L’artista romano Achille Lauro torna a Sanremo per la seconda volta. Dopo aver colpito la platea dell’Ariston con Rolls Royce nel 2019, quest’anno ha presentato Me ne frego con una serie di performance teatrali memorabili. Qui l'intervista
L’artista romano Achille Lauro è tornato a Sanremo per la seconda volta. Dopo aver sorpreso la platea dell’Ariston con Rolls Royce nel 2019, quest’anno ha cantato Me ne frego con la stessa intenzione di stupire, facendo ballare. Non ha conquistato il podio della finale ma tutta l’attenzione del festiva è rimasta puntata su di lui e sulle sue esibizioni teatrali e sui costumi firmati Gucci. Sul palco con lui, come sempre, Boss Doms, compagno di avventura e produttore delle sue canzoni. Nella serata delle cover ha cantato Almeno tu nell’universo (Mia Martini, 1992) con Annalisa, un’esibizione che è piaciuta anche a chi la sera prima era rimasto scioccato negativamente dalla “tutina” per la sensibilità dell’interpretazione.
Ecco l’intervista prima dello show
Come mai torni a Sanremo?
Ho decido di rifarlo perché l’anno scorso siamo entrati in punta di piedi. Quest’anno voglio presentare quello che di solito portiamo in giro nei nostri show. Sfrutteremo quattro esibizioni, senza sentire il concorso, per far vedere la mia musica.
Cosa ti aspetti?
Arriverà il vero me.
Canti Me ne frego.
È nata contestualmente a tutta la nuova musica a cui stiamo lavorando, da quando è partita Rolls Royce. Se dovessi contare i brani che ho già pronti, farei tre dischi. Ho scelto questa canzone perché è perfetta come messaggio. Me ne frego è un modo di pensare.
Come cover invece hai scelto il brano di Mia Martini.
Penso che sia uno dei brani più belli della musica italiana e non può essere troppo stravolto, ma sono contento di proporlo in una chiave mia. È un brano che rispetto, femminista. Sarà con me Annalisa, l’ho conosciuta un po’ di tempo fa. Mi piace la sua attitudine, è semplice. Mi piace la sua voce.
Come ti stai preparando alla settimana?
Come per i miei live.
Boss Doms è sempre al tuo fianco. Come descriveresti il vostro rapporto?
Lui è il mio alter ego. Non nasce come uno che mi affianca, lui ha un background diverso. Siamo molto vicini. La nostra intesa è nata dal fatto che io ero una figura un po’ anomala, non ero in nessun genere particolare, non ero considerato un cantante, ma neanche un rapper. È una persona perfetta.
Vi capita di guardare indietro, agli inizi?
Ci capita. La nostra storia nasce da situazioni assurde familiari, da un quartiere assurdo. Quando ci guardiamo indietro è bello, ma rimaniamo sempre con i piedi per terra perché abbiamo costruito tutto giorno per giorno. Senza acceleratori. Abbiamo conquistato una persona per uno, passando da generi diversi, la salsa, la trap, la samba, il rock’n roll, il punk e ancora e ancora. Ma continuiamo a costruire come fosse il primo giorno. Abbiamo tutti i nostri castelli pronti.
Cos’è cambiato?
Abbiamo sempre tantissime idee ma sono molto contento di non avere più fetta. Non ho più la fame di arrivare. Adesso voglio fare le cose bene.
Su che look punterai?
Il look per me va sempre di pari passo con la musica. Sto lavorando con Niccolò Cerioni, non si tratta solo di vestiti ma di un concept creativo che si lega molto con la musica. Reinterpretiamo stili, è un concetto unico.
Quando sei a casa come ti vesti, quando sei in relax?
Diciamo che relax è una parola che conosco poco. Impiego tutto il mio tempo in modo quasi ossessivo. Anche di notte o quando potrei dire “mi fermo e vado in vacanza”, mi invento qualcosa. Ho sempre idee, ora dipingo. Sono andato in vacanza dieci giorni dopo tre anni, in montagna. Ecco, lì ero vestito da persona normale che va in montagna.
Come dipingi?
Come capita. Tutta la mia visione dell’arte è poco convenzionale, molto personale.
Hai fatto nuovi tatuaggi quest’anno?
No, mi sono fermato. Mi sono concentrato ancora di più sul lavoro, più vado avanti più vedo mattoni uno dopo l’altro e ho voglia di costruire. Sono molto focalizzato sulla musica e su progetti paralleli. Dalle 9 alle 18 faccio impresa.
Dopo Sanremo suonerai live?
Ci stiamo pensando. Mi dedicherò a fare musica sicuramente, suonare è una cosa che amo. Quando qualcuno ti vede al live cambia anche la percezione che ha di te. Rimorchiamo tanto nei live.
Achille Lauro e Boss Doms saranno insieme anche il 31 ottobre a Roma, al Palazzo dello Sport, per “Trent’anni di Roma”, concerto evento nell’anno dei suoi trent’anni, per festeggiare la musica in un viaggio nel tempo.