare a un ragazzo lo spazio per poterti corteggiare. Ma non per una questione di ruoli, semplicemente perché è una persona che vuole avere cura di te».

Qual è la cosa che ti dà più fastidio?

«La corsa a identificarci sempre all’interno di categorie. Come quando mi vogliono inserire nel modello “curvy”. Se sei una taglia 46, automaticamente sei simpatica e magari la tua figura non viene scelta all’interno di una fiction come protagonista. Oppure siccome faccio “educazione cinica” sono la stronza. Non sono solo quello. Uno deve poter essere quello che vuole. Sempre».

Prima correvo come una trottola da un teatro all’altro. La quarantena mi ha costretta a fermarmi, a guardare le cose in un modo diverso. E ho trovato l’amore

Tre mesi di lockdown ci avranno insegnato qualcosa…

«Per alcuni è stata l’occasione per attuare un cambiamento, altri sono rimasti immobili, senza cogliere l’occasione di smussare alcuni aspetti della loro personalità. È una cosa che ha sconvolto le nostre vite, pensare che non sia successo nulla è un errore madornale. Siamo stati chiusi in casa, insieme alle nostre inettitudini e solitudini».

Le relazioni sono cambiate?

«La convivenza forzata, la distanza, quanto se ne è parlato… Se le coppie si sono sfasciate vuol dire che qualcosa già non funzionava. Però, forse, la gente ha imparato a capire cosa vuole: prima nei rapporti c’era molta fretta, molta bulimia, ora ci si fanno domande. Io, per esempio, mi sono fidanzata durante il lockdown. Passando le giornate a parlarci, io e la persona con cui sto, abbiamo scoperto di piacerci. È una cosa bella, ma ti invita a pensare ai ritmi folli che avevo prima: salivo e scendevo dal treno, facevo le esibizioni, era tutto fantastico ma a volte non mangiavo, non avevo un momento per fermarmi a riflettere, un momento per me».

Michela Giraud, un’irresistibile stand up comedian

Michela Giraud, 33 anni, è attrice e comica. È laureata in Studi storico-artistici e in Storia dell’arte moderna. Ha frequentato l’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Dopo Colorado e La tv delle ragazze, da giugno conduce CCN – Comedy Central News su Comedy Central. Con Daniela Delle Foglie, Laura Grimaldi e Serena Tateo è autrice di Tea (Harper Collins, dal 24 settembre), che con ironia parla della donna nel 21° secolo.

Riproduzione riservata