Amadeus

Appelli sulla guerra, Amadeus: “Sanremo non ha mai promosso l’odio”

Non si placano le polemiche innescate dalla frase "Stop al genocidio" pronunciata da Ghali al Festival di Sanremo. Amadeus: "I cantanti chiedono la pace"

Dopo l’appello di Ghali sul palco dell’Ariston per fermare il genocidio a Gaza e la pioggia di critiche caduta su Mara Venier accusata di censura nel corso dell’ultima puntata di Domenica In, Amadeus tenta di riportare i toni alla moderazione. “Il festival di Sanremo non ha mai promosso odio” ha detto il conduttore ospite a “Porta a Porta”.

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Amadeus: “I cantanti hanno chiesto la pace”

Invitato al talk show di Rai Uno, Amadeus ha risposto a una domanda postagli da Bruno Vespa a proposito delle critiche dell’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, convinto che il palco dell’Ariston “sia stato sfruttato per diffondere odio“. “Rispetto le decisioni di tutti, ma non sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, nella maniera più totale ha affermato il conduttore -. Il festival di Sanremo non ha mai promosso l’odio, ha sempre parlato di inclusione, di libertà: i cantanti che sono saliti sul palco hanno chiesto la fine della guerra, hanno chiesto la pace, richiedere la pace vuol dire seminare odio? Esattamente il contrario“.

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Amadeus: “Qualsiasi guerra si deve fermare”

Questo non vuol dire che voi abbiate dimenticato il massacro di 1200 israeliani?“, ha incalzato Bruno Vespa. “Assolutamente – ha risposto AmadeusLa guerra da qualsiasi parte è da condannare, non c’è guerra da un lato o dall’altro, c’è la guerra che va fermata, qualsiasi guerra al mondo va fermata. Mai mi sarei mai sognato di portare l’odio, e così anche in cantanti. Portiamo esattamente l’opposto: i ragazzi in gara fanno messaggi e appelli di pace, di libertà di idee, di pensiero, di uguaglianza di pelle, di valori. A Sanremo nella storia, e senza sembrare presuntuoso, in questi anni, c’è un grande senso di inclusione che va rispettato e mai cambiato, sennò torniamo indietro“.

Amadeus Mango e Vespa

La nota pro Israele dell’AD Rai letta da Mara Venier

Il casus belli è stata la nota dell’Amministratore Delegato Rai, Roberto Sergio, letta da Mara Venier nel corso di Domenica In, in risposta alla frase “Stop al genocidio” pronunciata sul palco dell’Ariston da Ghali, uno dei cinque finalisti della kermesse canora. “Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio – così le parole di Roberto Sergio –. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano – e continueranno a farlo – la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”. Mara Venier, dopo aver letto il messaggio, ha concluso dicendo: “Sono parole, che ovviamente condividiamo tutti”.

Venier Ghali

Mara Venier: “Non ho zittito nessuno”

L’AD Rai è stato criticato da più parti per essere andato oltre il suo ruolo ed aver espresso solidarietà soltanto nei confronti di Israele e non verso le vittime civili di Gaza. Mara Venier, da parte sua, è finita nel mirino dei social e dell’opposizione per aver interrotto l’intervento di Dargen D’Amico sull’immigrazione a Domenica In e aver espresso la sua condivisione della nota dell’AD letta in trasmissione. “Non ho zittito nessuno“, si è difesa la conduttrice in un’intervista al Corriere.it, ricordando che Ghali nel corso della puntata “ha potuto parlare in piena libertà“. “Eravamo in ritardo, molti artisti dovevano ancora cantare, e quattro di loro non sono riusciti a farlo, infatti torneranno da me domenica – fa sapere ancora -. Si figuri se ho paura ad affrontare il tema dei migranti. L’ho fatto molte volte. Ora ho invitato Dargen D’Amico in trasmissione domenica prossima, spero che venga”.

Caso Ghali, scontri davanti alla sedi Rai

La nota dell’AD di viale Mazzini ha dato luogo a contestazioni e violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine all’esterno della sede Rai di Napoli. Mentre sono state annunciate manifestazioni in altre città, il comunicato di Roberto Sergio di sostegno alla comunità ebraica continua a dividere la politica e i piani alti di Viale Mazzini.

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