Abbronzatura senza rischi: i consigli e le cure più nuove

  • 05 07 2018

In spiaggia con le creme di ultima generazione. In barca con i tessuti anti-Uv. Una grande équipe medica ci dà i consigli per un’abbronzatura a zero rischi

Attenzione in calo, casi in aumento. È l’allarmante fotografia emersa da un sondaggio sul melanoma condotto negli Usa. L’indagine ha dimostrato che oltre sette teenager su dieci non hanno le idee chiare sulla prevenzione di questo tumore della pelle che si nasconde sotto le sembianze di un neo. Risultato? Un incremento delle diagnosi tra i 15 e i 40 anni. «Lo stiamo notando anche in Italia» afferma Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di melanoma e terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli. «La mancanza di consapevolezza riguarda in prima battuta i genitori e a cascata i figli. Purtroppo, ancora troppi sottovalutano la pericolosità dei raggi solari. Eppure, ormai non ci sono più dubbi: possono danneggiare il Dna delle cellule e nell’arco di 20-30 anni provocare lo sviluppo del melanoma. E senza fare sconti a nessuno. È vero che chi ha un fototipo 1 e due, cioè capelli biondi e carnagione chiara, è più a rischio. Ma nessuno ne è esente. Purtroppo invece forte della convinzione di essere protetto per natura, chi ha i colori mediterranei tende a non proteggersi dal sole. Mettendo così a repentaglio la sua salute». Qui gli esperti ci spiegano le mosse giuste per un’abbronzatura senza rischi.

Solari 

Pensi che basti scegliere un fattore protettivo alto per difendere la tua pelle? Allora fai parte anche tu di quei due terzi degli italiani che utilizzano male la crema solare. Perché ne usano poca oppure perché la scelgono “waterproof” così la mettono una volta sola e non ci pensano più. In realtà, dopo il bagno anche questi prodotti perdono metà della loro capacità di proteggere. Allora segui queste due indicazioni.

Leggi l’etichetta. Controlla che ci siano ingredienti come argilla, ossido di zinco, biossido di titanio. Sono filtri solari fisici: non vengono danneggiati dalle radiazioni solari e, grazie alla loro composizione, sono particolarmente sicuri per la salute della pelle.

La quantità giusta. Gli studi clinici hanno verificato che bisogna applicarne 2 grammi per centimetro quadrato di pelle. A conti fatti per una persona alta 1,60-1,65 sono circa 35-40 grammi. Non è difficile fare i conti: calcola un quinto di un flacone da 200 grammi.

Abbigliamento schermante

Sulle spiagge australiane tre persone su cinque, bambini compresi, indossano cappellini con visiera e paraorecchie e magliette rigorosamente con le maniche lunghe anche quando fanno il bagno: sono i tessuti con schermo anti-Uv che gli specialisti consigliano anche da noi, soprattutto in barca dove i raggi sono più intensi.

Controlla la protezione. Segui le indicazioni delle Associazioni consumatori: controlla l’Upf, cioè il fattore di protezione. E scegli indumenti con un fattore di protezione 50+ oppure 80. Perché i ripetuti lavaggi ne diminuiscono le capacità protettive.

Attenta ai bambini. «Funzionano bene, ma non bisogna pensare che siano uno scudo» sottolinea il professor Ascierto. «È sempre meglio utilizzare sul corpo un prodotto solare. E se è vero che esistono modelli anche per bambini di sei mesi, bisogna evitare di tenere i più piccoli sotto il sole fino al compimento del primo anno di età».

Lettini

Sono vietati fino ai 18 anni, ma uno studio dello Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, lancia l’allarme per una fascia d’età molto più ampia. «I ricercatori hanno visto che il rischio di melanoma aumenta del 75% se l’uso di lampade e lettini avviene prima dei 30 anni» avverte il professor Ascierto. «E questa potrebbe essere una delle spiegazioni dell’aumento dell’incidenza del melanoma nella fascia under 40». Decadono anche le regole per un buon uso del “sole artificiale”.

Non c’è una dose sicura. «Non è vero che fino a cinque sedute all’anno non esiste alcun pericolo» ammonisce il professor Ascierto. «Perché l’emissione di Uv è nociva quanto la luce del sole tropicale a mezzogiorno. Lo dimostra il fatto che sempre lo Iarc ha evidenziato che, aldilà dell’età, l’abbronzatura artificiale aumenta il rischio di melanoma del 20%».

LE CURE PIÙ NUOVE

Se vedi un neo diverso dagli altri rivolgiti subito al dermatologo. Quando la diagnosi di melanoma è precoce, con l’intervento chirurgico si guarisce in oltre il 90% dei casi. E, anche per le forme più avanzate oggi si ci sono nuove speranze. Grazie all’immunoterapia e alla target therapy, cinque pazienti su dieci stanno bene dopo dieci anni dalla diagnosi: prima dell’arrivo di questi farmaci la sopravvivenza non raggiungeva l’anno. «Ora abbiamo risultati importanti anche in quel 50% di pazienti con melanoma avanzato portatori di una mutazione genetica che determina uno stimolo perenne alla proliferazione delle cellule del melanoma» spiega il professor Ascierto, tra gli autori delle ricerche in questo ambito. «In uno studio recente abbiamo visto che associando due farmaci in grado di spegnere il segnale di proliferazione dovuto al gene mutato, in quasi sei casi su dieci dopo due anni la malattia non è peggiorata, con meno effetti collaterali come fotosensibilità e febbre».

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